PENSIONI SCUOLA: DOVE CI SARANNO I ‘BUCHI’ MAGGIORI
Come già avevamo evidenziato in settimana, sono poco meno di 30mila i docenti della scuola italiana che lo scorso 7 dicembre hanno inviato la domanda ufficiale per le pensioni di Quota 100, la riforma che vale ancora un ultimo anno prima della scadenza definitiva nel dicembre 2021. Oggi il Sole 24 ore in un focus sul proprio sito online pone tutte le tabelle con le singole Regioni e le criticità che potrebbero avere dal prossimo anno se non verrà effettuata una robusta e strutturata opera di sostituzione da parte del Miur. Sono in tutto 27.592 gli insegnanti italiani che andranno in pensione dal settembre 2021, di cui 15.979 sfruttando la riforma pensioni di Quota 100: la Lombardia (con 4.754 docenti in uscita) e la Campania (2.959) sono i territori più colpiti dalla “mini-fuga” nella scuola. Segue la Sicilia con 2.669, il Veneto con 2.416 e il Lazio con 2.182. Via via poi tutte le altri Regioni, con Puglia 2.129 docenti in pensione tra un anno, Piemonte 1.988, Emilia Romagna 1.780, Toscana 1.430, Sardegna 1.034, Calabria 915, Liguria 676, Marche 660, Friuli 595, Abruzzo 564, Umbria 406, Basilicata 325, Molise 119. (agg. di Niccolò Magnani)
UNIMPRESA LANCIA L’ALLARME SULLE PENSIONI
Senza una autentica riforma pensioni strutturata il forte rischio è che la crisi Covid nei prossimi mesi costringerà un taglio fortissimo della spesa pubblica pensionistica: l’allarme arriva dal vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, intervenuto a commento dell’ultima analisi del Centro Studi Unimpresa sulla crisi del Covid-19 sul fronte economico e produttivo. «La gestione delle finanze statali da parte del governo è fuori controllo: l’esecutivo ha l’aggravante di aver utilizzato male le risorse finanziarie derivanti dal deficit aggiuntivo. Il prossimo decennio, in assenza di una crescita economica robusta, capace di riportare in equilibrio i conti pubblici, sarà disastroso», attacca Spadafora, solo omonimo del Ministro dello Sport, «’Le nostre imprese continueranno a fallire, l’occupazione crollerà e, a quel punto, ci piomberanno addosso manovre correttive dolorosissime, con tagli dissennati ai servizi pubblici e alla spesa pensionistica». (agg. di Niccolò Magnani)
IL PUNTO DI DAMIANO SULLE PENSIONI DEGLI EDILI
Il membro del Cda Inail nonché esponente Pd e già Ministro del Lavoro Cesare Damiano ha redatto negli ultimi giorni una nuova nota pubblica (citata su “PensioniPerTutti”) sulla situazione-allarme dei lavoratori edili sul fronte pensioni: «bisogna permettere a questi lavoratori, soggetti per giunta più di altri ad infortuni gravi sul lavoro, di poter accedere ad esempio all’Ape sociale, attraverso una misura ad hoc che porti gli anni di contributi necessari da 36 a 30, o ad inserirli nell’elenco dei lavori usuranti é un obiettivo sacrosanto e troppo a lungo rimandato». Per Damiano, in attesa di una riforma sostenuta e complessiva delle pensioni in Italia, sono alcune categorie più di altre a meritare l’ampliamento dell’Ape sociale: «Le soluzioni possono essere due: l’inserimento nell’elenco dei lavori usuranti, che consente di andare in pensione con le vecchie Quote del 2007 del secondo Governo Prodi; oppure, l‘abbassamento da 36 a 30 degli anni richiesti dall’APE sociale. Questi lavoratori, occorre ricordarlo, sono tra i piu’ soggetti agli infortuni sul lavoro».
RIFORMA PENSIONI, IL PAGAMENTO ANTICIPATO ALLE POSTE
Angelo Borrelli, Capo della Protezione Civile, ha detto, durante un’intervista rilasciata a Radio Radio, di aver firmato un’ordinanza “per il pagamento anticipato delle pensioni di gennaio a dicembre”. Più nello specifico, come riporta Adnkronos, “il pagamento dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni e delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, di cui all’articolo 1, comma 302, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 e successive integrazioni e modificazioni, di competenza del mese di gennaio 2021, è anticipato dal 28 dicembre 2020 al 2 gennaio 2021”. A breve ci sarà la conferma del calendario con l’indicazione delle lettere iniziali dei cognomi dei pensionati corrispondenti a ciascun giorno.
L’IMPORTO CONDIZIONATO DA ADDIZIONALI E CONGUAGLIO
Come viene ricordato da Renzo Boninsegna, sindacalista Snals Confsal di Verona, in una scheda riportata da orizzontescuola.it, l’assegno di gennaio potrebbe risultare più basso del previsto, nonostante l’aumento dovuto alla rivalutazione delle pensioni. Questo per via del conguaglio fiscale. Inoltre, a differenza di quanto avvenuto nei primi mesi dell’anno scorso, nel 2021 si verseranno già le addizionali regionali e comunali, quindi l’importo dell’assegno potrebbe risultare più basso di un anno fa. A Macerata, invece, come riporta marchenews24.it, il Sindaco Sandro Parcaroli è tornato a chiedere il prolungamento degli orari di apertura negli uffici postali di Collevario, Colleverde e del quartiere Pace, dato che sono aperti per tre soli giorni alla settimana e al mattino, causando disagi anche ai pensionati.