PENSPLAN: “PENSIONI, DONNE PENALIZZATE”
In occasione dell’8 marzo per la festa delle donne, il progetto di welfare complementare della Regione Trentino Alto Adige – Pensplan – ha presentato i frutti dello studio lanciato ad ottobre scorso sul “gap” pensioni di genere all’interno della Regione. «la pensione di vecchiaia media delle donne è pari a 735 euro, contro i 1.433 euro degli uomini; il 79% delle donne percepisce un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro al mese e solo il 4% delle donne arriva a superare i 2.000 euro di pensione», riposa Il Giornale del Trentino presentando anche il commento assai duro della Presidente di Pensplan Laura Costa. L’invito è quello di organizzarsi, in attesa di riforme pensioni più radicali, una proprio previdenza complementare specie per le donne: «Una consulenza sulla propria situazione personale risulta ancora più importante per la donna: solo un’adeguata informazione permette di poter scegliere le soluzioni migliori per portare avanti il proprio progetto di vita, personale e familiare e per costruire per tempo la propria indipendenza economica». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CAVALLARO
Francesco Cavallaro non nasconde una certa preoccupazione per gli effetti che l’emergenza coronavirus potrà avere sull’economia. “Siamo preoccupati per i lavoratori ma anche per i pensionati. È sotto gli occhi di tutti ciò che sta succedendo ma siamo ovviamente fiduciosi”, spiega il Segretario generale della Cisal in un intervento su Radio Radicale. Dal suo punto di vista l’agricoltura e il turismo rischiano molto e servono misure urgenti per “questi due grandi ed importanti settori dell’economia italiana. Noi siamo convinti che ulteriori risorse, quelle messe in campo non bastano, si possono trovare senza rinunciando nessuna delle riforme già attuate e/o in via di definizione”.
LA RIFORMA DA NON RINVIARE
Cavallaro fa riferimento anche alla riforma pensioni. “Non possiamo pensare di rinunciare alla riforma del pubblico impiego o quella del sistema previdenziale, rischieremmo di aggiustare il tiro da una parte e rovinarlo dall’altra. I soldi vanno trovati all’interno di tutte quelle sacche statali in cui da anni vi sono sperperi”, evidenzia Cavallaro, secondo cui “se i contratti della pubblica amministrazione sono bloccati da nove anni, le pensioni sono ferme al palo, e contestualmente il nostro debito pubblico aumenta vuol dire che qualche spreco da altre parti esiste. Cominciamo da lì”. Per il sindacalista la decisione di chiudere le scuole “è arrivata tardi ma adesso è inutile guardare indietro. Bisogna guardare avanti e pensare ad un sostegno per tutti quei genitori che, lavorando, devono preoccuparsi dei propri figli rimasti a casa”.