I pareri su Quota 100 sono discordanti, ma una cosa è certa: il 31 dicembre è la data della sua scadenza. Mancano pochi mesi ma non è ancora chiaro cosa accadrà quando non saranno ammessi i pensionamenti anticipati con almeno 62 anni di età e 38 di contributi. Il tavolo sulla riforma pensioni con le parti sociali è stato interlocutorio, il rischio scalone appare concreto. Questo comporterebbe un aumento dei requisiti per il pensionamento di 6 anni, quindi il pensionamento sarebbe accessibile solo dai 67 anni di età. Ma così si andrebbe verso scenari a dir poco complicati. Le proposte non mancano: da Quota 41 a Quota 102, ma sono misure costose. È probabile che si deciderà di rendere strutturali gli strumenti già esistenti nel 2022, come Ape sociale, Opzione donna o contratti di espansione.



Quindi, l’idea – come riportato da Today – è di rinforzare le forme di flessibilità in uscita che già ci sono. A tal proposito, le indiscrezioni parlano di un potenziamento dell’Ape sociale. Per l’allargamento della platea sarà decisivo lo studio di cui si sta occupando la Commissione tecnica voluta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. (agg. di Silvana Palazzo)



LA RIFORMA PENSIONI DEL GOVERNO DRAGHI

«Siamo pronti a discutere della prossima riforma pensioni dopo Quota 100»: l’annuncio è stato fatto ieri in conferenza stampa da Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio Mario Draghi. A margine del CdM sui nuovi decreti infrastrutture e incendi, e dopo aver ipotizzato per le prossime settimane un’estensione del Green Pass (con anche l’introduzione dell’obbligo vaccinale se necessario), il Premier ha delineato il piano delle riforme in questa seconda corposa parte della sua esperienza di Governo.

E così assieme al fisco, alla giustizia e alla concorrenza, il piano per le pensioni è pronto per essere discusso in tempo per la prossima Manovra di Bilancio: «seguiranno le riforme degli ammortizzatori sociali e delle pensioni sul tema Quota 100», ha detto Draghi. Non si è quindi sbilanciato su quale opzione verrà perseguita dall’esecutivo, anche perché al momento il tavolo ancora non è convocato e già gli scenari sono piuttosto intricati e complicati.



LE RICHIESTE DEI SINDACATI

La Lega di Salvini insiste sull’adozione della Quota 100 con qualche ritocco e con la spesa sostenibile dall’abolizione del Reddito di Cittadinanza; M5s e sindacati spingono per la Quota 41, così come anche l’UGL e il non disaccordo del Carroccio. Lato MEF e Ministero del Lavoro, al momento si punta “solo” sull’ampliamento dell’Ape Sociale per limitare i costi, trovando comunque la disponibilità di tutti i partiti della maggioranza ad adottarla come misura standard, con più categorie di “gravosi” da accettare per le domande di pensione. La nuova proposta di riforma pensioni è giunta ieri con la coppia di economisti Boeri-Perotti che dalle colonne de “La Repubblica” hanno ipotizzato una misura che favorisse la flessibilità in uscita, con 63 anni di età e un importo minore per l’assegno di pensionamento. Ieri infine, poco prima della conferenza stampa di Draghi, i sindacati hanno reso pubblica una lettera inviato al Capo del Governo per esprimere l’urgenza di convocare un tavolo al Ministero sui tanti nodi da risolvere, in primis la riforma previdenziale: «riforma fiscale, la riforma delle pensioni, della scuola e della PA», questi i cardini da cui ripartire in questo settembre già molto tumultuoso per i partiti, visto l’arrivo imminente delle Elezioni Amministrative (il 3-4 ottobre).