L’ABOLIZIONE INUTILE DI QUOTA 100

In un articolo pubblicato sul Tempo ci si chiede se davvero il problema dell’economia italiana sia Quota 100, che in verità “è solo la ciliegina su una torta – quella del pensionamento anticipato – che in Italia avevano già cucinato svariati governi prima di quello gialloverde. A rivelarlo è stata l’Ocse nel suo ultimo rapporto sulla spesa previdenziale in Europa, rivelando come a un’età di pensionamento ‘ufficiale’ tra le più alte nel Vecchio continente – 67 anni – Roma contrapponga un’età di ritiro dal lavoro ‘effettiva’ pari a 62 anni. E questo basandosi su dati risalenti al 2018, prima quindi dell’entrata in vigore di Quota 100”. Il quotidiano romano ricorda che dal 2017 “l’uscita del mercato del lavoro è diventata possibile da 63 anni di età”, tramite l’Ape. Dunque, alla luce di tutto questo, e “di una spesa previdenziale realmente fuori controllo”, abolire Quota 100 come viene chiesto anche da parti della maggioranza in Italia, “servirebbe a poco. Un gesto simbolico e niente altro”.



LA MOBILITAZIONE DEI VIGILI DEL FUOCO

I Vigili del fuoco della Cisl si preparano a una mobilitazione nella giornata di domani. Come si legge su valdinievoleoggi.it, per Luigi Del Moro (coordinamento provinciale Fns-Cisl) e Marco Della Felice, coordinatore Fns.Cisl di Pistoia, “il Governo ha fatto un atto di buona volontà  stanziando 165 milioni per valorizzare le nostre buste paga, purtroppo però lo ha fatto senza coinvolgere il sindacato con la contrattazione. Il risultato è quello di aumenti cospicui per i dirigenti e di appena 13 euro lordi per i vigili del fuoco più giovani. E nemmeno un centesimo per le nostre pensioni per le quali continuiamo a non avere accesso a strumenti complementari e alle tutele dell’Inail. Nel migliore dei casi oggi un vigile del fuoco va in pensione con il 60% dello stipendio, praticamente una pensione sociale. Non è giusto e non è dignitoso”. “Gli stipendi devono essere equiparati a quelli degli altri corpi dello Stato e così la previdenza”, aggiunge Alessandra Biagini, segretario Cisl Toscana Nord.



SALVINI VS UE “PRESTANO I SOLDI SOLO SE CAMBIAMO LE PENSIONI”

Non è affatto soddisfatto dall’accordo raggiunto in Europa dal suo “nemico” Giuseppe Conte, così Matteo Salvini assieme al responsabile economico della Lega Bagnai tiene una conferenza alla Camera per contestare i risultati del Recovery Fund ottenuti questa mattina all’alba. Sul tema pensioni, in particolar modo, il leader del Carroccio si scaglia contro l’Europa: «Stiamo parlando di soldi prestati che arriveranno se va bene fra un anno solo e soltanto se l’Italia farà le riforme in pensioni, lavoro, giustizia, sanità e istruzione richieste dall’Ue». Tradotto, aggiunge Salvini, «ti presto dei soldi se torni alla legge Fornero e se metti una patrimoniale. Noi vigileremo perché così non sia. Va restituito coi versamenti annui che l’Italia versa all’Ue. Non c’è nessun regalo per nessuno, è un prestito. E’ una resa mani e piedi senza condizioni». La precondizione per accedere al Recovery Fund, una volta che si è presentatp il Piano di Riforme in ogni Paese, deve rispettare i temi stabiliti dal Consiglio Ue: politiche verdi, digitali e raccomandazioni Ue 2019-2020. Per l’Italia i focus vengono messi sulla riforma pensioni ma anche su lavoro, giustizia, pubblica amministrazione, istruzione e sanità. Per questo Quota 100 è a rischio e per questo la Lega alza le barricate. (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI ELSA FORNERO

