LE MANCANZE DEL GOVERNO PER I SINDACATI
Si continua a discutere della manovra e degli interventi di riforma pensioni collegati. Ignazio Ganga, partecipando ai lavori del Consiglio generale della Cisl di Grosseto ha detto che “ci saremmo aspettati un segnale maggiore per i lavoratori, le lavoratrici e i pensionati, che contribuiscono in maniera fondamentale alle finanze dello Stato, basti pensare che da loro arriva il 90 per cento del gettito Irpef, anche per dar loro modo di esprimersi al meglio nel luogo dove scelgono di vivere. Ci saremmo aspettati una riduzione maggiore della pressione fiscale e una rivalutazione complessiva delle pensioni minime, cosa che invece non avviene”, ha evidenziato il Segretario confederale della Cisl, stando a quanto riportato da grossetonotizie.com. Si avvicina intanto la manifestazione dei sindacati dei pensionati in programma a Roma il 16 novembre. Ivan Pedretti, Segretario generale dello Spi-Cgil, tra le altre cose ha ricordato, in un video su Facebook, che il Governo dovrebbe rivalutare davvero le pensioni e che la quattordicesima va data a chi ne ha più bisogno.
LA PROPOSTA DI COTTARELLI
Carlo Cottarelli ha scritto un nuovo libro che si intitola “Pachidermi e pappagalli”, nel quale cerca di smontare alcune bufale sull’economia cui molti italiani credono. Per l’occasione Il Corriere della Sera ha intervistato l’ex commissario alla spending review, chiedendogli anche un commento sulla riforma pensioni con Quota 100 e il reddito di cittadinanza. “Il Reddito parte da un principio giusto: dare un sostegno rispetto all’aumento della povertà, ma è stato fatto male: favorisce i single e penalizza le famiglie numerose, dove è più diffusa la povertà; non tiene conto del diverso potere d’acquisto tra Nord e Sud. Quota 100 ha peggiorato l’andamento della spesa previdenziale, che già era poco rassicurante prima”, sono le parole di Cottarelli, cui viene ricordato che “sulle pensioni lei propone di «consentire a chi fa più figli di andare in pensione prima»”. L’intervistato evidenzia che si tratta di “una proposta da approfondire, ma secondo me avrebbe il vantaggio di incentivare la natalità senza un costo immediato per lo Stato”.
M5S SULLE RIVALUTAZIONI
Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil si stanno preparando per la manifestazione in programma a Roma il 16 novembre contro le scelte del Governo, in tema di riforma pensioni sia per il mancato ampliamento della quattordicesima, sia per l’esclusione dei pensionati dal taglio del cuneo fiscale che per la rivalutazione degli assegni fino a 2.000 euro al mese che comporterà aumenti di pochi centesimi per i pensionati. Su quest’ultimo tema va segnalato un post scritto dal Movimento 5 Stelle sulla propria pagina Facebook, dedicato a quelle che vengono definite “bufale” in merito alla manovra. “‘Aumentano le pensioni di soli 3€’. FALSO! Questa le batte tutte. Le pensioni tra 1539 euro e 2052 euro l’anno scorso godevano di un aumento pari al 97% dell’inflazione, che alzeremo ulteriormente al 100%! Una pensione di 2000 euro lordi avrà quindi il massimo della rivalutazione possibile”, scrivono i pentastellati, aggiungendo: “Chi è onesto intellettualmente deve riconoscere la verità dei fatti, ma da Salvini, Meloni e Berlusconi non ci aspettiamo niente di più dello spettacolo indegno che stanno offrendo ormai da tempo”. Nessuna parola però sulle proteste dei sindacati.
COMMISSIONE UE CONTRO QUOTA 100
La riforma pensioni continua a essere un tema che viene stigmatizzato nelle considerazioni della Commissione europea riguardo l’economia italiana. Anche oggi, con la presentazione delle previsioni autunnali, Bruxelles ha puntato il dito contro Quota 100 e il Reddito di cittadinanza, segnalando che il debito pubblico del nostro Paese sarà superiore al 136% anche l’anno prossimo sia per la debole crescita del Pil, ma anche per il deterioramento dell’avanzo primario e il costo in aumento di misure approvate in passato, come appunto Rdc e Quota 100. “La spesa del Governo aumenta per l’introduzione del reddito di cittadinanza e delle misure che ampliano la possibilità di pensionamento anticipato”, sono parole contenute nelle considerazioni della Commissione, stando a quanto riporta Ansa. Bruxelles evidenzia in particolare che solamente dal 2020 tali misure mostreranno il loro pieno costo annuale, visto che non sono partite da gennaio di quest’anno. Ricordiamo che anche nelle precedenti occasioni dalla Commissione erano arrivati commenti negativi circa l’effetto di Quota 100 sui conti pubblici italiani.
