LE PAROLE DI CATALFO

Nunzia Catalfo, prendendo parte all’evento organizzato da Poste italiane “Sindaci d’Italia”, ha parlato anche di riforma pensioni con Quota 100. Come riporta Radiocor, il ministro del Lavoro ha ricordato le “circa 7.000 nuove assunzioni di giovani che Poste ha programmato e che in larga scaturiscono dal turnover di Quota 100. Probabilmente, molti dei neo-assunti andranno ad animare proprio gli uffici postali dei piccoli Comuni. Una nuova famiglia potrà nascere e crescere grazie a Poste e a Quota 100 nei piccoli Comuni”. Intanto la Corte dei Conti ha analizzato il bilancio 2017 dell’Enpacl, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei consulenti del lavoro, concludendo che presenta una copertura ampiamente superiore all’importo della riserva legale. Labitalia riporta le parole di Alessandro Visparelli, Presidente dell’Ente, che ha ricordato “che l’Enpacl ha a cuore soprattutto l’adeguatezza delle pensioni dei consulenti del lavoro: ben il 75% dell’intero gettito per contribuzione integrativa, oltre all’intero contributo soggettivo, viene riversato sui montanti degli iscritti. E questa è una particolarità tutta nostra, che non sempre viene messa nella giusta evidenza”.



CGIL: IN MANOVRA MISURE INSUFFICIENTI

I recenti dati dell’Inps sull’importo degli assegni erogati fa chiedere a Pino Gesmundo, Segretario generale della Cgil Puglia, un intervento di riforma pensioni che abbia come priorità una rivalutazione degli stessi in modo da “sostenere i redditi e quindi i consumi in questo Paese”. Secondo il sindacalista, le misure previste nella manovra in tema di previdenza “non sono affatto sufficienti, non sanano la ferita della legge Fornero, a cui non ha certo posto rimedio Quota 100, misura però che va difesa e semmai corretta, lì dove discrimina alcuni soggetti”. Gesmundo, stando a quanto riporta il sito di Rassegna sindacale, definisce “offensiva” “la rivalutazione delle pensioni proposta dal governo”. È anche per questo che “i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil terranno il 16 novembre prossimo una manifestazione a Roma e stanno organizzando attivi unitari in tutto il territorio regionale, oggi anche qui in Puglia. E poi per i giovani che vivono condizioni di lavoro precarie e intermittenti va predisposta una pensione di garanzia, che non può gravare sulle loro tasche, come immaginato in alcune proposte dall’Inps”.



LA RICHIESTA CODS SU OPZIONE DONNA

Orietta Armiliato ha scritto una mail a Francesca Puglisi, sottosegretaria al Lavoro, perché nella misure di riforma pensioni annunciate con la Legge di bilancio non ci sia una proroga di un solo anno di Opzione donna. “Quello che noi chiediamo è che vi sia l’estensione di questa misura fino a comprenderne la sua logica applicazione che è stata reputata essere efficace fino all’anno 2023, dopodiché come naturalmente lei meglio di me sa, non avrebbe più valenza per via del metodo di calcolo applicato per chi sceglie di aderire (contributivo puro), chiediamo dunque, che l’istituto si proroghi in un’unica soluzione vino alla sua chiusura tombale”, scrive Armiliato a nome del Comitato Opzione donna social di cui è amministratrice, ricordando che è stato recentemente evidenziato che tale proroga costerebbe complessivamente 2 miliardi di euro. Naturalmente Armiliato ha anche ricordato la richiesta di varare la Quota 100 rosa che promuove da tempo. Vedremo quale sarà, se ci sarà, la risposta di Francesca Puglisi alla mail.



PROCEDURA INPS PER I PENSIONATI ALL’ESTERO

L’Inps ha fatto scattare, come da messaggio diffuso venerdì scorso, le procedure per l’accertamento dell’esistenza in vita dei pensionati residenti all’estero. Su questi beneficiari in passato si era ipotizzato un intervento di riforma pensioni, specialmente per quanti godevano di un regime fiscale di favore. Ma tutto è rimasto poi invariato. L’Inps spiega quindi che “Citibank ha avviato il processo di spedizione della lettera esplicativa e del modulo standard di attestazione” ai pensionati residenti in Paesi compresi nella prima fase della verifica anno 2019/2020. Nello specifico si tratta di quanti risultano residenti in “Africa, Australia (Oceania) ed Europa, ad esclusione dei Paesi Scandinavi, dei Paesi dell’Est Europa e degli Stati limitrofi”. Nelle suddette lettere esplicative è indicato che la restituzione del modulo di attestazione dell’esistenza in vita dovrà avvenire entro il 13 febbraio 2020. Chi non provvederà per tempo a rispondere si vedrà sospeso il pagamento della pensione a partire dal mese di marzo.

