ELSA FORNERO E LE PENSIONI A SPESE DEI GIOVANI

Ospite della trasmissione Tagadà, Elsa Fornero ha parlato di riforma pensioni dicendo: “Noi abbiamo avuto un sistema pensionistico che fino a quando qualcuno non ha detto ‘guardate che così non si può andare avanti’ e c’è stata la prima riforma del ’92”, fino ad arrivare a quella del 2011, “complessivamente, lo dico facendo attenzione alle parole, generoso. Non in termini di livello delle pensioni, ma di discrepanza tra quanto versato e quanto viene ricevuto. Questa differenza non piove dal cielo, ma è a debito e la pagano i giovani. Quando ci si è accorti che oltre un certo livello non si poteva andare e si sono fatte le riforme, ci si è posti il problema delle pensioni dei giovani, dimenticando che esse dipendono soprattutto dal loro lavoro. Se i giovani hanno un buon lavoro, potranno anche andare in pensione con un assegno adeguato”. Tito Boeri, invece, partecipando all’annuale convegno dei soci di Cia-Conad di Cesena, ha parlato di Quota 100, spiegando, come riporta il Corriere Cesenate, che “è una misura iniqua perché favorisce alcune generazioni a dispetto di altre”.



LE MANCANZE DELLA MANOVRA PER L’ANP-CIA

Le mosse di riforma pensioni del Governo non soddisfano l’Associazione nazionale pensionati, aderente alla Confederazione italiana agricoltori, della Toscana, il cui Presidente Enrico Vacirca ricorda che nella manovra “non risulta alcuna previsione di interventi migliorativi delle pensioni minime. Non si riconosce l’indicizzazione per l’adeguamento del potere d’acquisto delle pensioni al costo della vita. In balia d’incertezza anche il tema quattordicesima”. Certo, “viene confermata Quota 100”, riconosce Vacirca, “ma si continua a escludere gli agricoltori, dai lavori gravosi e usuranti. Non trova spazio la riduzione della tassazione sulle pensioni, al momento prevista solo per i lavoratori dipendenti. Non si prevede niente, ancora una volta, per i cosiddetti incapienti che la pensione di cittadinanza con i relativi paletti, ha costretto all’emarginazione”. “In generale, sembra proprio che il governo si sia dimenticato dei pensionati. Siamo pronti a scendere in piazza”, è la conclusione del Presidente dell’Anp-Cia Toscana.



LA PROTESTA DEI SINDACATI

I sindacati dei pensionati si preparano a scendere in piazza a Roma sabato 16 novembre per protestare contro le misure di riforma pensioni del Governo. Secondo quando riporta altramantova.it, Carlo Falavigna, Giusi Amadasi ed Emilio Benfatti, rispettivamente segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil della città lombarda, “prima la Legge Fornero, poi la riforma del governo Gialloverde hanno impoverito le pensioni degli italiani, mentre l’attuale governo ha previsto un aumento di 6 euro annui. Non si può continuare così e chiediamo interventi da parte del governo per invertire questa tendenza”. I tre sindacalisti fanno anche presente che “oggi gli ultra 65enni in Italia rappresentano il 23% della popolazione, ma fra qualche anno saranno il 33%. In Italia la popolazione invecchia, si allunga l’età media ma nonesiste una legge strutturata e finanziata adeguatamente sulla non autosufficienza. A oggi abbiamo solo l’accompagnamento, ma non è uno strumento completo”. Da ricordare che alla manifestazione parteciperanno anche gli esodati ancora in attesa della riapertura dell’ottava salvaguardia.



LA RICHIESTA DEGLI ESODATI ESCLUSI

Sabato Fnp, Spi e Uilp saranno in piazza a Roma per protestare contro le misure di riforma pensioni del Governo. Il giorno prima, cioè domani, l’Usb a Cagliari terrà invece un incontro dei pensionati per lamentare i “gravi problemi che assillano la categoria”. “Mai come in questo periodo siamo stati così maltrattati dai governi”, sono le parole che arrivano dall’Usb riportate da cagliaripad.it. A Roma, oltre ai sindacati dei pensionati, ci saranno in piazza anche gli esodati ancora in attesa di salvaguardia. Gabriella Stojan ha scritto ha questo proposito in un post su Facebook: “Continueremo a chiedere al Governo unicamente di correggere l’errore e la discriminazione dei quali siamo vittime ripristinando il nostro diritto alla pensione. Non stiamo chiedendo l’elemosina o un privilegio ma la restituzione di un diritto leso: quello alla pensione ed al futuro delle nostre famiglie. Chiediamo che vengano riaperti i termini della Ottava Salvaguardia ed applicando la norma a TUTTE le categorie degli ex lavoratori che maturano il diritto alla pensione entro il 31.12.2021”.

