LA RICHIESTA DI FURLAN

Annamaria Furlan è tornata a parlare del confronto in corso tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni, evidenziando come sia stato proficuo l’ultimo incontro, tenutosi lunedì, riguardo un intervento di garanzia per il futuro previdenziale dei giovani. Resta però il problema delle risorse che l’esecutivo intende stanziare per una misura in materia “Abbiamo chiesto alla ministra con grande chiarezza di fare luce sulle risorse perché anche per prefigurare la riforma bisogna capire su quante risorse possiamo contare, è indispensabile”, ha detto la Segretaria generale della Cisl secondo quanto riportato da Adnkronos. “L’ultima volta che abbiamo trattato di previdenza è stato col Governo Gentiloni: un accordo che ha portato a destinare 7 miliardi, un po’ per i giovani, il cumulo gratuito dei contributi, un po’ per gli anziani, quelli con le pensioni più basse, e per l’ape sociale che chiediamo venga resa strutturale”, ha aggiunto Furlan. Dal suo punto di vista, “avere chiarezza sulle risorse è indispensabile e non c’è stata fatta”.



VITALIZI, CRIMI CHIAMA M5S ALLA PIAZZA

Vito Crimi chiama il Movimento 5 Stelle alla piazza per manifestare contro la cancellazione di fatto della riforma pensioni dei senatori. “Ricordate l’abolizione dei vitalizi? Ricordate quanta fatica abbiamo fatto per cancellare quell’odioso privilegio, che regalava la pensione a vita agli ‘onorevoli’ dopo solo pochi anni di permanenza in Parlamento? Eravamo riusciti ad abolirli, a lasciarli fuori. Ma adesso, i professionisti della vecchia politica stanno cercando di farli rientrare dalla finestra. E non gli basterà, perché vogliono anche salvare le poltrone che eravamo riusciti a togliergli”, scrive su Facebook l’attuale reggente del Movimento 5 Stelle, che chiede a iscritti e simpatizzanti “di avere coraggio, di metterci la faccia, il cuore e l’anima. E di tornare in piazza insieme a noi per questa battaglia di civiltà e uguaglianza”. “Forza. Il prossimo sabato 15 febbraio a Roma scendiamo in piazza, insieme, e difendiamo le buone cose che stiamo realizzando!”, è la conclusione del post di Crimi.



GUALTIERI: SERVE SISTEMA EQUILIBRATO

Intervenendo ospite della trasmissione L’aria che tira, in onda su La7, Roberto Gualtieri è tornato a parlare della riforma pensioni con Quota 100 e del Reddito di cittadinanza, misure su cui è ancora vivo un dibattito nella maggioranza. “Il reddito di cittadinanza è una misura giusta che io difendo”, anche se “non funziona bene la parte sulle politiche attive”, ha detto il ministro dell’Economia secondo quanto riportato da finanza.com. Riguardo Quota 100, dal suo punto di vista “non può essere prorogata”. “Quota 100 non supera la Fornero, ora dobbiamo occuparci del dopo. Quota 100 non può essere prolungata dopo il 2021 in quanto tale e lo sa anche Salvini: serve un sistema equilibrato ma che sia equo per tutti i cittadini”, ha aggiunto Gualtieri secondo quanto riporta Lapresse. Riguardo l’economia in generale, per il ministro il 2020 “sarà un anno migliore del precedente”. Dal suo punto di vista il Paese ha dovuto fare i conti con gli errori del passato. “Il conto del Papeete lo abbiamo pagato”, ha detto Gualtieri.



RIFONDAZIONE CONTRO LEGGE FORNERO

Il circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, come spiega abruzzolive.it, ha recentemente allestito un banchetto informativo in Largo S. Matteo per proseguire la campagna nazionale sui temi sociali e il lavoro. Per Rifondazione, “finora il governo Pd-M5S ha mantenuto in vita le scelte anti-popolari dei governi che l’hanno preceduto sui redditi, l’occupazione, i diritti: non cancella il Jobs Act e la Legge Fornero, non ha un piano per l’occupazione e la riconversione ecologica dell’economia, non cancella i decreti sicurezza di Salvini. Prosegue con politiche fiscali che favoriscono solo profitti e rendite per i ricchi”. Per Rifondazione Comunista va quindi cancellata la riforma pensioni targata Fornero e va introdotto “il diritto alla pensione per tutti entro i 62 anni. Lottiamo per l’abolizione del Jobs Act e di tutte le altre norme che hanno precarizzato il lavoro con la giungla dei contratti interinali e per la reintroduzione dell’articolo 18 contro i licenziamenti senza giusta causa”.

I CONTI CHE NON AIUTANO I GIOVANI

In un articolo pubblicato su L’Economia, l’inserto del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli ricorda l’importanza di avviare un cantiere riformista credibile, specialmente sul fronte dei costi e delle coperture per le misure che si vogliono adottare, oltre che sulla loro priorità. Per quanto riguarda la riforma pensioni, l’ex direttore del quotidiano milanese evidenzia che “non si potrà non tenere conto che la nostra spesa sociale è quasi tutta assorbita dalle pensioni. Nel 2018, secondo Eurostat, è stata pari al 16 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) contro una media europea a 28 membri del 12,8”. De Bortoli conclude il suo articolo con queste parole: “Chissà se nell’ambizioso cantiere riformista  vi sarà più spazio per le necessità dei giovani e un po’ meno per le richieste di pensionamento degli anziani. Questi ultimi sarebbero assai felici di sacrificarsi se fossero sicuri dell’uso virtuoso dei loro risparmi. Se no figli e nipoti, come accade ormai da anni, se ne vanno”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SBARRA

In attesa del prossimo incontro tra Governo e i sindacati sulla riforma pensioni, si parla ancora del risultato dell’ultimo confronto tra le parti riguardante il futuro previdenziale dei giovani. Luigi Sbarra ha fatto sapere che sarebbe fondamentale che l’esecutivo indicasse “quali sono le linee di indirizzo e quante risorse intende mettere in campo” per un intervento in materia. Da parte sua, il Segretario generale aggiunto della Cisl ha evidenziato che “pensiamo a un meccanismo che possa stabilire una soglia minima di garanzia da far crescere in proporzione al numero di anni lavorati. Tale soglia secondo noi non può essere inferiore all’importo della attuale pensione di cittadinanza, quindi, a 780 euro. Assegno che deve crescere in funzione degli anni lavorati e che deve essere ovviamente rivalutato”.

L’IMPORTANZA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Secondo Sbarra, “c’è poi da mettere mano anche alla normativa sul riscatto della laurea, scelta che deve essere accessibile a tutti, ma che oggi resta davvero troppo onerosa per tanti giovani lavoratori. Pensiamo poi che sia opportuno ragionare sulla possibilità di istituire una forma di contribuzione figurativa per i periodi di disoccupazione involontaria non coperti dalla Naspi o altro ammortizzazione sociale, validati dai servizi per l’impiego”. Per il sindacalista è “fondamentale, infine, valorizzare e promuovere la sinergia tra primo e secondo pilastro previdenziale, e quindi sostenere l’accesso alla previdenza complementare, defiscalizzandola ulteriormente e introducendo il principio di silenzio-assenso all’adesione dei Fondi”.