PENSIONI, NON SOLO QUOTA 100: L’APE SOCIAL…

Non solo Quota 100 e non solo Opzione Donna nella riforma pensioni “ritoccata” dalla Manovra di Bilancio del Governo giallorosso: nel Dpb infatti, come raccontiamo da giorni, è stato inserito anche la proroga per il 2020 della sperimentazione dell’Ape Social. Si tratta per chi ancora non lo sapesse dell’anticipo pensionistico con 63 anni di età per alcune categorie di lavoratori “in difficoltà” ai quali mancano 3 anni al raggiungimento dei requisiti base della riforma Fornero. «Disoccupati che hanno concluso l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi con 30 anni di contributi; lavoratori che assistono familiari conviventi di 1° grado con disabilità grave da almeno 6 mesi con 30 anni di contributi; lavoratori con invalidità superiore o uguale al 74% con 30 anni di contributi; lavoratori dipendenti che svolgono un lavoro ritenuto pesante (e lo hanno svolto per almeno 6 anni negli ultimi 7) con 36 anni di contributi», sono le quattro categorie ammesse dall’Ape Social, per tutti questi è possibile andare in pensione con 63 anni e 30 di contributi (36 per i lavoratori gravosi). Sempre confermato in Manovra, tutte le lavoratrici divenute mamme possono beneficiare di un anno di sconto per i requisiti contributivi, uno ogni figlio fino ad un massimo di due anni. (agg. di Niccolò Magnani)



MANOVRA, COME CAMBIANO LE PENSIONI PER LE DONNE

In un ottimo fondo del Sole 24 ore viene spiegato questa mattina tutto l’intero comparto di riforma pensioni che ad oggi – salvo cambiamenti in Parlamento e in CdM che saranno inevitabili date le divisioni tra Pd, M5s e Renzi – resta presente nella Manovra di Bilancio 2020: sul fronte Opzione Donna, nel Dpb (Documento programmatico di Bilancio, il quadro generale della Finanziaria inviato in Ue) vi è scritta e promessa la proroga della misura avanzata dai Governi Pd del recente passato. 58 anni di età e 35 di contributi, questo il limite per le lavoratrici che potranno avere una pensione ricalcolata con solo criterio contributivo e decorrenza posticipata di 12 mesi; per quanto riguarda le lavoratrici autonome, il requisito anagrafico è di 59 anni, mentre la decorrenza posticipata è di 18 mesi. Secondo quanto stimato in Manovra, la proroga dovrà stabilire che l’accesso all’Opzione Donna è possibile per tutte le lavoratrici che maturino i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2019. Come spiega il Sole, «l’assegno di pensione sarà ricalcolato interamente con il sistema contributivo, che porta a una penalizzazione anche fino al 40% nel caso in cui la lavoratrice goda anche del metodo di calcolo retributivo o anche misto». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO

Cesare Damiano critica la scelta di Italia Viva di presentare un emendamento per cancellare la riforma pensioni con Quota 100. “Errare è umano, ma perseverare è diabolico, soprattutto se lo si fa sulla base di un atteggiamento demagogico”, dice l’ex ministro del Lavoro in un’intervista a Il Dubbio. Dal suo punto di vista bisogna smetterla “di pensare che i cittadini siano dei numeri da inserire nella Legge di bilancio. Abbiamo quasi finito di gestire il dramma degli esodati della Legge Fornero, che fino ad oggi ci sono costati 11 miliardi di euro, mentre ancora 6 mila di essi aspettano un segno di giustizia. Non inventiamoci nuovi problemi”.



IL DOPO QUOTA 100

Per l’ex deputato del Pd, Quota 100 è una legge criticabile, “perché è una finestra pensionistica, non è una Quota, che privilegia chi ha un’alta contribuzione ed esclude donne e lavoratori discontinui come gli edili. Inoltre, non ha prodotto alcun ricambio generazionale”. Per Damiano se si volesse cancellare Quota 100 “rischiamo di dimenticare le conseguenze sociali che questo provocherebbe. Vogliamo creare nuovi esodati? Inoltre, nel 2020 ci saranno già dei risparmi con l’autolimitazione dei costi, viste le minori richieste, e nel 2021 questa misura morirà comunque”. Dal suo punto di vista, in questo senso “già oggi dovremmo cominciare a pensare ad uno strumento che offra flessibilità in modo strutturale, a partire dai 63 anni di età, mano a mano che ci si avvicina al sistema ‘tutto’ contributivo”. Così da non arrivare impreparati al momento in cui Quota 100 arriverà a scadenza.