DAMIANO “QUOTA 100 FINO AL 2021, POI…”

Raggiunto dal portale Pensionipertuttti.it, parla l’ex senatore del Partito Democratico Cesare Damiano per fare un po’ di “pulizia” in merito alle ultime notizie “altalenanti” sulla riforma pensioni di Quota 100, e non solo: «Quota 100 finira’ nel 2021, come sappiamo. Per questo preferiamo chiamarla ‘Finestra 100′, perche’ si tratta di un intervallo di flessibilita’, finito il quale ritorna la legge Fornero e la finestra si richiude». L’idea è quella di inserire poi dal 2022 una soluzione di equa flessibilità in uscita (il cosiddetto Ddl 857), ma al momento le scelte restano “frenate”: «E’ giusto mantenerla fino al 2021 perche’ i patti che lo Stato stipula con i cittadini non vanno ripudiati quando cambiano i Governi: soprattutto perche’, come in questo caso, si crea il rischio di ripetere la drammatica avventura degli esodati. Il problema di prospettiva, dunque, e’ quello di progettare fin d’ora una soluzione di flessibilita’ strutturale del sistema pensionistico». Ma la soluzione successiva deve per forza essere, secondo Damiano, quella messa a punto a fine della scorsa legislatura con il disegno di legge di Pierpaolo Baretta, Maria Luisa Gnocchi e appunto il dirigente dem: «prevedeva una uscita a partire dai 62 anni, avendone almeno 35 di contributi, con una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Ragioniamoci». (agg. di Niccolò Magnani)

QUOTA 100 TRA SALVINI E RENZI

Nei giorni scorsi, prima ancora delle elezioni in Umbria, ospite della trasmissione Dritto e rovescio, Matteo Salvini ha parlato della riforma pensioni con Quota 100. Su Twitter ha scritto, per sintetizzare un concetto espresso in trasmissione: “Nel pubblico impiego con #Quota100 turnover completo. 58mila anziani possono andare in pensione, 58mila ragazzi possono iniziare a lavorare. Orgoglioso di quella legge, la difenderemo in Parlamento con le unghie e con i denti”. Una difesa che dovrà, come spiega Il Messaggero, essere prima di tutto operata nei confronti di Italia Viva, che “è decisa a intervenire; se non per cancellare la misura almeno per allungare le finestre di uscita, recuperando così un po’ di risorse finanziarie. Dovrà inoltre essere affrontato il problema dello scalone che si creerà dopo il 2021 al venir meno di Quota 100”. Vedremo come andrà l’iter parlamentare della Legge di bilancio, anche se certamente il risultato elettorale in Umbria non aiuta Pd e M5s e per certi versi rafforza la posizione del partito di Renzi, visto che non ha partecipato al voto.

LA TUTELA PREVIDENZIALE DEI MEDICI

L’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Ragusa ha organizzato un incontro riguardante la tutela previdenziale dei medici. giornaleibleo.it riporta le dichiarazioni di Rosa Giaquinta, Presidente dell’Ordine, secondo cui “la tutela previdenziale dei medici contribuirà a ridurre l’esodo dei giovani professionisti all’estero, fenomeno in atto che rischia di privarci sempre più di validi medici al servizio e a difesa della salute dei nostri cittadini”. All’incontro ha partecipato anche Alberto Oliveti, Presidente dell’Enpam, che ha ricordato che gli studenti del quinto anno, prima ancora di laurearsi, possono iscriversi all’ente, con vantaggi che “come, ad esempio, accedere ad un mutuo per la prima casa, la tutela della genitorialità e così via”. Presente all’iniziativa anche Claudio Testuzza, medico e giornalista consulente del Sole 24 Ore, che ha evidenziato come il sistema pensionistico per i medici sia cambiato e i rendimenti elevati una volta possibili con la cassa pensione sanitaria oggi non ci sono più.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO

In un articolo pubblicato sulla rivista Lavoro, Diritti Europa, di cui Famiglia Cristiana riporta alcuni stralci, Elsa Fornero parla delle disuguaglianze di genere presente nel mercato del lavoro italiano e, conseguentemente, nel sistema pensionistico. Dopo la riforma pensioni che ha introdotto il sistema contributivo, la situazione è diventata ancora più sfavorevole per le donne, evidenzia l’ex ministro del Lavoro. Dal suo punto di vista, inoltre, “talvolta le politiche sono ‘fintamente’ amiche. È il caso del pensionamento anticipato a favore delle donne. Si tratta della classica politica della (parziale e tardiva) ‘compensazione’ a posteriori per una discriminazione a priori”.

IL PATERNALISMO VERSO LE DONNE

Per Elsa Fornero, di fatto, la possibilità di andare in pensione prima disincentiva l’attività di formazione e aggiornamento e porta ad avere una pensione che rischia di essere poi insufficiente in futuro. Dal suo punto di vista, poi, “paradossalmente, anche la maggiore generosità delle pensioni di reversibilità (godute nella stragrande maggioranza dalle donne) ne ha scoraggiato il lavoro, perché comunque la donna avrebbe potuto contare sulla pensione del marito”. Per Elsa Fornero “v’è da domandarsi se questo ‘paternalismo’ sia ancora compatibile con la parità che si vuole realizzare”. Parità che andrebbe perseguita quindi nell’accesso al lavoro e nella parità retributiva, più che indurre le donne “a puntare sulla dipendenza da una pensione maschile”. Tutto questo mediante contributi a copertura di “congedi di maternità o periodi di cura ad assentarsi da lavoro”.