CISL, “SERVE 14ESIME PIÙ BASSE”

Dal mondo dei pensionati sindacalisti emerge un invito quasi unanime al Governo per considerare una riforma pensioni che possa il più possibile riconsiderare le somme delle “minime” pure davanti agli ultimi dati e proposte dell’Inps: e così Piero Ragazzini, segretario generale della Cisl Pensionati, considera l’ultimo Rapporto Annuale dell’Inps con un quadro «davvero desolante. un pensionato su tre, corrispondente al 34% del totale, percepisce un assegno sotto i 1.000 euro. E’ arrivato il momento di intervenire». L’invito-appello viene ribadito anche dalle altre sigle pensionistiche nazionali, con Ragazzini che però insiste sugli elementi da riconsiderare al più presto già da questa Manovra di Bilancio in arrivo: «è necessario intervenire prima possibile per mettere in campo una riforma complessiva del sistema previdenziale che abbia come obiettivi principali la rivalutazione delle pensioni in essere e l’ampliamento della portata della 14a mensilità per quelle più basse. Il tutto – conclude il segretario generale Fnp Cisl – per sostenere il potere d’acquisto delle pensioni che, nel tempo, si è ridotto sempre più, con evidenti e pesanti ripercussioni sulla vita non solo dei pensionati ma anche delle loro famiglie». (agg. di Niccolò Magnani)



PENSIONE A 62 ANNI: LA PROPOSTA SUGLI USURANTI

Secondo le ultime proposte formulate dall’Inps sulle pensioni a 62 anni per tutele di giovani, mamme, gravosi e usuranti, nella prossima riforma molto andrà strutturato e “limato” con il Ministero del Lavoro e le sigle sindacali. Sul fronte usuranti, l’istituto diretto da Pasquale Tridico è propenso alla tutela della categoria proponendo una “rivisitazione” della Ape Sociale e di Quota 41 rendendo più generosi gli accessi alle stesse misure con sistema previdenziale più flessibile. Non solo, come segnala Orizzonte Scuola nel suo ultimo focus pensioni, l’Inps avrebbe proposto anche una pensione minima di garanzia «che permetta ai giovani, futuri pensionati, con carriere discontinue di poter contare, almeno, su una somma minima garantita della futura pensione». Si propone di fissare le pensioni a 62 anni (come prevede già la quota 100) permettendo l’accesso al pensionamento a partire dai 20 anni di contributi versati: la penalizzazione è prevista dai 62 ai 67 anni con una quota contributiva della pensione. (agg. di Niccolò Magnani)



ALLARME FENAPI: TASSE TROPPO ALTE, PENSIONI TROPPO BASSE

È un grido di allarme quello sollevato dalla Fenapi (Federazione Nazionale Autonoma Piccoli Imprenditori) di Massa Carrara, indirizzato al Governo nel pieno della crisi economica da Covid-19 con inevitabili ripercussioni sull’intero sistema pensioni: «Tasse troppo alte e pensioni troppo basse», sono questi due i termini sottolineati dalla ricerca svolta dalla Federazione dopo aver consultato tutti i propri associati. Secondo lo studio Fenapi, il 41% degli intervistati ritiene urgente migliorare la rivalutazione di tutte le pensioni, mentre il 30,7% chiede di aumentare le “minime” e il 17,5% vorrebbe una riduzione delle tasse sulle pensioni. Da ultimo, il 39,3% degli imprenditori associati ritiene che l’aumento debba essere condotto tenendo conto dei contributi versati, con il 28,8% che invece spera in aumenti uguali per tutti: «Considerate le difficoltà per ottenere un giusto aumento delle pensioni sarebbe dunque auspicabile ridurre gli oneri Irpef», conclude la nota Fenapi apparsa oggi su La Nazione. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO

Al Festival dell’Ottimismo organizzato dal Foglio ha preso parte anche Elsa Fornero. L’ex ministra del Lavoro, come riporta il sito del quotidiano romano, ha evidenziato che “la riforma delle pensioni voluta dal governo gialloverde, la cosiddetta Quota 100, si basava sul luogo comune della necessità di sostituire i lavoratori anziani con quelli giovani. Anche il premier Conte l’aveva promesso con entusiasmo. Non solo non è andata così, ma è pure un ragionamento sbagliato”. Dal suo punto di vista bisognerebbe evitare forme di pensionamento generalizzate, con sistemi a quote,  come la Quota 102, di cui si parla, ma bisognerebbe piuttosto aiutare “le categorie in difficoltà”. La Fornero ha anche parlato di uno studio secondo cui “dopo la mia riforma le aziende hanno introdotto robuste nuove forze lavoro, anche giovani”.

L’IMPORTANZA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

In un articolo su L’Opinione delle libertà viene invece ricordato che “per il futuro dei molti giovani di oggi, soprattutto per le partite Iva e per i liberi professionisti, la previdenza complementare diventa l’unica alternativa valida per poter pensare al proprio futuro con serenità e sicurezza” e  che “con la crisi sanitaria, risulta ancora più importante valutare per tempo, tenendo conto dei bisogni personali e delle numerose famiglie italiane, la pensione del domani che consentirebbe di vivere con serenità l’età anziana dei giovani professionisti di oggi”. Tuttavia, come ha messo in risalto una recente ricerca di Moneyfarm-Progetica, “solo 23 italiani su 100 stanno mettendo da parte dei risparmi per integrare la propria pensione”.