LE PAROLE DI SALVINI
Matteo Salvini, partecipando ieri a una manifestazione dei Magistrati onorari in piazza Montecitorio, come riporta l’Agenzia Vista, ha detto: “L’impegno che ci prendiamo per il futuro Governo è una riforma della giustizia, riforma fiscale, riforma del lavoro, riforma della scuola, riforma delle pensioni, per aiutare milioni di lavoratori italiani. Quando entro in un’aula di tribunale, purtroppo mi accade spesso, e leggo ‘La giustizia è uguale per tutti’ e penso a Bonafede, mi dico che c’è qualcosa che non funziona”. A proposito di Montecitorio, lanotiziagiornale.it segnala che nel bilancio previsionale della Camera si segnala un aumento della spesa previdenziale “sia per quanto riguarda i trattamenti previdenziali spettanti ai deputati cessati dal mandato, sia per quanto riguarda le pensioni del personale in quiescenza”. In particolare per la prima voce sono previsti 133,1 milioni, mentre per la seconda ben 274,4 milioni. “Esborsi notevoli che incidono per circa il 30% sul bilancio complessivo”.
RIFORMA PENSIONI, PROIETTI SULL’ISOPENSIONE
Ieri si è svolto l’esecutivo regionale della Uil Calabria, cui ha partecipato anche il Segretario generale Pierpaolo Bombardieri, il quale, come riporta lametino.it, ha ricordato che “siamo sempre dalla parte giusta, pretendiamo sempre di dire la nostra, pretendiamo che il Governo presti la massima attenzione ai lavoratori, ai giovani, alle donne, ai pensionati, ai più deboli. E in questo pensiamo di aver fatto quello che voi avreste voluto”. Intanto il Segretario confederale della Uil Domenico Proietti ha commentato una delle misure di riforma pensioni contenuta nella Legge di bilancio, ovvero l’isopensione, spiegando di ritenere che possa “essere un importante strumento per gestire le ristrutturazioni aziendali, soprattutto in questo periodo, tutelando efficacemente i lavoratori”. Tra l’altra l’isopensione, introdotta originariamente con la Legge Fornero, è stata non solo prorogata, ma potenziata consentendo il suo utilizzo per i lavoratori che si trovano a sette anni dal traguardo pensionistico.
LA MODIFICA ALL’EMENDAMENTO PRO ESODATI
In un post sulla pagina Facebook del Comitato 6.000 esodati esclusi, Gabriella Stojan mostra il testo dell’emendamento, dopo le modifiche imposte dalla Ragioneria generale dello Stato, alla Legge di bilancio in materia di riforma pensioni per quel che riguarda la nona salvaguardia degli esodati, evidenziando come sia stato cassato uno specifico paragrafo della formulazione iniziale dell’emendamento stesso: “Qualora dal monitoraggio non risulti il raggiungimento dei limiti di spesa, anche in via prospettica, determinati ai sensi dei commi 346 e 348 del presente articolo, le eventuali economie sono finalizzate al finanziamento di eventuali ulteriori misure di salvaguardia che si rivelassero ancora necessarie”. Di fatto, quindi, gli eventuali risparmi non spesa non potranno essere utilizzati per finanziare un’eventuale decima salvaguardia degli esodati, che potrebbe essere nell’ordine delle cose considerando che con la manovra vengono salvaguardati 2.400 esodati contro i 6.000 esclusi cui lo stesso Comitato di cui Stojan è amministratrice fa riferimento.
BOERI E PEROTTI CONTRO NONA SALVAGUARDIA ESODATI
In un articolo pubblicato su Repubblica, Tito Boeri e Roberto Perotti criticano alcune misure contenute nella Legge di bilancio su cui il 27 dicembre la Camera voterà la fiducia, compresa una che ha a che fare con la riforma pensioni. Gli autori scrivono infatti che la manovra “contiene emendamenti che erano stati presentati senza fortuna nei cinque anni precedenti e che non hanno nulla a che vedere con l’emergenza Covid. L’esempio più eloquente è quello della nona salvaguardia dalla riforma Fornero del 2011(!). Sulla carta costa poco (35 milioni il primo anno), ma allarga ulteriormente le platee esonerate da una riforma che ha avuto luogo 10 anni fa (includendo chi aveva versato contributi aggiuntivi volontariamente in vista di un possibile pensionamento anticipato). Ancora più grave il fatto che si prefigurano espressamente ‘eventuali ulteriori misure di salvaguardia che si rendessero ancora necessarie’. Un pessimo segnale: se in 10 anni non siamo riusciti a chiudere la riforma Fornero, quanto ci vorrà per uscire da quota 100?”.
AZIONE LEGALE CODACONS
Come riporta agenpress.it, il Codacons ha deciso di offrire assistenza ai militari e agli appartenenti alle forze dell’ordine, avviando un’azione legale volta a garantire loro “il ricalcolo e l’adeguamento pensionistico previsto dalle leggi vigenti e confermato da diverse sentenze delle Corti dei Conti di tutta Italia”. Infatti, nonostante le diverse misure di riforma pensioni che si sono succedute negli anni, è rimasta viva una contraddizione contenuta in due articoli del Dpr 1092/1973: “l’Art. 44 che fissa l’aliquota pensionabile al 35% e l’Art. 54 che, invece, la vorrebbe al 44%. Il contrasto prende corpo principalmente con riferimento a quei militari e/o membri delle forze di polizia che al 31.12.1995 avessero maturato almeno 15 anni, ma meno di 18, di servizio utile, e che quindi hanno o avranno la pensione determinata con il sistema c.d. misto. L’Inps ha sempre sostenuto che si dovesse applicare l’aliquota inferiore ma negli ultimi due anni si sono succedute diverse pronunce favorevoli ai militari, o ex militari, dinanzi a numerose Corte dei Conti regionali che hanno disposto adeguamenti per decine di migliaia di euro a ciascun ricorrente”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CAZZOLA
Si sta discutendo non poco in queste ore della nona salvaguardia degli esodati, prevista tra le misure di riforma pensioni della Legge di bilancio grazie a un emendamento della commissione Bilancio della Camera, che è stato però bocciato dalla Ragioneria generale dello Stato. Giuliano Cazzola, sulle pagine del Foglio, scrive che “la questione degli ‘esodati’, se e quando in Italia si potrà ricostruire un percorso di verità, verrà ricordata come una delle più grandi montature del XXI secolo, in cui i mezzi di comunicazione sono stati in grado, per molti mesi, di emulare la beffa radiofonica notturna di Orson Welles sull’atterraggio dei marziani”. Secondo l’ex deputato, dopo la prima salvaguardia “le successive estesero via via la platea dei beneficiari ampliando i requisiti di eligibilità e/o introducendo nuove categorie di destinatari”. E si è arrivati a erodere, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, il 13% dei quasi 88 miliardi di risparmi di spesa ottenuti con la Legge Fornero.
SERVIRÀ UNA DECIMA SALVAGUARDIA PER GLI ESODATI?
Per Cazzola, “tanti ‘esodati’ che non erano riusciti a entrare nelle salvaguardie avrebbero potuto avvalersi prima dell’Ape sociale, poi anche di Quota 100. Ma sono rimasti appesi al ramo dell’esodo perché le regole pre-riforma erano certamente più vantaggiose, sia per quanto riguarda l’età pensionabile di vecchiaia, sia per i requisiti per il trattamento di anzianità, nei cui flussi annui sono confluiti, a ranghi compatti, i soggetti salvaguardati”. Se ci sarà la nona salvaguardia per 2.400 esodati, secondo Cazzola bisognerà prepararsi a vederne in futuro una decima.