RIFORMA PENSIONI, LE USCITE CON QUOTA 100

In un articolo sul Quotidiano Nazionale viene ricordato come l’annuncio di Giuseppe Conte relativo a Quota 100 potrebbe provocare una “corsa” a usufruire della misura di riforma pensioni varata dal Governo Conte-1 entro la fine del prossimo anno da parte di chi maturerà i requisiti richiesti entro tale data. Il QN evidenzia tuttavia che il diritto a usufruire di Quota 100 resterà anche dopo il 31 dicembre 2021 per quanti avranno maturato i requisiti e dunque potrebbero decidere di accedere alla quiescenza più avanti. “Ma dai patronati come dai sindacati si osserva che la quota di chi sa che ‘si può tenere in tasca’ il diritto acquisito è minima”. Inoltre, si stima che sia nel settore privato che in quello pubblico, a causa del Covid, vi saranno più persone spinte ad accedere alla pensione. Sia per i posti di lavoro a rischio, sia per “condizioni di ‘sofferenza’ che spingono a lasciare quando si può”, come nel caso della scuola o della sanità. Per questo, “secondo stime di sindacati e addetti ai lavori, si potrebbe arrivare a circa 300mila uscite anticipate” nel 2021.



INCONTRO GOVERNO-SINDACATI IL 14 OTTOBRE

Nunzia Catalfo ha deciso di convocare i sindacati, per portare avanti il confronto sulla riforma pensioni, per il prossimo 14 ottobre. Una data parecchio distante da quella precedentemente concordata del 25 settembre, saltata poi per la quarantena cautelativa cui la ministra del Lavoro si è sottoposta, anche se ciò non le ha impedito di prendere parte a eventi e iniziative in collegamento telefonico. Secondo quanto riporta La Stampa, il Governo vorrebbe “mettere a punto un disegno di legge delega da approvare entro giugno, luglio al massimo, proprio quando il programma Next generation entrerà nel vivo e i fondi cominceranno ad arrivare. Le linee guida della riforma delle pensioni è probabile che vengano comunicate a Bruxelles già ad aprile quando saranno formalizzati i piani definitivi del Recovery”. L’esecutivo cercherà anche “di ampliare la lista dei lavori gravosi e di concedere uno sconto e far uscire prima chi ha avuto figli o ha accudito in ambito familiare persone non autosufficienti”.



RIFORMA PENSIONI, FELICE: RITORNO GRADUALE A LEGGE FORNERO

Emanuele Felice, responsabile economico del Partito democratico, intervistato da affaritaliani.it evidenzia che “Il governo con dentro Salvini e la Lega” non aveva abolito la Legge Fornero. Con la scadenza e il mancato rinnovo di Quota 100, “gradualmente si tornerà all’impianto della legge Fornero da attuare con buon senso per non creare discriminazioni”. Sempre a proposito della posizione dell’attuale esecutivo in tema di riforma pensioni, il deputato di Fratelli d’Italia Marco Silvestroni, come riporta notizienazionali.it, sottolinea che “Quota 100 fu una proposta di buon senso prevista dal programma del centrodestra e la votammo per coerenza. Il M5S la sostenne convintamente, e ora? Avrà la nostra stessa coerenza o farà il voltafaccia come Conte solo per tenersi le poltrone? La risposta la conosciamo già”. Anche il capogruppo alla Camera di FdI, Francesco Lollobrigida, si chiede se M5s sarà coerente con le proprie scelte del passato o se invece cambierà idea per un mero calcolo politico di poltrone.



