RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO

Pasquale Tridico è stato ospite di Sky TG24 Economia e, tra le altre cose, ha affrontato anche il tema della riforma pensioni. Come riporta Adnkronos, il Presidente dell’Inps ha detto che “più che pensionamento anticipato per tutti io studierei la possibilità di andare in pensione prima solo per alcune categorie di persone, a cominciare dai lavoratori fragili, immunodepressi, oncologici. Anziché a 63 anni stare in Naspi serve pensare per questi lavoratori ad un allargamento del prepensionamento”. Un provvedimento di questo tipo, secondo Trdico, non avrebbe costi tali da creare problemi di bilancio pubblico, perché la platea “è circoscritta, non è eccessiva e non mette a rischio nulla; i fragili sono meno di quei 250-300 mila che hanno aderito a quota 100”. L’idea di un provvedimento che guardi ai soggetti più fragili ed esposti al rischio contagio emerso durante la pandemia era stata già avanzata dai sindacati durante il confronto sui tempi previdenziali avviato con il precedente esecutivo.



IL RISCHIO DI UN NUOVO CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ

Yahoo Notizie ricorda che il Fondo monetario internazionale in settimana ha evidenziato che “i governi potrebbero valutare un contributo temporaneo da destinare per la ripresa da Covid, tassando i redditi più alti o i patrimoni”. Questo tipo di imposta potrebbe avere diverse forme e potrebbe anche colpire le “pensioni d’oro, cui potrebbe essere applicata un’aliquota più alta poter recuperare risorse nell’ottica di ridistribuire la ricchezza. Sul tema la Corte Costituzionale si è recentemente espressa, legittimando il contributo di solidarietà sugli assegni solo per tre anni e facendo comunque salvo il trattamento minimo di 100.000 euro lordi annui”. La Sicilia segnala intanto che il contributo di solidarietà “effettuato dalla cassa nazionale di previdenza dei ragionieri è illegittimo. Lo ha stabilito il giudice del lavoro Rosalba Musillami del tribunale di Palermo che ha condannato l’ente previdenziale a restituire i soldi prelevati” dopo il ricorso presentato da un pensionato “che si è visto prelevare un contributo dal 2006 al 2016”. Occorre dunque prudenza nel varare misure di riforma pensioni di questo tipo che una sentenza può di fatto annullare.



LA RICHIESTA DEL CUPLA AL GOVERNO

Come riporta quinewsarezzo.it, da Angiolo Galletti, presidente provinciale e regionale di Anap Confartigianato, arriva una richiesta importante al Governo riguardo la predisposizione del Recovery plan, che dovrà essere presentato entro fine mese a Bruxelles. Parlando a nome del Cupla, il Comitato unitario dei pensionati del lavoro autonomo, Galletti chiede infatti all’esecutivo di includere nel Piano nazionale di ripresa e resilienza “molti aspetti che riguardano gli anziani e le persone più fragili, soprattutto riguardo ai temi della sanità, della non autosufficienza, della parità fiscale, della tutela del potere di acquisto delle pensioni, delle nuove tecnologie e della digitalizzazione. Sarebbe paradossale che gli anziani, che hanno pagato il prezzo più pesante della pandemia in termini di morti, fossero esclusi dagli interventi di questo Piano, che prevede molte risorse da investire in temi importanti e delicati che li riguardano in prima persona o che comunque interessano le loro famiglie”.



IL RAPPORTO TRA LAVORATORI E PENSIONATI

Come segnala ternitoday.it, nella città umbra il numero di persone in cerca di occupazione “è cresciuto del 37% negli ultimi dieci anni”. Inoltre, “se è vero che i percettori di pensione sono diminuiti, in linea con i dati regionali e nazionali, le pensioni pagate dall’Inps a Terni restano comunque oltre 38mila per una media di circa 945,06 euro che sale a 1.359,99 euro per le pensioni di vecchiaia, dato questo sì più alto tra i Comuni della provincia. Di fatto, per ogni lavoratore, c’è un pensionato”. Intanto La Provincia Pavese segnala che il contratto di espansione cui ha fatto ricorso Eni dovrebbe portare a 17 nuove assunzioni a Sannazzaro de’ Burgondi a fronte però di quasi 50 lavoratori che usciranno per essere accompagnati verso la pensione. Non è tuttavia da escludere che ci siano altre assunzioni dato che Eni ipotizza 200 nuovi ingressi a livello nazionale per rispondere alle carenze di organico che nell’ultimo anno si sono accumulate non avendo l’azienda ottemperato a quasi nessun turnover, sia nelle posizioni impiegatizie e soprattutto tra i lavoratori in turno.

RIFORMA PENSIONI, GLI EFFETTI DELLE CARTELLE FISCALI CANCELLATE

L’edizione di Grosseto del Tirreno riporta una notizia decisamente interessante circa gli effetti della cancellazione delle cartelle fiscali sotto i mille euro che c’è stata nel 2018 con il primo Governo Conte. Infatti, tra queste cartelle, “cancellate d’ufficio, senza comunicazione al contribuente”, c’erano anche quelle relative a contributi non versati all’Inps. E così è capitato che alcuni imprenditori agricoli si siano accorti, solo al momento di andare in pensione, che non avevano abbastanza contributi versati per farlo a causa anche di annualità non versate e che non è stato possibile sanare per via della cancellazione delle cartelle fiscali. Il quotidiano toscano riporta quanto avvenuto nella provincia di Grosseto, su segnalazione del patronato Inac-Cia, ma non è da escludere che vi siano casi analoghi in altre zone d’Italia.

L’EMENDAMENTO DI SANI (PD)

La situazione potrebbe essere risolta con un emendamento al Decreto sostegni. In questo senso il deputato del Pd Luca Sani ha già dato disponibilità a presentare un emendamento che di fatto consenta a chi aveva un debito contributivo di poche centinaia di euro di poterlo saldare. “Ho già attivato i colleghi senatori, ma nel frattempo ho presentato il mio emendamento anche alla Camera. Il mio auspicio è che venga accolto, mettendo in sicurezza il diritto alla pensione di una categoria molto rappresentata in Maremma, senza fare regali a nessuno, ma consentendo a chi, per varie ragioni, non ha versato tutto il dovuto, di sanare il debito e recuperare l’anzianità contributiva”, spiega Sani.