IL PEGGIORAMENTO PER I PENSIONATI

In vista della festa dei lavoratori, la Cgil di Benevento ricorda che “stiamo uscendo dalla pandemia da covid-19 con un Paese, l’Europa, l’intero mondo indeboliti economicamente, tutti saremo investiti da una crisi di cui nessuno è in grado di prevederne i confini, l’intensità, la durata. Ma i danni che ognuno sta ricevendo sono disuguali, come da sempre capita nella nostra moderna società”. Come riporta ottopagine.it, il sindacato evidenzia in particolare che “il peggioramento delle condizioni materiali di vita riguarda soprattutto la parte più debole della società, lavoratori, disoccupati, pensionati con modeste pensioni, piccoli commercianti e artigiani, cittadini e immigrati che già vivono in miseria. Disuguale rischia di essere anche la ripresa economica, ancora di più nelle nostre terre, nel Sannio, dove la situazione di partenza era già drammatica”. Un momento quindi molto particolare anche per chi è in quiescenza, in attesa dei provvedimenti che verranno varati dal Governo, come il decreto aprile la cui approvazione è stata rimandata.



LA NOVITÀ PER GLI EX DIPENDENTI PUBBLICI

Una notizia importante arriva per quei pensionati, ex dipendenti pubblici, che hanno trasferito la loro residenza in Portogallo così da poter godere di importanti agevolazioni fiscali. Come spiega l’agenzia Radiocor, infatti, “per la Corte di giustizia Ue gli ex dipendenti pubblici italiani che vivono in Portogallo per ottenere la pensione lorda dall’Italia dovranno avere la cittadinanza portoghese e non soltanto la residenza in Portogallo, contrariamente agli ex dipendenti privati che dovranno avere solo la residenza fiscale in quel Paese”. Intanto, trend-online.com, commentando i recenti dati dell’Istat sulla protezione sociale in Italia e in Europa, ricorda che “negli anni Novanta, nella spesa totale di tutte le prestazioni di sicurezza sociale, la previdenza pesava ancora di più rispetto a oggi: eravamo al 71%, a discapito soprattutto dell’assistenza che occupava il 7% delle spese. Nel 2017, se per la media dei 28 paesi europei le pensioni occupavano il 40% delle prestazioni sociali, in Italia si saliva a un ben più alto 48%”.



LA CRITICA A DE LUCA

Non mancano critiche a Vincenzo De Luca per il piano varato dalla Regione Campania che contiene anche un’integrazione a mille euro delle pensioni minime. Il Quotidiano del Sud riporta infatti sul suo sito una dichiarazione di Francesco Pionati, Segretario nazionale di Alleanza di Centro: “Purtroppo De Luca non è solo, come dice giustamente Salvini, uno che gioca a fare lo sceriffo mentre la Campania affonda, fa purtroppo molto peggio: a marzo aveva promesso che tutte le pensioni più basse sarebbero state portate a mille euro. Dove sono gli aumenti? Siamo a maggio e non è successo nulla. Un comportamento vergognoso verso chi soffre e ha bisogno di aiuto e invece viene preso in giro”. Tra quanti invece chiedono un intervento per tagliare le pensioni d’oro per reperire risorse utili ad aiutare chi è in difficoltà a causa della crisi determinata dal coronavirus c’è anche Naike Rivelli, che su Instagram propone anche il taglio di un terzo dei parlamentari, con la riduzione dei loro compensi, e l’abolizione dei senatori ai vita.



PENSIONI MINIME, LE DECISIONI DELLA CAMPANIA

Tra fine maggio e inizio giugno la Regione Campania ha reso ufficiale il pagamento delle pensioni minime “alzato” a 1000 euro ciascuna come già annunciato dal Governatore De Luca all’inizio dell’emergenza coronavirus: la riforma della Regione erogherà il contributo integrativo sulle pensioni minime fino a raggiungere i mille euro, per chi ha ovviamente pensioni inferiori. Il bonus scelto riguarderà per il momento le mensilità di marzo e aprile 2020 ma è allo studio un allungamento anche a seconda della situazione epidemiologica della Campania: beneficeranno di questo contributo oltre 75mila pensionati in Campania e secondo i calcoli di Fanpage la Regione su questo provvedimento avrebbe già messo in campo 87.467.557 euro. Sarà possibile comprare con queste integrazioni in primis servizi a domicilio per la consegna della spesa alimentare e acquisto medicinali ma anche strumenti informatici o tecnologie per favorire l’autonomia e la comunicazione. E poi ancora mascherone, Dpi e servizi di assistenza socio-sanitaria a domicilio. (agg. di Niccolò Magnani)

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BARETTA

Pier Paolo Baretta, intervistato dal Messaggero, evidenzia l’importanza della previdenza complementare e non esclude in futuro dei provvedimenti in materia nell’ambito di quelle che potranno essere le misure di riforma pensioni. “È evidente che occorre uno Stato sociale robusto, altrettanto evidente è che lo Stato da solo non potrà garantire una piena copertura delle aspettative di cittadini, né sul fronte delle pensioni, né su quello esclusivo della tutela della salute. Ci vogliono risorse private. Ci vuole la seconda gamba del welfare per poter camminare. Ci vuole una platea più vasta di lavoratori iscritti ai fondi”, spiega il sottosegretario all’Economia.

GLI INCENTIVI PER LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Dal suo punto di vista si potrebbero “riaprire i termini del silenzio-assenso per la previdenza complementare. L’obiettivo è ampliare il numero degli aderenti alle forme di previdenza complementare. Un modo si deve trovare”. Per Baretta “si devono pensare incentivi, si deve immaginare di togliere il tetto sul massimale di versamento, anche se in questo modo si favorisce chi ha più risorse e sembra di penalizzare chi può risparmiare di meno. Ma l’obiettivo è comune: avere fondi più forti, ai quali chiedere anche una gamma più vasta di prestazioni”. L’esponente del Pd non esclude forme di anticipazioni più facili presso i fondi pensione: “Ci vogliono regole, limiti per garantire la sostenibilità finanziaria, ovviamente. Ma si devono introdurre tutte le flessibilità utili alle nuove condizioni di vita, a nuovi bisogni, alle nuove criticità”.