LA SFIDA DELL’INFLAZIONE
A proposito della sfida che l’inflazione pone ai gestori di fondi pensione, intervistata da Milano Finanza, Ivonne Forno, consigliere indipendente di Green Arrow Capital, gruppo finanziario specializzato in investimenti alternativi, evidenzia che “la maggior parte degli esperti e delle case di gestione pare concordare rispetto alla previsione che i prezzi al consumo nei prossimi cinque anni saranno superiori a quelli dell’ultimo quinquennio. Riuscire a fare meglio del carovita – va ricordato incidentalmente che i fondi pensione utilizzano come primo benchmark di riferimento la rivalutazione del tfr in azienda, ancorato all’andamento del tasso di inflazione – nei prossimi 60 mesi sarà pertanto più difficile. Ma la ripresa dell’inflazione sarà solo uno dei tanti temi che i gestori dovranno saper presidiare al meglio nell’ambito di un approccio che dovrà essere sempre più integrato, anche fra gestione passiva e attiva, poliedrico, di alta diversificazione verso il mondo degli investimenti alternativi, innestato su una solida struttura di asset allocation strategica”.
LA PROPOSTA DI MACRON
Mentre in Italia si sta cercando, tramite il confronto sulla riforma delle pensioni tra Governo e sindacati, di rendere possibile l’ingresso in quiescenza a un’età più bassa rispetto al requisito fissato a 67 anni, in Francia Emmanuel Macron è pronto, in caso di rielezione, a innalzare l’età pensionabile da 62 a 65 anni. Il Presidente francese, presentando il suo programma elettorale, come riporta today.it, ha infatti spiegato che “la nostra società vive più a lungo, quindi è normale che lavoriamo di più”. Secondo alcune stime, con questa mossa lo Stato francese potrebbe risparmiare più di 20 miliardi di euro. Macron vorrebbe destinare parte di questa somma per portare a 1.000 euro l’importo delle pensioni minime. Va detto che il progetto non incontra il favore dei sindacati e che già in passato i progetti di Macron di toccare la previdenza si sono dovuti arrendere alle proteste. Se però il Presidente, in piena campagna elettorale, avanza questa proposta, probabilmente sa che stavolta può realizzare il suo progetto.
GLI AUMENTI PER I PENSIONATI
In una nota il capogruppo del Partito democratico in commissione Finanze alla Camera, Gian Mario Fragomeli spiega che le tabelle fornite “dal Dipartimento Finanze del Mef, in risposta alla nostra interrogazione, dimostrano come dopo molti anni finalmente si registra un incremento netto sulle pensioni degli italiani. Grazie alla battaglia del Partito democratico in Legge di Bilancio, l’investimento di oltre due miliardi di euro destinato ai dieci milioni di pensionati con reddito fino a 50mila euro, permette aumenti medi di 200 euro l’anno. Si tratta di un primo passo, certamente non sufficiente, anche perché non spalmato in maniera progressiva, che ci impegna per il futuro a fare di più e meglio. A cominciare dalla riforma contenuta nella delega fiscale che dovrà permettere aumenti più importanti e più concentrati nelle fasce di reddito medio basse. Su questo aspetto, come Partito democratico, ci impegniamo a dare corpo a quanto già abbiamo messo nero su bianco nei nostri emendamenti”.
LE PAROLE DI TRANCASSINI
Ai microfoni di iNews24, come riporta lavorolazio.com, Paolo Trancassini ha ricordato che “il ministro Cingolani ha lanciato l’ipotesi dell’accisa mobile senza entrare nel merito e ciò dà un po’ la dimensione del problema. In Senato si è limitato a descrivere la situazione ma non ha indicato una rotta, come invece hanno già fatto altri Paesi, adottando correttivi e prendendo decisioni. Dal punto di vista della crisi energetica, delle imprese, delle pensioni e anche delle grandi opere, la situazione è drammatica. Siamo di fronte a un’emergenza enorme e un ministro in questa situazione non può lanciare ipotesi, ma deve indicare la rotta”. Secondo il deputato di Fratelli d’Italia, “la sensazione è che la politica tiri a campare. Questo emerge anche guardando come gli altri Paesi stanno affrontando la crisi energetica. Il Governo oggi non ha dato l’impressone di avere il timone ben saldo tra le mani. Ma in questo momento le imprese hanno bisogno di un Governo che dia la certezza che non ci si è smarriti”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO
Secondo Elsa Fornero, quando si parla di riforma delle pensioni “promettere che tra 30 anni si pagheranno buone pensioni è una pia illusione o una presa in giro. Ma la questione è che non si fa abbastanza per risolvere il problema della vita lavorativa dei giovani, povera e discontinua. Bisogna rovesciare la prospettiva, aumentare l’occupazione”. Un risultato che, ricorda l’ex ministra del Lavoro in un’intervista al Giornale di Vicenza, non si può ottenere con la riforma dell pensioni tramite misure come Quota 100, perché “l’idea di sostituire lavoratori anziani con i giovani non funziona. Come ha dimostrato un approfondito studio di Banca d’Italia, bisogna invece pensare al lavoro in una logica inclusiva, non sostitutiva”. Infatti, “l’impossibilità di ricorrere a prepensionamenti ha portato le imprese a innovare nella gestione del personale inserendo, dove necessario, dei giovani”.
“LA FLESSIBILITÀ SI PAGA”, LE ULTIME NOTIZIE SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI
Rispetto alle ipotesi di riforma delle pensioni di cui si sta parlando da diversi mesi ormai, Elsa Fornero auspica “che si possa intervenire con misure di assistenza per i più deboli, i disoccupati, le donne, le persone che si prendono cura di chi ha bisogno di assistenza. Per il resto bisogna sgombrare il campo dall’ambiguità: la flessibilità si paga. Se si vuole andare in pensione prima, bisogna accettare una pensione più bassa, non si può far ricadere il costo sulle generazioni future come è stato per Quota 100”. Inoltre, dal suo punto di vista, “considerata l’aspettativa di vita”, resta ancora valido il requisito per la pensione di vecchiaia fissato a 67 anni. L’ex ministra ritiene anche necessario introdurre un salario minimo “anche come strumento per ‘costringere’ le imprese a trovare soluzioni a un vincolo, un po’ come è stato per l’allungamento dell’età pensionabile”.
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