Si è parlato molto in questi giorni della posizione olandese su Quota 100 ed Elsa Fornero, intervistata dall’Huffington Post, evidenzia che un provvedimento come quello di riforma pensioni del 2018 “hanno dimostrato che l’Italia non è troppo coerente nell’affrontare il tema delle riforme”. L’Europa vi ha visto “un rifiuto di quelle riforme – tra le quali quella che porta il mio nome – che andava incontro a esigenze indotte dall’invecchiamento, da un lato, e dalla generosità eccessiva nelle formule pensionistiche, dall’altro. Dico ‘generosità eccessiva’ non in assoluto ma rispetto ai contributi versati e alle possibilità del Paese”. Per l’ex ministra del Lavoro, riguardo alla staffetta generazionale che sarebbe indotta da misure di ingresso anticipato alla quiescenza, spiega che “mantenere età di pensionamento come se la longevità non fosse aumentata è un errore. Quando l’economia funziona bene, tutte le persone in età da lavoro, donne, giovani e non giovani, hanno un’opportunità. Il paradigma ‘esci tu ed entro io’ è sbagliato”.

LA DECISIONE INPS SU PENSIONAMENTI SCUOLA

In tema di riforma pensioni, in un articolo su Avvenire viene ricordato che, a causa di una lavorazione dei dati più articolata del previsto, l’Inps ha deciso che quanti nella scuola “cessano dal servizio con riscontro negativo per un assegno ex Fornero ma che intendono accedere a Quota 100, pur senza averla richiesta inizialmente entro i termini ministeriali, potranno ottenere una seconda certificazione solo se risulti presentata all’Inps entro il 28 febbraio 2020 la dovuta domanda di pensione telematica per Quota 100. Chi non rientra in queste condizioni resta escluso dai pensionamenti di quest’anno. L’Inps accoglie invece le richieste per la pensione anticipata ordinaria ex Fornero di coloro che hanno richiesto la cessazione dal servizio solo in Quota 100. In questo caso gli interessati possiedono di fatto una corrispondente anzianità di servizio più elevata di quella con i requisiti ridotti. Sono inoltre respinte le certificazioni a quanti hanno comunicato una cessazione dal servizio cartacea direttamente alla scuola ed oltre le scadenze di rito”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON

Claudio Durigon torna a difendere Quota 100, ricordando che “ha mandato in pensione 300.000 persone. Ha restituito liberà a quei lavoratori che la Legge Fornero aveva messo in gabbia, imponendo, dalla sera alla mattina, da uno a cinque anni di lavoro in più. È una riforma di cui vado molto orgoglioso perché aiuta i giovani a trovare una collocazione”. Intervistato dalla Verità, l’ex sottosegretario al Lavoro evidenzia che “se confrontiamo il tasso di disoccupazione giovanile precedente alla riforma con quello successivo vediamo che si è passati dal 32,5% al 23,5% con un Pil che l’anno scorso era dello zero virgola”. Dunque, la misura di riforma pensioni del Governo Conte-1 “ha consentito il tanto atteso ricambio generazionale, specialmente in alcuni settori, ricordo ad esempio le ultime assunzioni nella scuola”.

LA CONFERMA DI QUOTA 41

Il Senatore della Lega spiega anche che resta valido il progetto del Carroccio di varare Quota 41, perché “bisogna far uscire chi ha iniziato a lavorare molto giovane. Ed è quanto faremo una volta tornati al Governo, ma ci avrebbe dovuto pensare Conte”, considerando che in ogni caso i soldi per questa misura “ci sono, eccome. Solo che il Governo ha scelto la strada dell’assistenzialismo. È una politica miope e i danni si faranno vedere”. Dal suo punto di vista sarebbe stato meglio ampliare Quota 100, che avrebbe creato posti di lavoro per i giovani, piuttosto che puntare sui bonus come quello babysitter per cui sono stati stanziati più fondi rispetto alle domande.