PUGLISI: MANTENUTA LEGGE FORNERO

Ospite della trasmissione L’aria che tira, Riccardo Puglisi è tornato a parlare della riforma pensioni varata dal Governo, dicendo ad Alvise Maniero, deputato del Movimento 5 Stelle: “Ringraziamo il cielo che avete fatto l’orrida controriforma delle pensioni Quota 100 in maniera temporanea, cioè sostanzialmente avete mantenuto la riforma Maroni-Fornero”. Adolfo Urso, invece, nel corso del Question time al Senato ha detto, rivolto al Governo: “Avete tagliato le pensioni a quasi 6 milioni di italiani mentre avete preservato le pensioni d’oro dei sindacalisti”. “Ora la proposta di legge di Fratelli d’Italia ha iniziato il suo iter in Parlamento, se davvero il governo vuole mantenere le promesse può farlo subito dando il proprio consenso alla nostra proposta, invece di fuggire dalle aule parlamentari per non ammettere quello che è evidente: in pochi giorni avete colpito le pensioni del ceto medio, in un anno non avete voluto eliminare il privilegio dei sindacalisti truffaldini, che si sono avvantaggiati di una legge fatta male, come ha ammesso lo stesso autore Treu”, ha aggiunto come ricorda lavocedelpatriota.it.



CGIL: RISPARMI QUOTA 100 PER CAMBIARE LEGGE FORNERO

Si sta parlando molto in questo periodo del numero di domande presentate all’Inps per accedere alla riforma pensioni con Quota 100. La Segretaria regionale dello Spi-Cgil Ivana Olivieri e il Segretario organizzativo della Cgil Liguria Fabio Marante, in una nota riportata da primocanale.it, spiegano che in Liguria, dall’inizio dell’anno, sono state presentate circa 5.000 domande per Quota 100. Per la Cgil, “è possibile investire le risorse risparmiate per superare la legge Fornero in misure che vadano incontro alle esigenze di tutti i lavoratori e non solo di un parte. I 7 miliardi di euro di minori uscite rispetto a quelle stanziate possono servire per dare attuazione ad una vera riforma previdenziale che superi strutturalmente l’impianto della Fornero e che vada incontro alle esigenze di flessibilità in uscita, soprattutto per le donne e per i lavori gravosi”. C’è da dire, tuttavia, che i risparmi di quest’anno sono già stati destinati a ridurre il deficit: manovra atta a evitare la procedura d’infrazione europea.



ESODATI, L’IMPEGNO DI DURIGON

C’è ancora attesa da parte dei circa 6.000 esodati ante-Fornero rimasti esclusi dalle otto salvaguardie finora varate. Nell’ultima Legge di bilancio non è stato fatto nulla per loro, ma ora c’è la promessa, da parte di Claudio Durigon, di un intervento in loro favore con la prossima manovra. Il sottosegretario al Lavoro ha infatti detto, ai microfoni di Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione “L’Italia s’è desta”, che nella prossima Legge di bilancio ci sarà un provvedimento sugli esodati, anche se ha fatto anche sapere che dal suo punto di vista il numero degli esodati esclusi è inferiore alle 6.000 unità. Questo perché, a suo modo di vedere, è stata nel frattempo varata la Quota 100. Una posizione che non viene condivisa dal Comitato esodati licenziati e cessati. Gabriella Stojan ha infatti scritto: “Ricordiamo all’On. Durigon che solo in rarissimi casi qualche esodato è riuscito a raggiungere la quota 100 dal momento che, come abbiamo illustrato numerose volte sia negli incontri che nei nostri documenti, la maggioranza dei 6.000 esodati residui ha insufficiente anzianità contributiva per poter accedere alla quota 100”.



I DATI BES-ISTAT

Si è parlato molto di una riforma pensioni che portasse a un aumento degli assegni, ritenuti in taluni casi di importo non proprio adeguato al costo della vita. Il Quotidiano di Sicilia riporta i dati contenuti nel rapporto Bes diffuso dall’Istat, secondo cui nel 2017 “il reddito pensionistico nella nostra regione è stato mediamente pari a 15.887 euro: si tratta del quarto valore più contenuto in Italia, redditi pensionistici più bassi solo in Basilicata (15.334 euro), Calabria (15.348 euro) e Molise (15.635 euro). Nell’Isola i redditi pensionistici appaiono in linea rispetto al Mezzogiorno (15.966 euro), ma ben al di sotto rispetto alla media italiana (18.236 euro) e oltre quattromila euro meno rispetto al Lazio (20.581 euro) e Lombardia (19.751 euro), le regioni con gli importi più elevati”. Anche in Sicilia si conferma il divario di genere: “Le donne percepiscono un reddito pensionistico molto inferiore rispetto agli uomini: ad esempio in Sicilia, lo scarto è pari a 4.200 euro (rispettivamente 13.826 euro e 18.040 euro)”.

