FORNERO, RIFORMA QUOTA 100 TROPPO COSTOSA
«Serve un compromesso per evitare un innalzamento troppo brusco dell’età pensionabile per alcuni lavoratori ma, nello stesso tempo, anche un messaggio molto chiaro verso il ritorno al percorso indicato dalla riforma pensioni del 2011»: a dirlo è l’ex Ministra Elsa Fornero, intervista da “Repubblica” in merito alle ultime novità del Governo sulla prossima Quota 102-Quota 104.
Mentre sindacati e Lega continuano a ritenere errato l’iter di “pensionamento” della Quota 100, Fornero difende la sua legge bocciando nettamente il provvedimento del primo Governo Conte: «Quota 100 – spiega a “Rep” – è stato un passo indietro, molto costoso, che ha dato benefici a pochi e che non ha affatto mantenuto la promessa di aumentare l’occupazione giovanile in sostituzione di quella più anziana. Il governo Draghi sapeva di dover tornare ad una situazione di maggiore sostenibilità della spesa pensionistica senza scaricare i costi sulle generazioni più giovani». Meglio Ape Social e Opzione Donna, occorre per Fornero ridurre comunque al minimo l’anticipo pensionistico in quanto «è a carico della fiscalità generale». Da ultimo, stroncatura anche di Quota 41: conclude Elsa Fornero, «lasciare dopo 41 anni il lavoro vuol dire cancellare un decennio, riportare indietro le lancette dell’orologio. Non capisco perché una persona stimabile e ragionevole come Landini possa fare una proposta di questo tipo che non tiene conto delle variabili economiche e demografiche. Il Paese ha bisogno che si lavori di più, non di meno».
LEGA E CONFINDUSTRIA SULLA NUOVA RIFORMA PENSIONI
Se Confindustria si conferma lontano dai sindacati, e dalla Cgil in particolare, anche sul tema pensioni, fa più effetto vedere l’insolito asse Landini-Salvini contro la Quota 102 presentata dal Ministro Franco in vista della prossima Manovra di Bilancio.
Oltre al fronte contrario alla “nuova Quota” dal sindacato ‘rosso’, anche il leader della Lega si è fatto sentire nelle scorse ore per manifestare la distanza sul fronte pensioni dal MEF e da Palazzo Chigi: «Ho scritto a Draghi per dire no a interventi a gamba tesa sulle pensioni. Sarebbe un errore rifinanziare il Reddito di cittadinanza e tagliare le pensioni». Di contro invece il Presidente degli industriali Carlo Bonomi che all’ANSA rileva, «Quota 100 non ci è mai piaciuta: una misura costata tanto e che non ha raggiunto gli obiettivi di ricambio occupazionale. Poi abbiamo 9 sistemi di prepensionamento, credo siano abbastanza, che pesano sui giovani. Piuttosto si può ragionare sui lavori usuranti». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LA STIMA DELLA CGIL
L’Osservatorio previdenza della Cgil ritiene “inutili” Quota 102 e Quota 104, perché verrebbero utilizzate da poco meno di 10.500 persone. Le proiezioni del sindacato, basate sui dati di chi ha usufruito finora di Quota 100, parlano di 8.500 beneficiari circa nel 2022 e poco più di 1.900 nel 2023. Matteo Salvini fa intanto sapere che la Lega troverà un accordo con Draghi, anche perché “intervenire a gamba tesa sulle pensioni non mi sembra il modo migliore per fare rialzare il Paese”. Secondo quanto riporta Adnkronos, citando fonti di governo, l’esecutivo starebbe cercando di reperire un miliardo di euro da aggiungere alle risorse destinate alle misura di riforma pensioni nella Legge di bilancio, in modo proprio da cercare di accontentare la Lega.
LE PAROLE DI VOLPONI (FNP-CISL)
Tuttavia sono anche i sindacati, come dimostra l’analisi della Cgil, a evidenziare l’inadeguatezza delle ipotesi finora in campo, che dipendono anche dalle poche risorse (1,5 miliardi di euro in tre anni) messe sul piatto. La Segretaria Fnp-Cisl Nazionale Patrizia Volponi, ospite della trasmissione di Radio Cusano Campus “L’Italia s’è desta”, ha detto che “Quota 102 e Quota 104 è l’ipotesi del ministro Franco e per noi è impraticabile. Una seria riforma del sistema pensionistico italiano va condivisa con le parti sociali invece in questo caso il governo è andato avanti da solo”. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha chiesto però alle organizzazioni dei lavoratori di attendere la proposta definitiva del Governo prima di giudicare.
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