SOVRASTIMA QUOTA 100: GLI EFFETTI
Secondo lo studio di Cgil e Osservatorio sulla Previdenza della Fondazione Di Vittorio, la riforma pensioni di Quota 100 è stata del tutto sovrastimata: il dato è noto da tempo ma ora viene studiato nel dettaglio delle cifre, scoprendo che la misura di anticipo pensione nel triennio 2019-2021 ha coinvolto e coinvolgerà 348 mila persone, con un risparmio di quasi sette miliardi di euro rispetto alla spesa prevista. «Quota100 è una misura che coinvolgerà poco più di un terzo della platea prevista nel triennio, ossia 384 mila persone anziché 973mila, determinando un avanzo importante di risorse», spiega Ezio Cigna, responsabile Previdenza pubblica della Cgil nazionale, nel commentare i dati dell’ultimo studio previdenziale. In termini generali, secondo i dati Cgil, nel prossimo triennio – analizzando anche il blocco dell’adeguamento alla speranza di vita e la proroga di Opzione donna – il risparmio netto sarà di 6 miliardi e 468 milioni.
LA RIFORMA DRAGHI
Il Governo Draghi è in carica da un giorno e ovviamente avere l’idea esatta di come sarà il programma di lavoro dei prossimi anni, a partire dalla necessaria riforma del mondo pensioni, è cosa assai astrusa: al netto di ciò, le anticipazioni finora emerse tanto dai retroscena quanto dalle passate dichiarazioni dell’ex Governatore della Banca Centrale Europea possono già delineare un quadro d’azione che parta dal welfare e arrivi fino ad una flessibilità maggiore. Nelle Considerazioni Finali del suo mandato alla BCE il nuovo Presidente del Consiglio spiegava che in UE occorre allungare il più possibile la vita lavorativa per garantire un tenore di vita adeguato agli anziani di domani: difficile dunque, nonostante la Lega sieda in CdM, una riedizione di Quota 100 piuttosto un lavoro costante sulla flessibilità di uscita, la differenziazione delle categorie di lavoratori da mandare in pensione anticipata (usuranti e gravosi) e il rafforzamento di Opzione Donna e Ape Social. Come poi aggiunge il focus di “Today”, l’intenzione principale del Governo Draghi potrebbe avvicinarsi a quella spiegata nei suoi tanti interventi pubblici, ovvero «cambiare radicalmente il welfare spostando il focus dall’attuale protezione dopo il ritiro dal lavoro a una riforma degli ammortizzatori sociali che garantisca una protezione universale con formazione continua del lavoratore». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI DURIGON
Claudio Durigon evidenzia che alla fine dell’anno, quando scadrà Quota 100, “il ritorno secco alla Fornero non è nemmeno immaginabile, perché uno scalone di 5 anni dai 62 attuali ai 67, creerebbe un allarmismo sociale difficilmente gestibile oggi. Se a scadenza della norma non ci sarà una legge che darà flessibilità in uscita sul mercato del lavoro, questo rappresenterà un grossissimo problema, perché verrà meno alle aziende uno strumento che permetta loro di riorganizzarsi”. Per questo, spiega il deputato della Lega, “abbiamo, da parte nostra, più che mai interesse che ci sia uno strumento efficace per uscire dal mercato del lavoro, se poi sarà la proroga di quota 100 o avrà un altro nome poco ci importa, contano i contenuti della futura misura”.
LA PROROGA DI QUOTA 100 A COSTO ZERO
Intervistato da pensionipertutti.it, Durigon spiega anche cosa intendesse Salvini quando in una trasmissione radiofonica ha parlato di un possibile rinnovo di Quota 100 a costo zero. “Sui costi del rinnovo di un anno, si è parlato di costo zero, perché si tratta di una spesa di 400 milioni per il 2022 ma ad oggi ci sono economie dalla stessa legge per il 2022 pari a 500 milioni, ecco spiegate le ragioni di tale affermazione, non vuol certo dire che la misura non avrebbe dei costi, ma che i risparmi attuali ne permettono la proroga senza ulteriori investimenti. È normale che avremo dei costi negli anni successivi, nel 2023 ad esempio si parla di 1,8 miliardi a fronte di economie per 750 milioni”, evidenzia l’ex sottosegretario al Lavoro.