PENSIONI INVALIDITÀ COMPATIBILI CON REDDITO EMERGENZA
Nessun intervento sul fronte delle pensioni nel Decreto Rilancio, anche per quanto riguarda l’importo di quelle di invalidità. Sono rimaste immutate, ma c’è la garanzia della compatibilità con il reddito di emergenza. Inoltre, c’è una maggiore dotazione del Fondo per le non autosufficienze e nuovi permessi retribuiti per la Legge 104. Oltre ai 3 giorni riconosciuti dalle disposizioni in vigore, vengono aggiunti altri 12, che possono essere suddivisi anche in ore, da fruire durante l’emergenza coronavirus. A beneficiarne, ad esempio, i lavoratori che assistono un familiare con grave disabilità, spiega businessonline. Un’altra novità importante in tema di disabilità nel decreto Rilancio è l’arricchimento del Fondo per le non autosufficienze con 90 milioni di euro per il 2020, di cui 20 milioni sono destinati alla realizzazione dei progetti per la vita indipendente. (agg. di Silvana Palazzo)
GHISELLI PROPONE UNA “PENSIONE COVID”
Roberto Ghiselli ricorda l’importanza che ha per il sindacato il ritorno a un confronto con il Governo in tema di riforma pensioni. “Per il sindacato rimane fermo l’obiettivo di una riforma organica del sistema che, a questo punto, per noi dovrà comunque partire dal 2022, alla scadenza di Quota 100”, spiega in un’intervista a pensionipertutti.it il Segretario confederale della Cgil, che lancia però una proposta in ambito previdenziale. Dal suo punto di vista è infatti “necessario adottare interventi urgenti, come ad esempio una ‘Pensione Covid’, cioè la possibilità di collocare in pensione anticipatamente tutte quelle persone che, o per ragioni di età, di anzianità lavorativa o di salute o perché disoccupate, stanno subendo più direttamente le conseguenze della pandemia o ne sono più a rischio”. Il sindacalista non dimentica però che “fra le urgenze da affrontare vanno ricompresi i pochi esodati rimasti e la copertura previdenziale per i part-time verticali”. Vedremo se verranno prese queste misure urgenti auspicate da Ghiselli.
PIGNORAMENTO, STOP CON DECRETO RILANCIO
Dopo le indiscrezioni ecco la conferma: stop al pignoramento di stipendi e pensioni da parte dell’Agente della riscossione. Il provvedimento, che era presente nella bozza del decreto rilancio è stato confermato nel testo definitivo. La misura è stata inserita in relazione agli effetti economici dell’emergenza coronavirus che ha comportato crisi di liquidità per famiglie e lavoratori. Fino al 31 agosto 2020 sono sospesi, dunque, gli obblighi derivanti dai pignoramenti, aventi a oggetto anche titoli di pensione e indennità che tengono luogo di pensione. Fino al 31 agosto, inoltre, è confermato che le somme in questione non saranno sottoposte al vincolo di indisponibilità, secondo quanto previsto dal Dl Rilancio. Come riportato da Investire Oggi, «il terzo pignorato le renderà fruibili al debitore esecutato, anche in presenza di assegnazione disposta con provvedimento del giudice dell’esecuzione». (agg. di Silvana Palazzo)
LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Elsa Fornero è stata “evocata” in diversi commenti e dichiarazioni dopo la commozione e le lacrime di Teresa Bellanova in conferenza stampa dopo il decreto rilancio, che hanno riportato alla mente quelle dell’ex ministra del Lavoro a fine 2011 nel presentare le misure di riforma pensioni del Governo Monti. Intervistata dal Foglio la Fornero spiega che “si è molto equivocato sul significato di quel momento di commozione. È stato uno ‘scherzo’ della memoria. A fare da detonatore sono state due cose: un grandissimo stress, perché comunque stavamo presentando un provvedimento che avrebbe chiesto sacrifici, e un’emozione improvvisa che in quell’istante ha incrociato il mio pensiero”. L’ex ministra spiega di aver pensato ai suoi genitori, “che di sacrifici ne hanno fatti tanti. Per Teresa Bellanova non è difficile pensare che sia stata la stessa reazione, e anche più personale. Conosciamo la sua storia di cui si deve essere fieri, è stata una bracciante. Ora è arrivata al grande risultato del suo lavoro, una legge che riguarda proprio i lavoratori irregolari”.
