I RISPARMI DA PENSIONI E RDC

Si sta parlando molto in queste ore dei risparmi derivanti dalla riforma pensioni con Quota 100 e dal Reddito di cittadinanza. Rispetto alle risorse stanziate le domande per le due misure sembrano essere nettamente inferiori, tanto che Giovanni Tria ha già messo in conto di “racimolare” tra i 3 e i 4 miliardi dai fondi per il 2020. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Lega e M5s non vogliono sentire parlare di “flop” di Quota 100 e Reddito di cittadinanza, quanto della volontà, al momento del varo della Legge di bilancio dello scorso dicembre, da parte dei tecnici del Mef, di stanziare più risorse del necessario per non ritrovarsi poi a dover cercarne nel tempo nel caso di una mole di domande superiore a quelle stimate. Il quotidiano milanese non esclude che non ci sia stato un ricorso a Quota 100 come quello previsto per via dell’importo dell’assegno che essa comporta rispetto all’ipotesi di andare in quiescenza al raggiungimento dei normali requisiti vigenti con la Legge Fornero. Fatto sta comunque che ora ci sono dei risparmi che si rileveranno utili.



LE PREOCCUPAZIONI SULLA SPESA

Mentre si attende l’erogazione, a luglio, della quattordicesima, nel presentare il Rapporto Istat, Gian Carlo Blangiardo ha accennato anche alle politiche di riforma pensioni e di assistenza agli anziani nel nostro Paese. Secondo quanto riporta Adnkronos, infatti, ha detto che “l’accentuarsi dell’invecchiamento demografico comporterebbe effetti significativi sul livello e sulla struttura della spesa per il welfare: con pensioni e sanità decisamente in prima linea, pur mettendo in conto che gli anziani di domani saranno in migliori condizioni di salute e di autonomia funzionale”; “in proposito è utile sottolineare che se oggi garantire un’assistenza dignitosa a quasi 14 milioni di ultra65enni sembra, oltre che doveroso, ancora possibile, è opportuno interrogarsi ‘se’ e ‘come’ saremo in grado di soddisfare la stessa domanda anche solo tra vent’anni, allorché gli anziani saranno saliti di altri 5 milioni”. Sempre sul tema della spesa pubblica, stando a quanto riporta Teleborsa, il Centro studi Confindustria auspica una spending review, che non dovrebbe però riguardare la spesa pensionistica “perché è legata a diritti acquisiti e alle dinamiche demografiche”.



LO SCONTRO MAGGIORANZA-OPPOSIZIONE

Mentre nel decreto crescita è stata inserita, tramite il contratto di espansione, la norma che introduce per le grandi imprese un maxi scivolo di cinque anni per l’ingresso in quiescenza, non si ferma lo scontro tra maggioranza e opposizione su diverse misure, che finiscono per tirare in ballo anche la riforma pensioni. Nicola Zingaretti, attraverso Twitter, afferma: “Si scrive flat tax ma si legge tagli: meno sanità, meno sicurezza, meno istruzione, tagli alle pensioni, alle imprese, al trasporto pubblico. La colpa non è dell’Europa ma di questo Governo. Noi vogliamo più lavoro, più investimenti, più servizi”. Luigi Di Maio, invece, su Facebook difende la proposta di una legge sul salario minimo, evidenziando di essere “curioso di sapere quanto guadagnano tutti questi grandi pensatori che puntano il dito contro una proposta che, tra l’altro, non ci siamo nemmeno inventati noi, ma che è già presente in ben 22 Paesi. Vogliono alzare lo scontro come hanno fatto su Quota 100? Lo facessero, i loro muri ci dicono che la nostra proposta è buona, vuol dire che fa bene all’economia reale piuttosto che alle banche!”.



LE RICHIESTE DELL’ANP-CIA

Tra quanti riceveranno la quattordicesima direttamente nella pensione di luglio ci sono anche molti appartenenti all’Associazione nazionale pensionati aderente alla Confederazione italiana agricoltori. Gli ex agricoltori hanno infatti assegni particolarmente bassi e hanno già chiesto al Governo di poter procedere a un aumento delle minime e “l’urgente riforma del provvedimento dell’esecutivo in materia di pensione di cittadinanza che, a causa dei criteri di accesso, prefigura situazioni di discriminazione e ulteriori diseguaglianze”. Come spiega in una nota, l’Anp-Cia “non arretra nel suo impegno a difesa dei diritti dei pensionati e ritiene di particolare importanza l’autorevole interessamento della Prefettura verso il Governo nazionale per far fronte al disagio in cui vivono i moltissimi pensionati italiani”. Per questo le delegazioni regionali di Anp, nel mese di giugno, “consegneranno alle Prefetture di competenza il documento approvato dall’Assemblea nazionale Anp-Cia del 16 aprile a Bologna, affinché venga trasferito alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale”.

