RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DAMIANO

In un articolo pubblicato sul Quotidiano Nazionale, Cesare Damiano spiega quelli che a suo modo di vedere possono essere gli interventi di riforma pensioni per il post-Quota 100. Oltre a ricordare l’importanza della flessibilità, che potrebbe essere fissata a 63 anni prevedendo anche una penalizzazione minima in linea con la proposta che l’ex ministro del Lavoro aveva presentato nel 2013 insieme ai colleghi di partito Baretta e Gnecchi, di Opzione donna e di una pensione di garanzia per i giovani, l’esponente del Pd suggerisce di operare anche sul cosiddetto secondo pilastro della previdenza, in modo che si possa avere un approccio sistemico nel ridisegnare le pensioni nel nostro Paese. Tra l’altro la previdenza complementare diventerà sempre più importante dato che cresce il numero di italiani soggetti al solo sistema contributivo.



L’IMPORTANZA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Damiano suggerisce quindi di stimolare le adesioni alla previdenza complementare non solo con un nuovo semestre di silenzio assenso sulla destinazione del Tfr, ma anche con l’iscrizione obbligatoria ai fondi contrattuali. Ovviamente sarebbe molto utile anche una tassazione di vantaggio. “Confondere un Fondo pensione, soprattutto se contrattuale, con una speculazione di borsa, è semplicemente ridicolo. Lo è particolarmente in un tempo nel quale la comparsa della figura del lavoratore-povero corrisponderà a quella del pensionato-povero”, sottolinea Damiano. Interventi sulla previdenza complementare sono sollecitati anche dai sindacati, vedremo quale sarà la risposta del Governo su questo punto.



— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Leggi anche

Pensioni minime 2025/ I partiti che spingono all'aumento: e a quanto? (16 novembre 2024)