SERVE FLESSIBILITÀ PENSIONI
Mentre le trattative tra Governo e sindacati sulle ipotesi di nuova riforma pensioni dopo Quota 100 si sono del tutto arenate con lo scoppio dell’emergenza coronavirus, non si è certo “eliminata” la problematica previdenziale per migliaia di cittadini italiani. Le voci di “tagli” dall’estero, specie se l’economia italiana dovesse deflagrare nei prossimi mesi, non fanno che acuire il senso di smarrimento e timore nei pensionati italiani: secondo QuiFinanza il primissimo punto da mettere sul piatto di una svolta previdenziale è di certo la flessibilità in entrata, «dati sul Covid dimostrano chiaramente che le persone ultra sessantenni sono le più esposte alla pericolosità del virus, tanto che alcuni starebbero valutando l’ipotesi di non farle proprio rientrare al lavoro. La flessibilità è dunque una strategia necessaria». Oltre a capire che fine far fare a Quota 100, che comunque un’idea di anticipo pensione la dava, tra le ipotesi sul tavolo del Ministero del Lavoro vi è anche un possibile sistema pensionistico basato sui fondi pensione, con sostegno e agevolazioni a carico dello Stato. La crisi incombe, i tempi stringono e il tema è tutt’altro che “minimo” vedendo anche i casi passati di Grecia e della stessa Italia nel 2011. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI CABRAS
Si torna a parlare di Mes e dei pericoli che il farvi ricorso avrebbe per le pensioni. Sulla propria pagina Facebook il deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras scrive: “Non siamo noi a essere ossessionati dal Mes, ma sono loro a essere ossessivi sul Mes. Mi riferisco ai piazzisti che un giorno sì e l’altro pure ci vogliono compromettere con la trappolona lussemburghese, quei decisori imperturbabili che partono dalle istituzioni Ue, passano per le stanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze, insistono dalle redazioni importanti e si leccano i baffi davanti ai nostri risparmi, alle case, e a una prateria di redditi e pensioni da tosare. Per ossessionarci con l’ultima edizione di ‘Ce lo chiede l’Europa’, in sede di Eurogruppo erano giunti a volerci vendere la storiellina che il Mes era da inserire nel pacchetto perché poteva servire a qualcuno degli altri Stati, che già l’aveva prenotato come un vassoio di bignè per una festa di compleanno. Invece scopriamo che Francia, Spagna, Portogallo e Grecia la premiata pasticceria Mes non la vogliono vedere manco in cartolina”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CENTINAIO E BERGESIO
Durante la conferenza stampa tenutasi per presentare il decreto rilancio, la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova si è visibilmente commossa parlando della regolarizzazione dei migranti. Le sue lacrime hanno ricordato quelle di Elsa Fornero del 2011, al momento della presentazione delle misure relative alla riforma pensioni che porta oggi il suo nome. Lacrime diverse, visto il tipo di norma presentata, ma che vengono accomunate da Gian Marco Centinaio e Giorgio Maria Bergesio. “Le lacrime della ministra Bellanova durante la conferenza stampa di presentazione del dl Rilancio non promettono nulla di buono. Purtroppo, gli italiani si ricordano ancora quelle della ministra del lavoro Fornero quando annunciò la vergognosa riforma sulle pensioni che penalizzò migliaia di lavoratori lasciandoli senza un’occupazione e senza pensione”, si legge in una nota dei due senatori leghisti riportata da agenziastampaitalia.it.
LE PAROLE DI GIORGIA MELONI
“A otto anni dalla sua introduzione, quella riforma si porta ancora dietro un difficile strascico sociale che ha costretto all’indigenza tantissime persone, beffate dalle promesse del governo. Speriamo che la storia non debba ripetersi altrimenti a rimetterci saranno gli agricoltori italiani che resteranno, dopo tutte queste promesse, proprio come allora, con un pugno di mosche in mano”, aggiungono Centinaio e Bergesio. Secondo Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, Bellanova avrebbe dovuto commuoversi per i tanti italiani che hanno pianto “schiacciati dalla disperazione per aver perso tutto, o per timore di perdere tutto. Aspettando un aiuto che non è arrivato mai”.