CODS, NUOVA RICHIESTA PER LE DONNE
Commentando su Facebook gli ennesimi dati relativi al gap salariale tra uomini e donne, Orietta Armiliato evidenzia che potrebbe volerci un secolo per vedere sanata questa disparità, visto anche che nulla viene fatto in sede di misure di riforma pensioni, nonostante non manchino le richieste come quella di una valorizzazione dei lavori di cura ai fini previdenziali. “Vogliamo cari signori rappresentanti della politica, tecnici, sindacalisti e chiunque altro voglia e possa intervenire sul tema nelle sedi deputate, portare queste problematiche alla ribalta in modo che si possa incominciare, una volta per tutte, non a proporre ma a trovare soluzioni giacché sarà necessario un cammino secolare per superare queste logiche tristemente riduttive per la platea femminile? Noi che siamo in età da pensione, stiamo vivendo tribolazioni infinite per potervi accedere, ma le nostre sorelle minori, le nostre figlie e le nostre nipoti e le figlie dei figli e delle figlie e le nipoti dei nipoti delle nipoti, dovranno continuare a subire la nostra medesima sorte nei secoli dei secoli?”, scrive l’amministratrice del Cods.
QUOTA 100, NUOVE STIME SULLA SPESA
Quota 100, la norma di riforma pensioni che sembra stia creando nuove divisioni nella maggioranza di Governo, potrebbe costare meno di quanto preventivato. Il Sole 24 Ore ricorda che l’esecutivo ha stimato l’uso di 5,8 miliardi di euro, cifra comunque inferiore rispetto al “preventivo” iniziale di fine 2018. Secondo il bilancio preventivo dell’Inps, si arriverà invece a una spesa di 5,2 miliardi. Secondo invece l’Ufficio parlamentare di bilancio, “potremmo arrivare a circa 246mila soggetti, il 19% in meno rispetto ai 300mila previsti dal governo giallo-verde al lancio della sperimentazione: oltre 121mila dipendenti privati, circa 58mila autonomi e quasi 67mila dipendenti pubblici. L’Upb stima una spesa di 5,4 miliardi, valore intermedio tra quelli di Inps e Governo”. Il quotidiano di Confindustria evidenzia però che “i numeri a consuntivo potrebbero rivelarsi superiori: potrebbe aumentare la propensione al pensionamento di chi ha i requisiti minimi, o scendere il tasso di rigetto delle domande da parte dell’Inps (nel 2019 al 14%)”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BARETTA
Intervistato dal Corriere della Sera, Pier Paolo Baretta ribadisce che Quota 100, la misura di riforma pensioni varata dal precedente Governo, “terminerà alla fine del 2021 e non abbiamo alcuna intenzione di confermarla. Si tratta però di mettere in campo interventi sostitutivi, confrontandoci con le parti sociali”. Il sottosegretario all’Economia, che già in passato aveva presentato delle proposte in materie, non nasconde di ritenere che tali interventi “debbano essere all’insegna della massima flessibilità di scelta del lavoratore. Fissato un minimo di età e di contributi, si deve essere liberi di andare in pensione”. Secondo Baretta, “questa flessibilità oggi si può introdurre perché ormai stiamo andando rapidamente verso un sistema dove le pensioni vengono liquidate prevalentemente col metodo contributivo, nel senso che tanto hai versato e tanto prendi”. Di flessibilità parlano anche i sindacati. Resta da capire se le varie ipotesi sul tavolo potranno portare a una proposta condivisa dalle parti.