IL PASSAGGIO AL RISCATTO AGEVOLATO
Come noto, tra le recenti misure di riforma pensioni c’è anche il riscatto agevolato della laurea. La Fondazione studi Consulenti del lavoro, rispondendo a una domanda posta da un lettore del sito di Repubblica, ricorda che, nel caso sia ancora in corso, è possibile effettuare il “passaggio” dal riscatto “tradizionale” a quello agevolato per le rate ancora non pagate. “Si suggerisce, operativamente, di fare trascorrere il termine di pagamento della rata corrente in modo da decadere dal presente piano di pagamento e, subito dopo, di presentare una nuova domanda di riscatto agevolato solo dopo avere inviato in via telematica la richiesta di conversione al metodo di calcolo contributivo, allegando alla domanda di riscatto agevolato il mod. AP142 e specificando i dati della richiesta del passaggio al metodo di calcolo contributivo”, si legge nella risposta data, che si conclude con il suggerimento di valutare, prima di tutto, “il decremento pensionistico corrispondente”. Questo perché appunto con il ricalcolo contributivo l’importo del futuro assegno sarà più basso.
ASSOPREVIDENZA SU FONDO PENSIONE
Sergio Corbello, presidente di Assoprevidenza, consiglia di mantenere la propria posizione a chi è tentato dal riscattare subito il capitale accumulato con un fondo integrativo. «Da febbraio in avanti, con il deflagrare del Coronavirus, le Borse e i mercati finanziari in generale hanno subito violenti ridimensionamenti – spiega a WeElfare – con il risultato che l’ammontare delle posizioni dei singoli risulta inferiore, anche di molto, rispetto a pochi mesi fa». Ricordiamo infatti che il valore della posizione previdenziale individuale dell’iscritto deriva dalla valutazione dell’investimento nel fondo di apparenza. Quindi per il presidente di Assoprevidenza è meglio aspettare anziché riscattare in perdita, «salvo casi di emergenza individuale». Il consiglio è di «attendere, mantenendo la posizione presso il fondo pensione, il tempo necessario perché il valore degli investimenti riprenda quota, ragionevolmente nel giro di un biennio». Ma chi può potrebbe approfittare della situazione «per integrare la posizione esistente nel fondo pensione con ulteriori contributi volontari: si investirebbe in un momento favorevole, con le quotazioni dei titoli basse, beneficiando oltretutto delle agevolazioni fiscali previste». (agg. di Silvana Palazzo)
LA RICHIESTA DELLA FISH AL GOVERNO
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, attraverso il proprio Presidente Vincenzo Falabella, fa sapere di aspettarsi molto dal Governo in sede del cosiddetto decreto aprile, dopo che l’ultimo Dpcm ha lasciato insoddisfatte alcune delle richieste presentate. “Fish ha chiesto ed aspetta un intervento articolato, solido e strutturale a sostegno della emergenza che tanti nuclei con persone con disabilità, tante persone con disabilità, tanti caregiver familiari stanno attendendo e non hanno avuto fino a questo momento. Abbiamo chiesto non solo servizi ma anche, vista la straordinarietà della situazione, indispensabili sostegni di natura economica ad iniziare dall’innalzamento delle pensioni e degli assegni per invalidità civile a 600 euro. Ci auguriamo di poterne trovare traccia scritta nel prossimo decreto legge”, fa sapere Falabella, che parla di “una forte aspettativa da parte delle famiglie e delle persone, sentimento che talora ingenera equivoci”. Vedremo quindi se il decreto aprile soddisferà queste attese.
