PENSIONI, COME FUNZIONA LA PROPOSTA NISINI
Con un’intervista di Tiziana Nisini al Corriere della Sera lo scorso venerdì, è emersa una possibile nuova opzione per la riforma pensioni meno “roboante” delle ipotesi già circolate negli scorsi mesi ma pur sempre interessante da porre sul tavolo nelle contrattazioni nelle prossime settimane: anticipare la pensione di 5 anni ai lavoratori più anziani e favorire nello stesso tempo alle aziende le assunzioni dei giovani.
Il progetto della sottosegretaria al Lavoro della Lega prevede per l’appunto l’estensione del contratto di espansione nelle aziende anche con meno di 100 dipendenti: «serve a favorire il ricambio generazionale, Mi riferisco al contratto di espansione, che consente, con un accordo tra azienda e sindacati, di mandare i lavoratori anziani in pensione fino a 5 anni prima, in cambio dell’assunzione di giovani». In vista della fine di Quota 100, la “riforma Nisini” potrebbe prevedere per l’appunto uno strumento in più «per affrontare lo scalone che ci troveremo davanti il 31 dicembre prossimo con la fine di Quota 100, perché non basterebbero più 62 anni per andare in pensione ma ce ne vorrebbero 67», spiega la stessa sottosegretaria leghista. L’ipotesi principale è estendere il contratto di espansione, già presente nelle aziende con più di 1000 dipendenti (e dal Decreto Sostegni Bis anche sopra i 100 dipendenti), alle imprese con più di 50 lavoratori. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CAZZOLA
In un articolo pubblicato sul Quotidiano del Sud, Giuliano Cazzola evidenzia che una volta che il Governo deciderà di varare la riforma pensioni bisognerà vedere se ancora una volta “la previdenza verrà chiamata a venire in soccorso dell’occupazione. Già negli anni ’80 del secolo scorso la ristrutturazione di importanti settori produttivi fu messa a carico del sistema pensionistico attraverso i prepensionamenti (circa 400mila per un costo di 50mila miliardi di lire) il cui onere fa parte dei trasferimenti ordinari dal bilancio dello Stato a quello dell’Inps. Questa pratica è stata ridimensionata in seguito, ma si sono sempre trovate delle scappatoie come, ad esempio, l’anticipo del pensionamento per i lavoratori adibiti a mansioni che comportavano il contatto con l’amianto, a prescindere dalla contrazione del mesotelioma”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Un altro ex deputato, Cesare Damiano, ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, in onda su Radio Cusano Campus, ha commentato il parere dell’Ue contrario al blocco dei licenziamenti in Italia. “A voler essere buoni si potrebbe dire che è uno dei tanti studi che l’Europa fa, uno dei tanti dossier in cui si trattano argomenti delicati in modo non appropriato, non ci si rende conto che soprattutto in Italia l’argomento è piuttosto scottante. Dicono che è uno studio e non una raccomandazione politica, ma non siamo così ingenui da pensare che non abbia una valenza politica. L’Europa ha anche lodato la riforma Monti-Fornero sulle pensioni, che per me è stata assolutamente sbagliata, non è quindi la prima volta che l’Ue lascia scappare i buoi dalla stalla”, ha detto l’ex ministro del Lavoro.
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