Consensi e proteste, la riforma delle pensioni voluta dal governo M5s-Lega ha diviso. Il Carroccio si dice soddisfatto del superamento della legge Fornero, con il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon che ha messo nel mirino tutti coloro che hanno parlato di disastro economico o chi ha parlato di numeri inferiori alle aspettative: i dati reali di Quota 100 sono di 125 mila domande presentate, con Opzione donna che ha raccolto 12500 domande. Infine, Ape Sociale si attesta a 7500 domane presentate: un totale di 144 mila domande, che raggiunge quota 199 mila tenendo conto anche di chi ha chiesto la pensione anticipata. Un cambio di rotta secondo la Lega, che ha evidenziato come nella Legge di Bilancio 2020 dovrebbero esserci risorse anche per approvare le misure che sono state estromesse dalla riforma appena varata. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ASSOCIAZIONI SUL PIEDE DI GUERRA

Alzano la voce i pensionati, sia per quanto riguarda il raffreddamento delle pensioni, sia in merito ai contributi di solidarietà. Come riferito quest’oggi dal sito online di Avvenire, la Feder Spv, una sigla sindacale molto numerosa che raggruppa i pensionati del settore sanitario, sarebbe al momento sul piede di guerra nei confronti dell’esecutivo gialloverde, per via appunto delle modifiche alle pensioni introdotte nelle ultime settimane. Si sottolinea in particolare come a quattro mesi dall’ultima legge di bilancio, non siano ancora stati applicati i raffreddamenti ne tanto meno i contributi, e all’Inps sono giunte migliaia di diffide per incostituzionalità. L’istituto per la previdenza sociale ha replicato alle “proteste” affermando che al momento la direttiva è di dare priorità a “Quota 100” e al “Reddito di Cittadinanza”, le due misure cardine del governo, mentre le modifiche per la previdenza incideranno solamente a partire da giugno, subito dopo le elezioni. Una mossa studiata ad hoc, così facendo la Lega e il Movimento 5 Stelle non rischieranno di perdere elettori in vista delle Europee del prossimo 26 maggio. Bisognerà quindi aspettare il primo mese estivo per capire a quanto ammonteranno gli assegni, e le associazioni dei pensionati intendono “denunciare la natura elettoralistica – si legge su Avvenire.it – di questo modo di operare”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



RIFORMA PENSIONI, ECCO QUANTO CI STA COSTANDO QUOTA 100!

Carlo Calenda contro la riforma delle pensioni del governo M5s-Lega, che ha introdotto Quota 100 per superare la legge Fornero. «I due più importanti provvedimenti di questo governo, il reddito di cittadinanza e quota 100, non hanno nulla a che fare con il mondo delle imprese», ha dichiarato in collegamento con Mattino Cinque, programma a cui l’ex ministro dello Sviluppo economico ha partecipato per analizzare la questione delle tasse e della burocrazia che “soffocano” l’impresa italiana. Lo stesso Calenda nei giorni scorsi aveva già attaccato l’operato del governo anche per quanto riguarda le pensioni. «Abbiamo 50 miliardi di manovra da fare. Per quota 100 650mila pensionati sono costati a ogni pensionato e lavoratore italiano 750 euro a testa. Questa deriva ci porterà contro un muro». Da qui la sua ipotesi sulla precarietà del governo, che potrebbe cadere dopo le Europee. «Il governo troverà il modo di andare a casa e accollare a qualcun altro il fatto di dover fare la della finanziaria».



RIFORMA PENSIONI, I “PALETTI” DELLA PACE CONTRIBUTIVA

Da quest’anno con la pace contributiva è possibile coprire ai fini pensionistici quei “buchi” tra un periodo lavorativo e l’altro con oneri agevolati. È una novità interessante per chi ha una carriera intervallata da molte interruzioni tra due lavori, una situazione diffusa con il lavoro precario. Ma non si tratta di un’opportunità aperta a tutti, bensì solo ai lavoratori che rientrano nel regime contributivo di calcolo della pensione, quindi – come spiega PensioniOggi – si tratta di quelli che non hanno contributi versati prima del 1° gennaio 1996. E poi non ha una durata illimitata: si può esercitare fino al 31 dicembre 2021, per un triennio, trattandosi di una forma sperimentale. C’è un’altra limitazione: il riscatto è possibile per tutti i periodi compresi tra la data di prima iscrizione alla previdenza e l’ultimo contributo versato all’Inps. Di questi periodi, il lavoratore può scegliere quali e quanti riscattare, tenendo conto di un limite massimo di cinque anni, anche se non continuativi (cinque mesi in un anno; tre mesi in un altro anno; e così via).