LE PAROLE DI BOMBARDIERI
Intervistato dalla Stampa, in tema di riforma delle pensioni Pierpaolo Bombardieri ha detto che “ipotizzare un passaggio a un sistema tutto contributivo sarebbe un’ulteriore penalizzazione per chi deve andare in pensione e l’ennesimo ritocco dei diritti acquisiti”. Il Segretario generale della Uil, come riporta Il diario del lavoro, tiene a sottolineare che “nessuno pensa di tornare a un sistema retributivo, però abbiamo un periodo di transizione in cui c’è una percentuale, ormai bassa, di lavoratori col sistema misto. Cambiare le regole adesso significa cambiare le carte in tavola”. Il sindacalista aggiunge che settimana prossima ci sarà “un’altra riunione tecnica, poi una verifica politica con Draghi e i ministri Orlando e Franco”, ricordando che il Governo ha assunto un impegno preciso, ovvero “inserire nel Def un accordo che avrebbe trovato declinazione nella manovra”. A questo punto “il Tesoro deve dirci quanti soldi ritiene possibile spendere”. Un dettaglio di non poco conto.
L’INTERVENTO DELL’AGENZIA SU PENSIONI RITA
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un chiarimento nella risoluzione n.9/2022 in merito alla situazione delle pensioni RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata): in attesa di concludere una riforma pensionistica più ampia e strutturata, l’Agenzia ribadisce che la tassazione legata alla RITA si riduce nel tempo.
La risposta arriva a diversi quesiti fiscali posti sul fronte tassazione della stessa rendita formulata in sede di Manovra di Bilancio: quello che ormai è divenuto a tutti gli effetti un ammortizzatore sociale “privato”, ha una tassazione che non è costante nel tempo, «ma si degrada dello 0,30% per ciascun anno successivo alla domanda, con effetti favorevoli per i contribuenti». È stato poi chiarito che non vi è alcun conguaglio fiscale in quanto la RITA non è una prestazione definitiva: come chiarisce il focus di “Pensioni Oggi” in merito all’intervento della Agenzia delle Entrate, «la misura dell’aliquota non si cristallizza al momento della domanda ma continua a diminuire in ragione dell’aumentare dell’anzianità d’iscrizione al fondo, anche in corso di erogazione della Rita». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI CAPONE
Secondo Paolo Capone, “l’apertura del Governo alla previsione di meccanismi che incentivino la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro va nella direzione auspicata dall’Ugl” per la riforma delle pensioni. Tuttavia, aggiunge il Segretario generale dell’Ugl, “non siamo favorevoli al ricalcolo interamente contributivo”. Il sindacalista evidenzia anche che “il clima di incertezza continua ad alimentare i timori dei lavoratori riguardo il proprio futuro. Come sindacato Ugl, pertanto, chiediamo al governo di accelerare la riforma pensionistica ed estendere il tavolo di confronto a tutte le parti sociali”. “Al contempo, ci opponiamo fortemente ad un graduale ritorno della legge Fornero e riteniamo che la soluzione migliore resti Quota 41, che prevede 41 anni di contributi a prescindere dall’età lavorativa. È fondamentale, dunque, tutelare i diritti acquisiti dei lavoratori, garantendo, al contempo, il turnover generazionale e l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro”, anche perché “Quota 102, attualmente in vigore, scadrà a fine anno e, in assenza di una riforma previdenziale, a partire dal 2023 tornerebbe in vigore la legge Fornero che prevede il pensionamento a 67 anni”.
TRIDICO RILANCIA LA SUA PROPOSTA
Mentre, a seguito dell’ultimo confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni, sembra esserci sul tavolo la proposta di flessibilità targata Raitano, Pasquale Tridico non rinuncia a evidenziare il vantaggio di quella da lui ipotizzata che prevede un anticipo dai 64 anni, con l’erogazione della parte contributiva della pensioni, rimandando quella retributiva al raggiungimento dei 67 anni di età, perché introduce “un principio di equità” e “si riesce a dare tutto ai pensionati all’età prevista e c’è anche la possibilità, per chi vuole, di lasciare il lavoro prima”. Il Presidente dell’Inps, ospite di Mattino 5, ha anche evidenziato che “ci sarebbe un piccolo esborso per l’anticipo pensionistico pari a 400 milioni l’anno, una cifra sostenibile”. Intanto l’Usb prepara una mobilitazione nazionale a Roma per il 22 aprile evidenziando che “l’aumento del costo della vita, dai beni di consumo alle bollette ai carburanti, non è sostenibile senza importanti e automatici aumenti salariali e senza interventi dello Stato per casa, scuola, pensioni, trasporti, sanità pubblici”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GANGA
Ignazio Ganga, dopo l’incontro tra Governo e sindacati di martedì, spiega che ancora non si è arrivati a definire come realizzare la flessibilità come pure viene riconosciuta come “un elemento utile al sistema previdenziale”. “Il punto continua ad essere il tema delle eventuali penalizzazioni. È chiaro che per la Cisl non può essere accettato il ricalcolo interamente contributivo, come debbono essere quantificate le platee dei lavoratori che potrebbero essere coinvolte nei meccanismi di uscita”, aggiunge il Segretario confederale della Cisl, evidenziando che il suo sindacato, sempre durante l’incontro con l’esecutivo, non ha condiviso “la chiusura espressa dai tecnici ministeriali sull’ipotesi di pensionamento con 41 anni di contributi”.
LE ISTANZE SINDACALI
Per Ganga “è ora di iniziare a restituire ai pensionati e ai lavoratori maggiori diritti in tema di previdenza. Per questo la Cisl chiede al Governo risposte alle istanze presentate nella piattaforma sulla previdenza: accesso alla pensione dai 62 anni, la possibilità in ogni caso di ottenere la pensione con 41 anni di contributi senza vincoli sull’età. L’eliminazione degli importi soglia che limitano fortemente il diritto alla pensione nel sistema contributivo. Maggiore tutela per le donne con il riconoscimento dell’anticipo di 12 mesi per figlio e la conferma di opzione donna. La pensione contributiva di garanzia per chi va in pensione con un importo troppo basso a causa di una carriera frammentata e basse retribuzioni. Il riconoscimento del lavoro di cura a fini pensionistici, una maggiore attenzione a chi svolge lavori gravosi e usuranti. Il sostegno allo sviluppo della previdenza complementare”.
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