DURIGON: QUOTA 100 NON BASTA PIÙ

In un’intervista a Libero, Claudio Durigon afferma che “Quota 100 non basta più”. Secondo il sottosegretario all’Economia, infatti, quella misura di riforma pensioni varata ai tempi del Governo Conte-1, nel quale ricopriva la carica di sottosegretario al Lavoro, “è nata in un contesto nel quale era necessario ristorare tutti i danni che fece la Legge Fornero. Oggi invece rischia di diventare riduttiva”. Questo sostanzialmente perché l’emergenza Covid “ha cambiato le figure professionali e sappiamo quanto c’è bisogno in questo momento di rimodulazione. Dobbiamo fare in modo che le aziende si possano riorganizzare con un pacchetto che consenta loro di salvaguardare l’occupazione, aumentarla per i giovani, ma ciò presuppone anche flessibilità in uscita: rimodulata ovviamente in chiave solidale, generazionale e produttivista”. Per Durigon, quindi, la flessibilità pensionistica avrebbe un ruolo importante nel cercare di aiutare le imprese a dotarsi di personale con competenze al passo coi tempi.



RAGIONERIA DI STATO, LO STUDIO SU QUOTA 100

Il portale di YouTrend ha messo in grafici gli scenari ipotizzati dalla Ragioneria Generale dello Stato per l’eventuale rinnovo della riforma pensioni Quota 100: sono in tutto tre le ipotesi affrontate dalla Ragioneria, a cominciare dalla conferma dell’opzione di accesso al pensionamento al raggiungimento di “Quota 100” (Scenario A). In secondo luogo, si affronta il congelamento strutturale dei requisiti di accesso al pensionamento anticipato ai livelli del 2026 (Scenario B); da ultimo, la conferma di “Quota 100” e congelamento dei requisiti per il pensionamento anticipato è invece lo Scenario C, frutto della somma tra Scenario A e Scenario B. Nel primo caso, lo studio fa emergere «un aumento significativo della spesa pensionistica sul PIL nel primo ventennio di applicazione»; nello Scenario B invece l’aumento di spesa complessivo è stimato in 6,5 punti di PIL; da ultimo, il terzo scenario costerebbe «un incremento di spesa nel primo periodo quantificabile in 12,3 punti di PIL, e solo un modesto recupero nel secondo periodo, che porterebbe il netto ad un +10,8% complessivo». A questo link trovate tutti gli scenari e con rispettivi grafici. (agg. di Niccolò Magnani)



LA “VOGLIA DI PENSIONE” NELLA PA

In un articolo pubblicato su Repubblica dal titolo piuttosto eloquente (“Montagne di carta e voglia di pensione. Negli uffici pubblici il lavoro è over 50”) si parla della situazione della Pubblica amministrazione, dove dopo la firma del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico si ipotizzano prepensionamenti per favorire il turnover generazionale. Tra le altre cose, nell’articolo vengono riportate le parole di Gianni Dominici, direttore del Forum Pa: “Alla Provincia di Trento e al ministero dell’Economia è stato dato ai dipendenti più anziani un ruolo di tutoring dei nuovi assunti: i giovani portano nuove competenze, gli anziani l’esperienza. Ma quello che in genere succede è che i più anziani si sentano stanchi, poco valorizzati e che non vedano l’ora di andare in pensione, ecco perché Quota 100 è stata presa d’assalto”. Vedremo se, dopo la scadenza di Quota 100 a fine anno, ci saranno misure specifiche di riforma pensioni riguardanti la Pubblica amministrazione piuttosto che di carattere generale, ma che possano favorire il turnover nel pubblico impiego.



RIFORMA PENSIONI, LE IDEE DI LETTA

Come spiega il sito di Ipsoa, “la Covip ha aggiornato i termini per gli adempimenti obbligatori previsti in capo ai fondi pensione e slittati anche a seguito delle previsioni del decreto Milleproroghe. L’invio della comunicazione periodica è fissato, per quest’anno, al 31 luglio, per poi tornare alla scadenza ordinaria annuale del 31 marzo dal 2022. La nota informativa deve essere depositata presso la Covip entro il prossimo 31 maggio (30 giugno per i fondi preesistenti che adottano un modello gestionale, in tutto o in parte, di tipo assicurativo). Infine, la deadline per l’implementazione dell’area riservata del sito è fissata a giugno 2022”. In tema di riforma pensioni va anche segnalato che una sentenza della Cassazione, come spiega pensionioggi.it, ha stabilito che “l’iscritto ad una Cassa Professionale che non abbia presentato domanda di restituzione dei contributi prima dell’abolizione di tale facoltà non può più farlo ancorché a tale data avesse maturato tutti i requisiti normativamente previsti. Né possono farlo i suoi superstiti ove questi sia deceduto senza aver prodotto la domanda”.

RIFORMA PENSIONI, LE IDEE DI LETTA

Ora che Enrico Letta è diventato Segretario del Partito democratico c’è chi si chiede come cambieranno le politiche dei dem che sono parte della maggioranza di Governo. In tema di riforma pensioni, trend-online.com ricorda che quanto Letta era Premier aveva parlato di trovare una soluzione strutturale per gli esodati (ricordiamo che si era nel 2013, ma che ancora oggi ci sono esodati ante-Fornero non salvaguardati) e di arrivare a una forma di flessibilità pensionistica con una penalizzazione proporzionata agli anni di anticipo rispetto ai requisiti ordinari. Viene anche ricordato che l’allora ministro del Lavoro Enrico Giovannini, oggi titolare del dicastero dei Trasporti e delle Infrastrutture sostenibili, aveva promosso un anticipo pensionistico tramite un prestito da rimborsare ed era stato tra i sostenitori di una staffetta generazionale. L’esperienza del Governo Letta, però, non durò molto.

I PASSI AVANTI PER I LAVORATORI ESPOSTI ALL’AMIANTO

Intanto, sempre in tema di riforma pensioni, c’è da registrare che diversi lavoratori esposti all’amianto hanno cominciato a ricevere le lettere dell’Inps con cui viene loro riconosciuto l’accesso alla quiescenza. L’edizione di Pistoia della Nazione spiega che dai sindacati è arrivata comunicazione in tal senso per i lavoratori dell’ex Breda. La Stampa parla invece della situazione analoga registrata a Savigliano, in provincia di Cuneo, per i dipendenti dell’Alstom. Per questi lavoratori termina quindi una lunga attesa che rischiava di diventare fin troppo lunga.