LA SCELTA DELL’ARS SUI VITALIZI
La Commissione speciale dell’Assemblea regionale Siciliana ha approvato la proposta di legge per il taglio di vitalizi e pensioni di reversibilità frutto dell’accordo tra Pd e Forza Italia che, come spiega l’edizione palermitana di Repubblica, “prevede un taglio lineare del 9 per cento per tutti i beneficiari di vitalizio e assegno di reversibilità. La riduzione dei vitalizi avrà una durata di cinque anni”. Il testo “dovrà andare in aula, anche se potrebbe essere semplicemente recepito dall’Ufficio di presidenza di Palazzo dei Normanni”. Da segnalare che il Governatore Musumeci chiedeva una riforma pensioni in linea con il taglio chiesto dal Governo e senza alcun limite temporale. I 5 Stelle parlano di “un’enorme presa in giro. Oltre a essere gli ultimi in Italia ad operare il taglio, siamo riusciti anche ad essere anche i peggiori, visto che tutte le altre regioni hanno tagliato con percentuali molto più importanti, qui invece, si è proceduto con un taglio ridicolo di appena il 9 per cento e neanche definitivo, visto che sarà operativo solo per 5 anni, praticamente una beffa per i siciliani”.
QUOTA 100, MIGLIORA IL TURNOVER GENERAZIONALE
Si è parlato molto di quanto la riforma pensioni con Quota 100 dovesse avere anche un effetto positivo sul ricambio generazionale nel mercato del lavoro. Se le prime previsioni dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro parlavano di un posto di lavoro per un giovane ogni tre pensionati con Quota 100, con un tasso di sostituzione intorno al 37%, ora la situazione sembra migliorata. Come riporta il sito di Ipsoa, infatti, l’Osservatorio, in base alle stime effettuate al terzo trimestre dell’anno, e quindi dopo sei mesi di applicazione di Quota 100, indica un tasso di sostituzione al 42%. “I dati aggiornati sono incoraggianti anche grazie alla possibilità di un ricambio generazionale basato sugli ingressi dei giovani nel mercato del lavoro con un contratto di apprendistato. Il presidente della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, Rosario De Luca ha sottolineato che il tasso di sostituzione, aggiornato a settembre, è salito al 42%, incrementando le opportunità di lavoro per i giovani”, si legge.
IL CAMBIAMENTO PER I LIBERI PROFESSIONISTI
In un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore viene evidenziato il cambiamento portato per i liberi professionisti da un sentenza della Corte di Cassazione che per certi versi rappresenta una sorta di riforma pensioni, visto che consente il ricongiungimento dei contributi versati presso la gestione separata dell’Inps. Ciò consente “da un lato di raggiungere i pensionamenti tipici di ogni ordinamento (tutti anteriori ai 42 anni e 10 mesi, si per i consulenti del lavoro, per i commercialisti e per gli avvocati) e di mantenere il metodo di calcolo della Cassa senza alcuna necessaria conversione al metodo contributivo. La ricongiunzione, d’altra parte, è un metodo di calcolo oneroso” rispetto alla totalizzazione o al cumulo contributivo, che invece sono gratuite. Tuttavia, “l’onere viene abbattuto dal valore de contributi che migrano, rivalutati, nella Cassa accentrante, eil residuo da pagare, anche in forma rateizzabile con interessi, risulta pienamente deducibile dal reddito”. Ecco dunque che per i liberi professionisti la sentenza della Cassazione diventa certamente interessante.
RIFORMA PENSIONI, L’INIZIATIVA CGIL
Si è detto in diverse occasioni che in tema di riforma pensioni si agisce poco guardando ai giovani. Anche per questo la Cgil ha deciso di avviare la campagna “Giovani e Pensioni-Rivolti al futuro”. Mbnews.it riporta le parole di Davide Cappelletti, Direttore Provinciale del Patronato Inca-Cgil Brianza, secondo cui “sicuramente un obiettivo importante, ma parallelamente sarebbe estremamente educato, nonché doveroso, se un Governo italiano, meglio prima che poi, riuscisse a dimostrare una concreta attenzione alle tematiche previdenziali dei giovani. È vero che da un lato la pensione andrebbe costruita e pianificata da parte dei giovani, ma, dall’altro, non si può negare che di fatto le riforme previdenziali e/o del mercato del lavoro necessarie per modificare lo stato dell’arte può farle solo la politica”.
GLI INTERVENTI IN FAVORE DEI GIOVANI
Dal suo punto di vista “sono mancate coraggiose riforme previdenziali che, scarsamente orientate ad una visione sul lungo periodo non hanno colto le problematiche legate al metodo di calcolo contributivo della pensione, alle carriere discontinue dei precari e al continuo incremento del requisito della pensione”. Cappelletti confida in ogni caso che “le proposte pensionistiche avanzate unitariamente dalla Cgil, per sollecitare un intervento anche a favore dei giovani, possano essere seriamente discusse nelle sedi opportune. In caso contrario avrà ragione quel comico, credo Siani, che causticamente ha affermato che hanno alzato talmente tanto l’età pensionabile che per andare in pensione non ci vuole la terza età, ci vuole la reincarnazione”.