RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO
Cesare Damiano ricorda che “per ora le promesse della Lega di abolizione della Legge Fornero sono state messe da parte. Anzi, alcune vie d’uscita anticipata sono state ristrette rispetto al passato. Opzione donna è stata ridotta a pochi casi, Quota 103 con il ricalcolo contributivo non conviene a nessuno, l’Ape sociale è stata allungata di altri 5 mesi. L’indicizzazione delle pensioni medio-alte, ha subito un taglio rilevantissimo, che porterà a un risparmio di 36 miliardi nei prossimi dieci anni, che riduce in maniera rilevante il potere di acquisto di queste persone”. Dal suo punto di vista non c’è, quindi, dubbio che con la Legge di bilancio “si è fatto cassa con le pensioni”. L’ex ministro del Lavoro spiega, quindi, quale può essere una riforma delle pensioni sostenibile.
LA PROPOSTA DI FLESSIBILITÀ A 64 ANNI
Intervistato dal Messaggero evidenzia che “nel 2036 tutti coloro che andranno in pensione, andranno con il sistema totalmente contributivo. Il punto è di avere un sistema flessibile che stabilisca un’età di ingresso verso la pensione”. Da questo punto di vista, i 64 anni già previsti dalla Legge Fornero per chi è nel contributivo possono “essere uno standard universale, a partire dal quale si potrà andare in pensione. Con una pensione ragguagliata ai contributi maturati fino a quel momento. Poi la platea andrebbe divisa” tra coloro “che hanno lavori usuranti o gravosi, che dovrebbero poter andare anticipatamente senza penalizzazioni. Coloro che fanno un lavoro ‘normale’, potrebbero avere una leggera penalizzazione sulla parte retributiva residua”.
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