LE PAROLE DI SBARRA

Martedì prossimo, nel tardo pomeriggio, Draghi incontrerà i sindacati per parlare di riforma delle pensioni. E Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl, prima ancora che venisse resa nota la data dell’incontro, intervistato dalla Stampa ha spiegato che per il suo sindacato “il fulcro della questione sta nella necessità di recuperare sostenibilità sociale. Servono miglioramenti strutturali che, da un lato, garantiscano pensioni dignitose a ragazze e ragazzi incastrati in percorsi precari, e dall’altro riconoscano ai lavoratori la libertà di uscire dal mercato del lavoro a partire da 62 anni di età o 41 di contributi”. Sbarra si aspetta che dal Governo arrivino “aperture anche su investimenti e occupazione, fisco e Pnrr, ammortizzatori e politiche attive, Pa e scuola. Abbiamo bisogno di un grande accordo governo-imprese-sindacati, che ponga le basi per una nuova politica industriale, che agganci le grandi transizioni in atto assicurando rilancio occupazionale”. Dal suo punto di vista, la base di partenza del confronto sulle pensioni è rappresentata “dai contenuti della nostra piattaforma”.



LANDINI: “CONVOCATI PER PARLARE DI PENSIONI, VEDREMO COSA FARE”

In vista del prossimo incontro di martedì prossimo a Palazzo Chigi – di oggi la convocazione ufficiale – il segretario generale della Cgil Maurizio Landini conferma l’intento del Governo di voler discutere di riforma pensioni in vista della Manovra di Bilancio ormai in arrivo in Parlamento.



«Noi abbiamo chiesto all’esecutivo una serie d’incontri – ha reso noto Maurizio Landini – e siamo stati convocati per parlare di pensioni. È un punto importante, vedremo quale discussione si potrà fare», spiega l’ex leader FIOM, tra gli acerrimi “nemici” della riforma di Quota 102-104 e del ritorno della Legge Fornero. Dopo che lo scorso 25 ottobre non si ottenne alcun accordo durante la riunione a Palazzo Chigi, Landini ricorda la necessità da un lato di ottenere maggiore flessibilità per l’uscita dal mondo del lavoro – sul tema pensioni – dall’altro ricorda al Governo come rimangano anche altri temi all’ordine del giorno. « Allo stesso tempo c’è il problema del fisco, della lotta alla precarietà e di nuove politiche industriali e su questi temi misureremo il governo», chiosa il n.1 Cgil nella nota. (agg. di Niccolò Magnani)



MANOVRA: 50 MLN IN MENO AL FONDO PER LE PMI IN CRISI

La Legge di bilancio dovrebbe arrivare a breve al Senato. Il Governo ha dato qualche altro ritocco al testo della manovra e, come evidenzia Il Sole 24 Ore, in tema di riforma pensioni, oltre all’abolizione dello “scalino” relativo ai requisiti anagrafici per l’accesso a Opzione donna c’è un’altra novità. È stata infatti ridotta la dotazione del fondo per le uscite dei dipendenti delle Pmi in crisi tramite Quota 100. In particolare lo stanziamento per il 2022 passa da 200 a 150 milioni di euro, mentre nel biennio successivo resta confermata la cifra di 400 milioni. La manovra va ancora bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato, per cui non è detto che non ci sia qualche altra modifica. Tra l’altro il Fondo in questione era stato fortemente voluto dalla Lega, che potrebbe provare a riportarlo alla dotazione iniziale con un emendamento in Parlamento. I tempi per l’iter parlamentare cominciano però a farsi più stretti considerando il ritardo accumulato dall’esecutivo nella trasmissione del testo definitivo della Legge di bilancio.

DRAGHI CONVOCA I SINDACATI

Come riporta Adnkronos, il Premier Mario Draghi ha convocato i sindacati a palazzo Chigi per martedì 16 novembre alle 17:30 per un confronto sulla riforma delle pensioni. Roberto Ghiselli si augura che questa convocazione “non nasconda una furbizia”. Ovvero, come spiega in un’intervista pensionipertutti.it, “dare una disponibilità formale, far passare la legge di bilancio senza recepire le proposte sindacali e rinviare tutto al prossimo anno. Il che vorrebbe dire, anche per le incertezze sul piano politico in parte anche legate alla elezione del nuovo presidente della Repubblica, non fare un bel nulla e mettere la questione previdenziale nel frullatore della prossima campagna elettorale, come alcune forze politiche stanno già preconizzando e auspicando. Comunque sia chiaro, il sindacato ha avviato una mobilitazione per ottenere delle modifiche alla Legge di bilancio, con assemblee e manifestazioni aziendali, territoriali e nazionali, e andrà avanti fino a che non avremo ottenuto risposte concrete”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DE ROMANIS

Secondo Veronica De Romanis, “le riforme delle pensioni devono essere disegnate partendo dai dati (cosa che non si è fatto con Quota 100). Ossia dal fatto che in Italia troppo poche persone lavorano (soprattutto fra gli over 55enni), facciamo pochi figli, e per fortuna viviamo più a lungo. In un simile contesto abbiamo bisogno di più persone che lavorano e non di più persone in pensione. Peraltro, va sempre ricordato che la famosa staffetta generazionale non esiste in nessun Paese. Anzi, è vero il contrario: al tasso di occupazione elevato tra gli over 55, corrisponde un tasso elevato di occupazionale giovanile”. L’economista, intervistata dal Riformista, giudica “miope” la posizione dei sindacati sulle pensioni, perché “il problema sono i giovani”.

IL GIUDIZIO SU OPZIONE DONNA

De Romanis si pronuncia anche su Opzione donna, ricordando che non è stata molto utilizzata “a causa della forte penalizzazione” dovuta, come noto, al ricalcolo contributivo pieno dell’assegno. Per affrontare meglio la questione femminile nella previdenza, tuttavia, “bisognerebbe intervenire in modo più sistematico e significativo prima. Ossia sul tasso di occupazione femminile”, anche perché “la nostra percentuale di part-time involontario tra le donne è tra le più elevate. Poi bisogna investire sui servizi di cura che per ora sono in gran parte a carico delle donne. E, invece, si propone alle donne di lasciare il lavoro per occuparsi della cura della famiglia. Ma questa logica è sbagliata perché crea un esercito di pensionate povere”.

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