Sulle pensioni sorge un altro dilemma riguardo all’eventuale cancellazione della riforma Fornero. Le speranze di poterci riuscire sono ancora in vita ma a conti fatti le difficoltà economiche del Governo sono evidenti: poche risorse a disposizione e un sistema eccessivamente “vincolante”.
Con la riforma pensioni della Fornero sono state attuate due misure (le stesse che hanno contribuito ad aumentare l’età pensionabile): la pensione anticipata e quella di vecchiaia. Inoltre ogni due anni è previsto l’adeguamento in base ai dati che evidenziano le speranze di vita.
Riforma pensioni Fornero: c’è speranza di eliminarla?
La riforma pensioni della Fornero è una delle misure (relativamente alle pensioni) più sgradita di tutta la storia della seconda Repubblica. Nonostante ciò ancora oggi è l’unica che riesce a garantire la sostenibilità finanziaria di tutto il sistema previdenziale e che salvaguardia i conti pubblici.
Per quantificare il risparmio economico grazie alla Fornero la stima si aggira attorno agli 80 miliardi di euro (dal 2011 fino ad oggi). Un accantonamento più che utile dato che il nostro Paese soffre di denatalità e ciò equivarrebbe ad una maggior spesa previdenziale a causa di un invecchiamento globale.
Cancellare la riforma pensioni della Fornero ad oggi è utopia e secondo qualcuno anche “un’idea folle”. Eliminarla significherebbe rendere vani i sacrifici compiuti dal 2011 ad oggi. E non di meno per il 2030 la Legge di 13 anni fa permetterebbe un Pil dello 0,30% per poi azzerarsi nel 2045.
Una questione di soldi
Quantificando il risparmio economico nel lungo termine la Legge Fornero permetterebbe all’Erario di accantonare dai 20 ai 30 miliardi di euro. Lasciarsi alle spalle questa possibilità non avrebbe alcun senso, dato che il Governo arranca già di suo per i deficit economici.
Entro settembre con l’arrivo della nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza si saprà il reale bilancio del Governo. Al momento le indiscrezioni ipotizzano 25 miliardi di euro in cassa ma 10 miliardi sono già “fuori” per destinarli al taglio del cuneo fiscale, e altri 13 miliardi per correggere il deficit secondo il patto di stabilità UE.
Ecco perché le pensioni avranno – quasi sicuramente – la riforma pensioni della Fornero con una possibile e parziale integrazione.