LO SCONTO PER LE MADRI PREVISTO CON L’APE SOCIAL
In un articolo su Italia Oggi dedicato alla proroga dell’Ape sociale prevista tra le misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio viene ricordato che “è previsto uno sconto speciale a favore delle lavoratrici e, in particolare, a quelle madri: hanno diritto allo sconto di un anno del requisito contributivo per ogni figlio, fino a un massimo di due anni (figli legittimi, naturali, adottivi). Pertanto, ad esempio, le madri con due figli possono accedere all’Ape social con 28 anziché 30 anni di contributi (34 e non 36, se risultano addette a lavori gravosi)”. Ci sono alcune date importanti da tenere poi presenti per quest’anno relativamente all’Ape social. Le domande di verifica del diritto vanno presentate dal 1° gennaio al 31 marzo, dal 1° aprile al 15 luglio e dal 16 luglio al 30 novembre. Una volta avuto riscontro positivo dall’Inps si può poi presentare domanda di liquidazione della prestazione, “per la quale non c’è alcun termine, ma un vincolo: l’Ape è erogata a partire dal mese successivo a quello di presentazione della domanda”.
RIFORMA PENSIONI, AUMENTA IL PESO DELLA SILVER ECONOMY
La crisi dd Covid sta aumentando l’importanza della cosiddetta silver economy. Come viene spiegato in un articolo sul sito di Repubblica, infatti, “secondo un’indagine di 50&Più, associazione aderente a Confcommercio con oltre 330 mila iscritti su tutto il territorio nazionale, in questi mesi segnati dal Covid-19 il 50,8% dei pensionati ha supportato economicamente i propri familiari. Il 15,3% dichiara di aver ceduto abbastanza spesso una parte della pensione per sostenere figli e nipoti in difficoltà”, anche perché “solo il 3,7% dei pensionati dichiara di aver subito una decurtazione dell’assegno”. “La silver economy ha un effetto importante sull’economia italiana e in periodi di profonda crisi, come quello che stiamo vivendo, costituisce anche un importante supporto per molte famiglie. Sono i nonni e gli over 60, infatti, che sempre più spesso compensano le difficoltà economiche dei singoli nuclei, aiutando figli e nipoti”, ha detto Gabriele Sampaolo, Segretario generale dell’Associazione 50&Più.
L’IMPORTANZA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Si è parlato molto negli scorsi mesi, tra i temi di riforma pensioni, dell’importanza della previdenza complementare. In un articolo su wallstreetitalia.com, il consulente finanziario Filippo Scarpini spiega che “munirsi di un piano previdenziale avveduto e mirato è oggi una prerogativa essenziale per regalarsi una maggiore serenità alla pensione. Prima si inizia a risparmiare in quest’ottica, maggiore sarà la pensione integrativa su cui si potrà contare. In aggiunta, grazie agli incentivi fiscali promossi dallo Stato, è un’efficace forma di risparmio per tutti, anche a favore di figli che non lavorano ancora. La flessibilità si adatta alla perfezione alle esigenze dei giovani, che possono calibrare i versamenti in misura proporzionale al proprio reddito, dal momento che la capacità di risparmio può variare nell’arco della vita lavorativa. Senza una decisa inversione di tendenza su questo fronte, il rischio che i millenials si troveranno a vivere con metà del reddito non sarà più solamente una minaccia”.
L’APPELLO CONTRO CONTE E QUOTA 100
Nel giorno in cui Conte arriva alla Camera per il primo di due fondamentali voti di fiducia al suo Governo, dalle colonne de “Linkiesta” Giovanni Cagnoli lancia un appello ai senatori a vita per non sostenere l’esecutivo in carica. «Cari senatori a vita, caro senatore Monti, fate sentire la vostra voce sull’inadeguatezza di Conte», si legge nell’articolo-lettera che riporta i diversi fallimenti dell’esperienza dell’Avvocato del Popolo a Palazzo Chigi. In primis anche la riforma pensioni di Quota 100, fatta con Salvini e Di Maio e confermata per un altro anno anche nel secondo Governo Conte: «Si può citare anche solo un provvedimento di natura strutturale portato avanti da Conte, a parte i due obbrobri reddito di cittadinanza e quota 100 che penso che il senatore Monti non condivida minimamente?», conclude Linkiesta invocando il non-voto alla fiducia per questo esecutivo. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI MARIA ELENA BOSCHI SU QUOTA 100
Il comportamento di Italia Viva è stato bollato dagli ormai ex alleati della maggioranza come irresponsabile, mentre da più parti si è parlato di crisi incomprensibile. Maria Elena Boschi, intervistata da Repubblica, spiega che il partito di Matteo Renzi ora chiede “che si sblocchi l’immobilismo. Era il Pd, non solo IV, a chiedere un salto di qualità. L’unica cosa incomprensibile è l’odio verso di noi”. Interrogata sul fatto che la crisi generata dalla mossa di Italia Viva rappresenti un danno per il Paese agli occhi dell’Europa, l’ex ministra risponde che “il danno agli occhi dell’Europa lo fa chi vota quota 100, chi va dai gilet gialli, chi spende per i sussidi e non per il lavoro, chi rinuncia a chiedere il Mes. E soprattutto il danno agli occhi dell’Europa è un Recovery Plan non all’altezza della crisi. Un Paese che fa le riforme è stabile, un Paese che le rinvia è instabile”. Dal suo punto di vista, replicando così anche all’ex collega di partito Graziano Delrio, “inaffidabile è chi segue la linea grillina, chi mette i veti su Renzi preferendogli Di Battista o Mastella”.
RIFORMA PENSIONI, IL RECUPERO DI ANNI DI CONTRIBUZIONE
Come è stato ricordato in un recente articolo su orizzontescuola.it, “andare in pensione diventa ogni anno che passa più complicato perché trovare un lavoro continuo e duraturo ormai è diventato un miraggio”. Di fatto, “il lavoro discontinuo è nemico della pensione perché rende difficile trovare la contribuzione utile all’accesso alle varie misure previdenziali in vigore”. Con le misure di riforma pensioni degli ultimi anni, tuttavia, sono stati introdotti anche strumenti adatti “a coprire di contributi i periodi non utili alla pensione”, ovvero “i versamenti volontari, la pace contributiva, il riscatto dei contributi, la contribuzione figurativa, la ricongiunzione”.
LE DIFFERENZE TRA GLI STRUMENTI
Le differenze tra questi strumenti sono di diverso tipo. Anzitutto i versamenti volontari coprono solo periodi successivi alla domanda (o al mese i sei mesi precedenti alla stessa), mentre col riscatto si va anche parecchio indietro nel tempo (il periodo di studi all’università, per esempio). C’è anche una differenza di costo, poiché con pace contributiva e riscatto agevolato si possono coprire interi anni di contribuzione con un certo risparmio e con la contribuzione figurativa non è nemmeno richiesto alcun costo. C’è da evidenziare che l’effetto finale, soprattutto in termini di calcolo del futuro assegno pensionistico, varia molto a seconda dell’opzione che si sceglie, pertanto è consigliato farsi assistere da patronati o professionisti che possano indicare la strada migliore da percorrere in base anche alle proprie specifiche esigenze.