Claudio Durigon, il cosiddetto “padre della Quota 100”, si è espresso in queste ore in una intervista esclusiva per Pensionipertutti.it, in cui ha fatto delle considerazioni interessanti sulla lettura dei dati. Durigon ha spostato l’attenzione soprattutto sul delicato momento che stiamo vivendo in piena crisi economica causata dalla pandemia da Covid-19: “Il covid ha cambiato e cambierà il lavoro, la fragilità dovrà essere presa in considerazione, per cui sarà necessario optare per formule di pensionamento che anticipino l’uscita dal mondo del lavoro, l’uscita con la quota 41, ad esempio, deve necessariamente essere il prossimo obiettivo per l’Italia, per poter garantire ai giovani un futuro”, ha spiegato nella sua intervista. A suo dire, coloro che hanno 41 anni di lavoro sulle spalle hanno al tempo stesso diretto di godere della propria pensione, dopo essersi “privato della propria giovinezza”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“QUOTA 41 DOPO QUOTA 100, FOLLIA RICALCOLO CONTRIBUTIVO”
Secondo uno dei teorici della riforma pensioni Quota 100, il senatore della Lega Claudio Durigon, l’esperienza della legge nel primo Governo Conte non solo andrebbe sostenuta ma ora che è in via di scadenza andrebbe “rimboccata” con l’utilizzo di Quota 41: nell’intervista esclusiva a “Pensionipertutti.it” Durigon illustra la sua versione del tutto antitetica alle critiche piovute su Quota 100 dalla ex Ministra Elsa Fornero e dal Partito Democratico. «Negli ultimi giorni sono ricomparsi personaggi e congiunture che davvero hanno poco a che fare con buon senso e soprattutto nulla a che fare con la verità dei numeri, si sono sparse cifre e soprattutto si sono fatte valutazioni incomprensibili»; secondo Durigon la Fornero ha lanciato numeri su pensioni retribuite mensilmente «tralasciando quello che invece dovrebbe essere il cardine di un programma di riforma: la suddivisione della previdenza dalla assistenza». Non solo, rilancia ancora il senatore della Lega: «Ha affermato con convinzione che la quota 100 sia stata rifiutata dagli italiani, capisco le difficoltà già avute in passato con la sua stessa riforma visto che i governi successivi hanno dovuto mettere mano alle salvaguardie degli esodati che sono costati poco meno della legge quota 100. Ma per spiegare meglio, ogni legge che si fa è corrisposta da relativa copertura finanziaria su relazioni Inps e ragioneria».
RIFORMA PENSIONI: LE STIME DI DURIGON SU QUOTA 41
Oltre alla difesa di Quota 100, per Durigon il vero tema e sfida del prossimo futuro – anche se non soprattutto per via della crisi economica post-Covid – dovrà essere la Quota 41: ancora nell’intervista a “PensioniPerTutti” il senatore della Lega rilancia «quota 41, ad esempio, deve necessariamente essere il prossimo obiettivo per l’Italia, per poter garantire ai giovani un futuro. Non é ammissibile che chi ha 41 anni di lavoro sulle spalle, debba essere relegato sul posto di lavoro, i contributi li ha abbondantemente versati nel corso della propria vita lavorativa, si é privato della propria giovinezza, ora é giusto che si goda la meritata pensione». Per Durigon è una «pura follia» parlare di Quota 41 ma solo a fronte di un ricalcolo contributivo dell’ultimo assegno, «il futuro si garantisce dando un lavoro ai giovani e non risparmiando sulle pensioni mandando i lavoratori a riposo solo a 67 anni». Secondo il senatore Durigon, la riforma pensioni voluta da Salvini nel precedente Governo ha comunque ridato «un diritto cancellato a malo modo dalla riforma Fornero, ma soprattutto finalmente abbiamo concesso anche l’opportunità ad alcuni giovani di entrare nel mercato del lavoro. Si sentono tante storie sul ricambio generazionale, i numeri istat pre covid, testimoniano una diminuzione sostanziale delle percentuali della disoccupazione in generale, ma soprattuto quella giovanile e anche questi sono numeri incontrovertibili».