RISCATTO LAUREA, UN CONSIGLIO PER LA SCELTA

Dopo che sono entrate in vigore i provvedimenti di riforma pensioni approvati lo scorso anno, il riscatto della laurea è tornato in auge come modalità per avvicinare il traguardo pensionistico. L’esperto pensioni del sito di Repubblica ricorda però che nel caso in cui “il soggetto che volesse ricorrere al riscatto degli anni di studi universitari o di dottorato di ricerca si trovi all’inizio della propria carriera lavorativa, dovrà fare un ragionamento a lungo termine per verificare, secondo la normativa ad oggi vigente, quali sarebbero le ipotetiche decorrenze delle varie prestazioni pensionistiche, segnatamente, oltre la pensione anticipata, quella di vecchiaia e, per coloro il cui primo accredito contributivo è successivo al 31.12.1995, il pensionamento anticipato per nuovi iscritti”. Senza dimenticare che, “verosimilmente, da qui a quando il soggetto raggiungerà i requisiti di pensione, potranno succedersi altre riforme pensionistiche, cosa che rende difficile valutare l’effettiva convenienza del riscatto”.

BARBAGALLO: MINI-RIVALUTAZIONE È IRRITANTE

Intervistato da L’Avanti, Carmelo Barbagallo parla anche della manovra e della riforma pensioni, spiegando che “la cosiddetta mini rivalutazione delle pensioni è così irrisoria da essere irritante, tanto più che per esse non è stata prevista neanche alcuna riduzione delle tasse. I pensionati, peraltro, aspettano ancora una legge sulla non autosufficienza e l’abolizione dei superticket”. “Il 16 novembre saremo in piazza per dare visibilità alle richieste di 16 milioni di pensionati del nostro Paese. Ci stiamo preparando a una grande manifestazione per rivendicare, con forza, la rivalutazione delle pensioni, una legge sulla non autosufficienza, una sanità efficiente, l’eliminazione del super ticket e quant’altro indicato in piattaforma”, ricorda il Segretario generale della Uil, ricordando la manifestazione in programma a Roma. Manifestazione cui guarda anche lo Spi-Cgil dell’Umbria, come evidenzia la Segretaria generale Maria Rita Paggio, per la quale la manifestazione serve a “mandare un messaggio al governo che si è dimenticato ancora una volta dei pensionati”.

LA PROTESTA DEI VIGILI DEL FUOCO

I Vigili del fuoco sono pronti a quattro giornate di sciopero: il 21 novembre, il 2, il 12 e il 21 dicembre. Come riporta tgverona.it, la Funzione Pubblica Cgil Vigili del Fuoco ha fatto sapere che “unitariamente, con Fns Cisl e Uil Pa Vigili del Fuoco, rilanciamo così la vertenza dopo aver ricevuto lo stop da parte della Commissione di garanzia sullo sciopero che, nelle passate ore, ha respinto la richiesta di astensione dal lavoro, unitaria e nazionale, prevista per il 15 novembre”. Tra le richieste dei sindacati anche un intervento di riforma pensioni specifico. Infatti le organizzazioni chiedono: aumento di stipendi e pensioni alla pari degli altri Corpi in divisa dello Stato; maggior tutela e garanzia degli infortuni e delle malattie professionali tipiche dei Vigili del Fuoco con inserimento nelle coperture assicurative Inail; istituzione della pensione complementare; più risorse per il rinnovo del contratto di lavoro; potenziamento degli organici di tutti i ruoli (operativo/amministrativo) in quanto non sufficienti a garantire un adeguato e capillare servizio ai cittadini”.

RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DI FENEAL, FILLEA E FILCA

Domani, venerdì 15 novembre, Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil saranno in cento piazze italiane per ricordare le loro richieste al Governo che toccano anche il tema della riforma pensioni. I Segretari generali Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi evidenziano in particolare l’urgenza “di attivare una vera politica industriale per i settori dell’edilizia e dei materiali da costruzione, indispensabile a dare risposte definitive alla crisi nel settore”. “Chiediamo un confronto con il governo visto che aspettiamo ancora una convocazione dai ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico. E invece giudichiamo positivamente il confronto già avviato con il ministero delle Infrastrutture. Dopo gli annunci delle scorse settimane vogliamo capire i tempi e le modalità con cui si vuole intervenire per affrontare quella che è una vera e propria ‘emergenza costruzioni’, che in 11 anni di crisi, la più drammatica dal dopoguerra, e in assenza di una idea di politica industriale ha lasciato sul terreno 120mila imprese chiuse e 800mila operai senza lavoro”, fanno sapere i tre sindacalisti.

LA MOBILITAZIONE IN 100 PIAZZE

Come ricorda il sito di Rassegna sindacale, Fillea, Filca e Feneal chiedono “il rilancio delle infrastrutture, la riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, la riforma delle pensioni e del fisco, un impegno più forte sulla legalità con il rafforzamento del Durc e della congruità, l’attuazione della Patente a punti, un inasprimento delle pene, una reale riforma del Codice degli appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”.