QUATTORDICESIMA ANCHE AI SACERDOTI

A luglio arriva la quattordicesima per i pensionati, che verrà erogata direttamente insieme alla normale rata mensile dall’Inps. Naturalmente bisognerà rientrare negli scaglioni previsti per aver diritto a questa integrazione. Come ricorda Avvenire, l’importo delle minime è stato rivalutato è quindi “di fatto i limiti per quest’anno sono due: a) 10.154,69 euro (una volta e mezzo il minimo Inps) che dà diritto a un aumento del 30% della quattordicesima, b) 13.842,26 euro (due volte il minimo) per una quattordicesima ordinaria. Per entrambi i casi il requisito di partenza è l’età di 64 anni. L’importo personale dell’una tantum varia poi secondo il numero dei contributi versati”. Il quotidiano della Cei evidenzia anche che i “sacerdoti pensionati del Fondo clero sono inclusi di diritto fra i beneficiari” delle quattordicesima, che viene “attribuita d’ufficio anche ai sacerdoti pensionati che hanno insegnato nella scuola come docenti di religione oppure che hanno svolto il servizio di cappellano nelle strutture della sanità pubblica o nel settore della difesa”.

RIFORMA PENSIONI, LE MOSSE DELL’INPGI

Con un emendamento al decreto crescita, all’Inpgi, l’istituto previdenziale dei giornalisti, è stata chiesta una riforma pensioni, che dovrebbe precedere qualsiasi ragionamento circa l’aumento della platea degli iscritti agli operatori della comunicazione. In attesa di mosse in questa direzione, fiscoetasse.com evidenzia quelle che sono state le ultime dichiarazioni di Marina Macelloni, Presidente dell’Inpgi, durante l’audizione alla commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. “Sulle pensioni la presidente ha evidenziato che fino a quando nel 2015 non è stata introdotta la clausola di salvaguardia di tutela degli enti, l’applicazione del contributivo sulla platea dell’Istituto avrebbe applicato ulteriori oneri. Pertanto, sono state ridotte alcune prestazioni facoltative erogate ai pensionati ed è stato introdotto il contributo di solidarietà triennale alle pensioni più elevate, oltre i 38 mila euro”, ha detto Macelloni, evidenziando che nel settore mancano assunzioni, nonostante gli sgravi messi in campo.

RIFORMA PENSIONI, I DATI SUGLI ASSEGNI DI CITTADINANZA

Oltre alla riforma pensioni con Quota 100, il Governo ha introdotto il Reddito e la pensione di cittadinanza. Questi ultimi fortemente voluti dal Movimento 5 Stelle, che ora ne rivendicano la bontà attraverso un post su Facebook di Tiziana Ciprini, che commenta gli ultimi dati sulla povertà in Italia. “Il Reddito e la Pensione di Cittadinanza sono due strumenti fondamentali di contrasto alla povertà per un Paese come l’Italia in cui la povertà in 10 anni è aumentata del 74 per cento. Un dato che fa emergere quanto questo gravissimo problema sia stato sottovalutato dai governi precedenti. Per il MoVimento 5 Stelle è stato invece, da sempre, una priorità e dopo nemmeno un anno di governo siamo riusciti ad introdurre questa misura di dignità”, scrive la deputata pentastellata.

LA LOTTA ALLA POVERTÀ

Che snocciola poi altri dati: “Nel 2018 secondo la rilevazione Istat le famiglie in condizioni di povertà assoluta sono oltre 1,8 milioni per un totale di 5 milioni di individui, circa 9 milioni di individui invece se si parla di povertà relativa”. Dal suo punto di vista questi sono “numeri che dimostrano quanto fosse urgente cambiare rotta. Noi abbiamo messo al centro i bisogni dei cittadini e i dati relativi alle richieste che sono state fatte fino ad ora per percepire il Reddito e la Pensione di Cittadinanza sono davvero soddisfacenti. Aver raggiunto in pochi mesi circa 3 milioni di potenziali beneficiari è davvero un successo, soprattutto se si prendono come riferimento i dati delle misure che erano state introdotte negli anni scorsi”.