OPZIONE DONNA, UNA SOLA POSSIBILITÀ DI CUMULO
In un recente articolo pubblicato sul Sole 24 Ore dedicato a Opzione donna è stato ricordato che i 35 anni di contributi necessari per accedere alla misura di pensionamento anticipato che è stata prorogata ancora di un altro anno devono “necessariamente essere ‘effettivi’, escludendo la contribuzione figurativa della disoccupazione e della malattia non integrata dal datore di lavoro”. Inoltre, poiché nessuna misura di riforma pensioni ha esteso il cumulo contributivo gratuito a Opzione donna, non c’è possibilità di “sommare”, se non onerosamente, i periodi contributivi versati in diverse casse previdenziali. Il quotidiano di Confindustria evidenzia che l’unica eccezione in tal senso “è data per le iscritte sia al fondo dei dipendenti del privato, sia alla gestione artigiani e commercianti che sono fra loro cumulabili gratuitamente, con l’unico scotto di applicare in quel caso i requisiti anagrafici (59 anni) e la finestra mobile (18 mesi) delle lavoratrici autonome”. Questa finestra rappresenta di fatto la più lunga al momento in vigore nel sistema pensionistico.
IL COSTO DELLA PROPOSTA DEI SINDACATI
Secondo stime riportate da Repubblica, la proposta di riforma pensioni avanzata dai sindacati, per accedere alla quiescenza a 62 anni di età con 20 di contributi e senza penalizzazioni avrebbe un costo intorno ai 20 miliardi di euro. Cifra che avrà certamente il suo peso nel confronto tra Governo e sindacati di lunedì prossimo. Intanto Domenico Proietti fa sapere che “la Uil è contraria ad ogni ipotesi di subordinare la flessibilità di accesso alla pensione al ricalcolo contributivo”. Ivan Pedretti, Segretario generale dello Spi-Cgil, registra invece che “il Presidente del Consiglio ha parlato per la prima volta di un abbassamento delle tasse per i pensionati, quello dell’Inps oggi dice che i risparmi di Quota100 andranno utilizzati per la flessibilità in uscita, per le pensioni di garanzia dei giovani e per ripristinare una piena rivalutazione di quelle in essere”. Tutti passi apprezzabili, anche se resterà da capire quali saranno i provvedimenti concreti del Governo. Non resta quindi che aspettare il confronto del 27 gennaio.
RIFORMA PENSIONI, IL COMUNICATO DELLA CISL
Non solo Elsa Fornero, anche la Cisl si schiera contro proposte di riforma pensioni “che legano la flessibilità a calcoli pensionistici penalizzanti perché questo significa ancora una volta individuare come bersaglio di una operazione di cassa una platea già pesantemente colpita dalle riforme precedenti”. In una nota, il sindacato di via Po evidenzia che “se, come ci auguriamo, si dovrà arrivare ad una riforma della previdenza, questa dovrà essere il risultato di un negoziato vero con le parti sociali. Per questo, rispetto alle notizie di stampa, siamo determinati a restituire al mittente qualsiasi ipotesi di scambio tra flessibilità in uscita e calcolo integralmente contributivo della pensione”. La Cisl ribadisce ovviamente che nella piattaforma sindacale unitaria “ci sono tutti i fondamentali per un intervento strutturale” in materia previdenziale e boccia anche l’idea di Tridico quando rilancia “un ruolo dell’Inps all’interno dell’attuale scenario della previdenza integrativa di matrice negoziale”.