LA FLAT TAX AL SUD

Un’importante misura di riforma pensioni, dal punto di vista fiscale, è quella che ha introdotto una flat tax del 7% (della durata di nove anni) per quanti, dall’estero, compresi pensionati, sposteranno la loro residenza in un piccolo comune del Sud o delle Isole. Vastoweb.com ricorda che lo scopo della misura, come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, è “favorire gli investimenti, i consumi e il radicamento nei Comuni del Mezzogiorno con determinate caratteristiche demografiche, da parte di soggetti non residenti, non solo stranieri ma anche italiani, che percepiscono redditi da pensione di fonte estera”. È importante sapere che per usufruire di questa agevolazione occorre non essere residente in Italia da almeno 5 anni e che “sono previsti anche dei casi di decadenza quando siano venuti meno i requisiti previsti dalla normativa, oppure in caso di omesso o parziale versamento dell’imposta sostitutiva, o quando si sia trasferita la residenza in un Comune diverso da quelli contemplati, o infine se il contribuente abbia deciso di portare la residenza all’estero”.

ANAP SU RAPPORTO INPS

L’Associazione nazionale anziani e pensionati aderente alla Confartigianato ha ripreso i dati contenuti nell’ultimo Rapporto Inps per ricordare che “i pensionati ex artigiani alla fine del 2018 erano 1.695.608, con un importo medio lordo di pensione di circa 928 euro. In termini generali la spesa per rate di pensione dell’anno 2018, espressa in termini di competenza a finanziaria, al netto della spesa per trattamenti per carichi familiari pari a 671 milioni, è risultata pari a 265.573 milioni, con un aumento dell’1,9% rispetto al 2017”. Rispetto alla novità principale di riforma pensioni, ovvero la Quota 100, l’Anap ricorda che “per quanto riguarda in modo specifico gli artigiani, le pensioni erogate dall’Inps con Quota 100 sono state 14.278 (13.015 uomini e 1.263 donne), con un importo medio di circa 1.043 euro mensili (1.111 euro per gli uomini e 821 euro per le donne)”. Anche in questo settore sembra dunque esserci una disparità di genere non indifferente e una conferma che Quota 100 risulta più facilmente accessibile agli uomini rispetto alle donne.

RIFORMA PENSIONI, L’INIZIATIVA CGIL

La Cgil continua a chiedere una riforma pensioni per superare la Legge Fornero. Per questo ha deciso di organizzare una serie di iniziative, sotto lo slogan “Rivolti al futuro”, “per aprire un confronto sui temi previdenziali affinché la riforma Fornero venga superata dando così un futuro pensionistico ai giovani, alle donne e ai lavoratori gravosi”. Come si legge sul sito di Rassegna sindacale, il primo appuntamento è stato fissato per domani, venerdì 19 luglio, alle 10:00 presso la sede in corso d’Italia. Oltre ai segretari confederali Giuseppe Massafra e Roberto Ghiselli, saranno presenti Raffaele Atti, Segretario nazionale dello Spi-Cgil e il professor Michele Raitano. Ci sarà poi una tavola rotonda cui parteciperanno Claudio Durigon, Maurizio Landini, Tommaso Nannicini e Renata Polverini.

GLI OBIETTIVI DEL SINDACATO

“Sarà l’occasione per la Cgil di illustrare cinque punti su cui si concentrerà l’iniziativa del sindacato. Garantire ai giovani un lavoro vero per una pensione dignitosa; Istituire una pensione contributiva di garanzia per permettere anche ai giovani e a tutti coloro che fanno lavori discontinui o con retribuzioni basse, di poter contare su una pensione dignitosa; Rimuovere i vincoli attualmente previsti per accedere alla pensione nel sistema contributivo, che penalizzano i bassi salari e i lavori discontinui; Superare l’attuale meccanismo legato all’aspettativa di vita, che condanna i giovani ad andare in pensione dopo i 70 anni, penalizzandoli anche nel calcolo della pensione; Favorire l’adesione dei giovani alla previdenza complementare”.