I RISCHI PER CHI PERDE IL LAVORO
A Vercelli Officine Meccaniche Cerutti ha chiuso il proprio polo produttivo annunciando 163 esuberi. Infovercelli24.it ha raccolto la voce di Ivan Terranova, Segretario generale della locale Fiom-Cgil, che ha spiegato come l’obiettivo per il sindacato è quello di “riuscire a mantenere parte della produzione a Vercelli. E, ovviamente, si lavora per rendere meno traumatica possibile la situazione dei lavoratori”. Il quotidiano spiega che vi sono molti operai che lavorano in Cerutti da più di vent’anni, “hanno molta esperienza ma nessuna possibilità di spenderla sul mercato del lavoro di un territorio che offre poco, pochissimo. Soprattutto per gli over 50. Solo una ventina tra loro hanno la possibilità teorica di agganciarsi a qualche forma di pensione. ‘E considerando che in Italia, quando le cose vanno male si toccano le pensioni, la prospettiva non è certo buona’, commentano i sindacalisti delle Rsu aziendali”. Insomma, non si esclude un intervento di riforma pensioni che porterebbe a tagli o innalzamenti dei requisiti di accesso alla quiescenza.
LA DISCRIMINAZIONE PER IL BONUS AI PROFESSIONISTI
Come segnala il sito di Ipsoa, è stato firmato “il decreto interministeriale attuativo delle disposizioni del decreto Rilancio sul bonus per i professionisti ordinistici iscritti alle Casse di Previdenza professionale. Riconosciuto un bonus di 600 euro per il mese di aprile, erogato automaticamente a chi ha fruito del bonus di marzo e aperto a nuove categorie di professionisti precedentemente esclusi. Tra le novità, l’apertura al bonus per i neoiscritti alle Casse dal 2019 e per i fruitori di pensione indiretta”. Viene però spiegato che “si continua a far confusione in ordine alla compatibilità del bonus con le pensioni: per un verso (dal decreto legge “Rilancio”) considerandolo compatibile con la sola pensione di invalidità erogata dall’Inps e non con quelle – analoghe – erogate dalle Casse a cui sono iscritti i beneficiari del bonus. Per altro verso, mentre la norma primaria indica l’incompatibilità con tutte le pensioni (meno quella di invalidità Inps), il decreto attuativo prevede che in sede di domanda si debba dichiarare solamente di non fruire di pensione diretta”.
EUROSTAT, ITALIA ULTIMA IN UE PER MEDIA VITA LAVORATIVA
Si confermano interessanti i dati pubblicati di recente dall’Eurostat in merito alla vita lavorativa – e dunque all’avviamento delle pensioni – per l’intera media europea: al netto della riforma Fornero e con meno adesioni del previsto alla più recente Quota 100, i dati statistici mostrano come l’Italia sia l’ultima in Europa per la durata della vita nel lavoro, 32 anni contro la media Ue fissata a 35,9. In testa spicca la Svezia e in generale tutti gli Stati del Nord (Olanda, Danimarca, Germania, Estonia, Finlandia) tutti tra i 39-40 anni di media. Seguono poi Portogallo, Austria, Cipro, Irlanda, Lituania, Lettonia, Malta, Repubblica Ceca, Slovenia sopra la media Ue fissata a 39,5. Sotto la media invece, Francia, Spagna, Ungheria, Slovacchia, Bulgaria, Lussemburgo, Romania, Belgio, Polonia, Grecia, Croazia e per l’appunto proprio l’Italia. Uscendo dall’Ue, Regno Unito si tiene sui 40 anni di media prima delle pensioni, ben oltre i 45 invece Islanda, Svizzera e Norvegia. (agg. di Niccolò Magnani)
SUPPLENZE SCUOLA CON QUOTA 100
Mentre ci si interroga quale potrà essere il futuro prossimo di una riforma pensioni non più rinviabile per l’attuale (e forse anche peggiorativa futura) condizione economica del Paese, il mondo della scuola chiede alla politica di trovare una soluzione immediata per dirimere il problema delle cattedre “vuote”. La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha parlato di supplenze stabili vicino alle 100mila, mentre Lega e buona parte dei Sindacati invece hanno riportato numeri ben più vicini alle 200 mila unità: il sindacato Asset nei giorni scorsi ha lanciato un avvertimento al Governo parlando di «numeri mai visti prima dal prossimo anno scolastico». In sostanza, spiegano i sindacati, «grazie a Quota 100 decine di migliaia di Docenti e ATA sono andati in pensione e ora il numero di supplenze nella scuola italiana è da record». Infine, lanciando l’allarme, è ancora Asset a specificare come «Molte cattedre sono ancora totalmente scoperte e sempre più regioni chiedono un aumento dell’organico». (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, L’EMENDAMENTO M5S
Come spiega Repubblica, alcuni senatori del Movimento 5 Stelle hanno firmato un emendamento al decreto giustizia che rappresenterebbe l’ennesimo cambiamento in materia di riforma pensioni per i magistrati. “Qual è la sostanza della proposta? Dagli attuali 70 anni si vuole ritornare a 72. Ma c’è pure la possibilità di recuperare i giudici andati in pensione dopo il 30 aprile 2019. Per loro si aprirebbe la chance, se presentano la domanda, non solo di rimettersi la toga, ma perfino di riprendersi il posto che avevano, se è ancora libero. O di conquistarne un altro disponibile”. si legge sul quotidiano romano, dove viene anche specificato che il ministro Bonafede sarebbe contrario a tale emendamento. Sembra quindi che possa esserci un po’ di battaglia sull’emendamento. Non resta che vedere, come prima cosa, come andrà il dibattito dello stesso in commissione Giustizia.
LE PAROLE DI DANIELE CORVI
Intanto Daniele Corvi, direttore artistico del Love Film Festival di Perugia, intervistato da umbrianotizieweb.it, spiega che “i lavoratori dello spettacolo non hanno tutele sia in caso di disoccupazione, è molto difficile per loro alle giornate lavorative annuali per maturare le pensioni e manca qualsiasi tipo di sussidio. Essi sono lavoratori come tutti gli altri, ma ha una prestazione che si avvale di una vis creativa che li rende pertanto speciali. Questa specialità fa sì che in termini pratici sono lavoratori di serie b. Molti pensano che siano ricchi e famosi e che non abbiamo bisogno di tutele, ma questa è una ristretta cerchia”.