LE PAROLE DI BOCCIA

Anche Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, ha detto la sua sul dibattito nato sulla riforma pensioni dopo le parole con cui Giuseppe Conte ha annunciato la volontà di non rinnovare Quota 100. Intervenuto a Sciacca (Agrigento) in vista delle Amministrative, come riportato da “grandangoloagrigento.it”, l’esponente Pd ha dichiarato: “Sulle pensioni il governo non ha fermato nulla perché non c’era nulla da fermare. La loro legge ha una scadenza che tutti conoscono. Se Salvini avesse voluto, come dice, estendere questi effetti per i prossimi anni avrebbe potuto farlo, ma come sempre la Lega ha pensato solo al brevissimo termine, che in quel caso coincideva con le elezioni europee“. Boccia ha poi rincarato la dose: “Anziché dire che abbiamo cancellato una cosa che non c’era, dica cosa vorrebbe fare e come, ammettendo almeno che non è stato cancellato nulla perché la norma su quota 100 è in scadenza nel 2021. Poi il Parlamento è sempre sovrano e deciderà cosa fare in futuro“. (agg. di Dario D’Angelo)

COSENTINO (CONFSAL): “BASTA SOAP SU QUOTA 100”

Le ultime notizie sul fronte delle pensioni sono indubbiamente legate all’annuncio di Giuseppe Conte, che ha manifestato l’intenzione del governo di non rinnovare Quota 100 alla scadenza del triennio. Una decisione politica che Domenico Cosentino, responsabile previdenziale Confsal comparto privato, accoglie positivamente, ma a determinate condizioni, come sottolineato dal portale “pensionipertutti.it”: “Bene la precisazione del Premier Giuseppe Conte sulla naturale scadenza al 2021 di Quota 100, la quale non fa altro che confermare quanto già normato in precedenza. Quota 100 non è stata né una riforma previdenziale di riferimento al sistema pensionistico italiano, e né tantomeno ha sostituito la ancora attuale/ in vigore Legge Fornero, ma è stata pensata come uno dei tanti provvedimenti previdenziali, che ha permesso ad una discreta platea di contribuenti di accedere alla pensione in presenza di determinati e specifici requisiti contributivi e di età“. Poi l’affondo: “È in ragione di ciò, che i contribuenti italiani sono abbastanza stanchi di assistere a questa “soap opera” su Quota 100, essi, infatti, hanno l’esigenza di una vera, seria e strutturale riforma del nostro sistema previdenziale. Una riforma concreta, che perduri nel tempo e non segua la logica del “di anno in anno”. Una riforma che distingua e separi la spesa previdenziale da quella assistenziale, che ampli la platea dei lavoratori usuranti, che discuta di flessibilità di uscita, di staffetta generazionale, di previdenza complementare, non tralasciando la necessaria riforma di Opzione Donna“. (agg. di Dario D’Angelo)

RIFORMA PENSIONI, CAPONE CONTRO CONTE

Paolo Capone non è certo tenero nei confronti delle recenti dichiarazioni del Premier in tema di riforma pensioni. “Le gravi affermazioni del presidente Conte su ‘quota 100’ offendono non soltanto migliaia di cittadini ma anche il buon senso”, spiega il Segretario generale dell’Ugl. Dal suo punto di vista “è inaccettabile la scelta del Governo di non rinnovare una misura che ha consentito a 300 mila lavoratori di andare in pensione, favorendo il ricambio generazionale e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Infatti, prima della pandemia Covid-19, tra febbraio 2019 e febbraio 2020, si è ridotta la percentuale di disoccupazione di oltre 1 punto e si è abbassata di 4 punti la disoccupazione giovanile. Se non esiste una strategia a supporto dell’abolizione di ‘quota 100’ tornare alla legge Fornero sarebbe una mortificazione per i lavoratori, a cui l’Ugl si opporrà con forza”.

IL RICHIAMO SUL REDDITO DI CITTADINANZA

Capone aggiunge che “se proprio devono essere riviste delle misure che hanno causato solo danni e perdita di denaro pubblico, che venga cancellato il reddito di cittadinanza, il cui esito fallimentare appare evidente a tutti”. Su questo tema c’è da segnalare l’intenzione di rivedere la misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle. Il sindacalista invita inoltre il Governo ad abbandonare “la logica miope dell’austerity, fondata sui tagli alle pensioni e sull’aumento delle tasse”, rinunciando altresì “alla trappola del Mes che rappresenta una minaccia alla sovranità politica ed economica del nostro Paese”.