RICONGIUNZIONE, LA STORIA ASSURDA DALLA TOSCANA
Nei giorni in cui si ragiona anche nel Governo sulla possibilità di una riforma pensioni che nel prossimo futuro possa “accompagnare” le nodali decisioni che dovranno essere prese per riprendersi dalla crisi economica, una storia arriva dalla Toscana che getta nuova polemica sull’istituto che norma l’accesso delle pensioni in Italia e che gestisce la maggioranza degli aiuti economici stanziati dallo Stato per la crisi Covid-19. «Avevo fatto domanda di ricongiunzione nel 1998 perchè volevo sapere quando sarei potuta andare in pensione ma poi visto che il mio lavoro mi è sempre piaciuto non mi ero più interessata per avere una risposta», è la storia di una 65enne che in una lettera dalla provincia di Pisa annuncia ai colleghi di ToscanaMediananews.it l’assurda risposta dell’Inps.. 22 anni dopo! «L’Inps infatti le comunicava con una lettera datata 4 Aprile 2020 la risposta a una sua istanza presentata nel 1998», riporta il portale locale evidenziato l’eccezionalità di una risposta che si è unita a quella per altri milioni di italiani sull’accesso agli ammortizzatori sociali in piena crisi coronavirus. (agg. di Niccolò Magnani)
MANCANO SOLDI PER LA CIG, SI TEME TAGLIO PENSIONI
Non sono pochi i pensionati che sui social, sui portali previdenziali e nelle lettere ai quotidiani esprimono un timore piuttosto allargato sulla situazione economica cui l’Italia sta andando incontro: dopo le promesse del Governo di non metter mano a tagli sulle pensioni per finanziare alcune importanti risorse da destinare agli aiuti economici, negli ultimi giorni la paura è tornata forte mentre si cerca ancora di capire quale (e se vi sarà) potrebbe essere la prossima riforma pensioni da accompagnare alla ripresa economica. Mancherebbero 7 miliardi per la copertura degli ammortizzatori sociali, avrebbe detto ieri nella riunione di Governo il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Da qui lo slittamento ancora della presentazione del Decreto Aprile, con potenziale “errore di calcolo” (fonte Adnkronos, confermata da Palazzo Chigi alla stessa agenzia) che alcuni imputano all’Inps e altri al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. Lo stesso Ministero poi all’Adn ha smentito categoricamente che vi sia un errore di calcolo, ma sta di fatto che quei soldi mancano e i pensionati temono che uno dei modi immediati e più semplici possa essere un taglio delle pensioni considerate “più ricche” per finanziare determinati provvedimenti economici. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Elsa Fornero è tornata a parlare di riforma pensioni nel corsa della “Maratona dei manager”, evento organizzato da Cida e altre associazioni professionali come Ascai, Com&Tec, Confassociazioni, Ferpi, IAA, Fondazione Pubblicità Progresso e Comunicazione Pubblica. L’ex ministra del Lavoro, come riporta Adnkronos/Labitalia, ha detto di non credere “che il sistema pensionistico abbia bisogno di nuove trasformazioni e l’apporto migliore che possiamo dare al sistema è cercare di fare in modo che maggior numero di persone torni ad avere il più presto possibile un lavoro, dignitosamente pagato, che permetta contributi e quindi a finanziare le pensioni. Tutto quello che serve oggi nelle norme, abbiamo bisogno di farlo funzionare”.
L’IMPORTANZA DEL MERCATO DEL LAVORO
Fornero ha ricordato che “il nostro sistema previdenziale è una parte del sistema economico e delle istituzioni del Paese, visto che è pubblico. Nessuna riforma della previdenza ha senso se sganciata da quello che succede nel mercato del lavoro. Questo perché noi abbiamo una previdenza che è largamente basata sul reddito da lavoro. E quindi ciò che succede ai redditi di lavoro si riversa sulla previdenza e quindi sulle prestazioni. Non è possibile cambiare strutturalmente le prestazioni senza guardare a quello che accade nel mondo del lavoro. Altrimenti giriamo intorno, ci avvitiamo in una situazione che sarà sempre di impoverimento per tutti, lavoratori e pensionati”. Dal suo punto di vista, quindi, bisogna fare in modo di avere un mercato del lavoro con buona occupazione e buoni salari per avere una buona previdenza.