DOMANI VERTICE GOVERNO-SINDACATI SULLA RIFORMA PENSIONI

Domani 20 dicembre è attesa a Palazzo Chigi la ripresa del dialogo tra Governo e sindacati dopo lo sciopero generale dello scorso 16 dicembre: sul piatto il futuro della riforma pensioni dopo la Manovra di Bilancio 2022.

Se però Cgil e Uil hanno lanciato il guanto di sfida a Draghi, per la Cisl la scelta di non partecipare allo sciopero ha significato un approccio più “dialogante” sfociata nella manifestazione di sabato a Roma in Piazza Santi Apostoli dove il segretario Luigi Sbarra ha posto le sue “condizioni” per intavolare la trattativa con l’esecutivo. «Il Paese ha bisogno di coesione e unità. Non di conflitto sterile […] con Cgil e Uil la rottura è profonda, tuttavia rimangono gli obiettivi” delle piattaforme unitarie. A cominciare dalle pensioni. Su questo i sindacati chiedono di avviare il confronto per riformare la legge Fornero e introdurre flessibilità in uscita a partire dai 62 anni o con 41 anni di contributi». Secondo il leader della Cgil l’anticipo della pensione con la Quota 41 basterebbe per godersi il sacrosanto diritto al pensionamento: «chiediamo pensione di garanzia per i giovani”intrappolati tra contributivo puro e carriere precarie e discontinue” e soluzioni adeguate per le donne, riconoscendo un anno di contributi in più per ogni figlio, di rendere strutturale l’Ape sociale e allargare la quattordicesima ai pensionati». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DELLA CGIL

Da un’analisi condotta dall’Osservatorio Previdenza della Cgil nazionale e della Fondazione Di Vittorio emerge che il ricalcolo contributivo della pensione porterebbe a un taglio di circa il 30% lordo. Ezio Cigna, responsabile Politiche previdenziali della Cgil nazionale, spiega che “per una retribuzione di 20 mila euro lorde e con 30 anni di contribuzione complessiva, con una carriera lineare e 15 anni di contribuzione al 31.12.1995, la pensione lorda mensile passerebbe da 870 euro con il sistema misto a 674 euro con il ricalcolo contributivo, un taglio pari al 22,6%”. Questo dimostra che “il metodo di ricalcolo non è equo e determinerebbe un vantaggio per lo Stato”. Parole molto importanti alla vigilia del confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni che si terrà lunedì.



LE PAROLE DI GHISELLI

È noto infatti che una delle ipotesi cui l’esecutivo sta lavorando per il post-Quota 102 è proporre l’anticipo pensionistico con ricalcolo contributivo dell’assegno. Roberto Ghiselli, Segretario confederale della Cgil, ricorda che “è importante realizzare un sistema previdenziale più flessibile che consenta alle persone di accedere in anticipo alla pensione rispetto ai 67 anni attualmente previsti, ma senza imporre condizioni vessatorie come già avviene con Opzione Donna”. A proposito dell’incontro di lunedì, Ghiselli evidenzia che “sarà l’occasione per capire se effettivamente c’è la volontà da parte del Governo di avviare un confronto vero con il sindacato, e non un semplice ascolto, con l’obiettivo di superare le rigidità della legge Fornero e ripensare un sistema previdenziale basato su elementi di equità e solidarietà”.



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