ITALIANI CONTRO CANCELLAZIONE DI QUOTA 100

Il Governo ha già annunciato che non prorogherà Quota 100 oltre il 2021 e per questo sta studiando una riforma pensioni organica per il 2022. Gli italiani non sembrano essere molto d’accordo. Almeno è quello che spiega il sondaggista Antonio Noto in un’intervista a Libero: “L’8% degli italiani ritiene che il reddito di cittadinanza non sia prorogabile così com’è. Un buon 40% vorrebbe abrogarlo del tutto e un altro 40% sarebbe per rivederlo e rimodularlo. Ma questa non è una novità legata alla truffa dei furbetti che lo intascano a vanvera o per comprare droga e spacciare. Sin da quando è stato varato il reddito era già inviso a tutti. È il contrario di Quota 100: pochissimi la vogliono cancellare, quasi tutti sono per mantenerla. Il motivo è che in Italia la pensione è la pensione…”. Sul sito del Giornale viene invece raccolta la protesta dei pensionati che affittano negozi sfitti che rischiano di vedersi aumentare l’Imu con l’approvazione di un ddl per il decoro urbano. Senza dimenticare che ci sono quanti lamentano il fatto di dover pagare la Tari anche se il negozio resta sfitto.



RIFORMA PENSIONI, LA NOVITÀ NEL DL AGOSTO

Mentre si parla di introdurre nella Legge di bilancio una misura di riforma pensioni per stimolare la staffetta generazionale, con il decreto agosto in fase di conversione in legge alla Camera, come spiega investireoggi.it, prevede che medici e dirigenti sanitari possano lavorare fino a 70 anni, se lo vorranno, anche dopo aver raggiunto i 40 anni di servizio. Una misura che cerca anche di sopperire alle carenze di organico. Per restare in servizio, gli interessati dovranno presentare una domanda alla propria amministrazione di appartenenza. La Corte di Cassazione ha invece bocciato una misura con cui l’Inpgi cercava di limitare il cumulo tra pensione e reddito dei giornalisti andati in prepensionamento oppure in quiescenza con la pensione di anzianità. Dunque, come spiega blitzquotidiano.it, i giornalisti in pensione non avranno più limiti al cumulo e questo avrà inevitabili effetti sul mercato del lavoro della categoria, restringendo gli spazi, già limitati, di ingresso per i giovani o per i disoccupati.



QUATTORDICESIMA E TAGLI PENSIONI: LE NOVITÀ

Nella ormai famosa nota Inps di ottobre, l’Istituto annuncia per il mese in corso il recupero delle quattordicesime erogate indebitamente tra 2017 e 2018: dopo una verifica effettuata nelle scorse settimana si è scoperto come diversi pensionati avessero ricevuto più del dovuto, con dunque tagli che verranno imposti nell’assegno di ottobre. Come spiega l’Inps, per la restituzione sono previste 24 rate mensili, o 12 se si tratta della restituzione di un solo anno: in attesa di una nuova riforma pensioni che possa dirimere per il prossimo futuro il vero e proprio rilancio della complicata situazione previdenziale (evitando anche errori in eccesso o debito, ndr), il recupero della prima tranche inizia automaticamente sul cedolino di ottobre, visibile online nell’area personale del pensionato sul sito dell’Inps. La trattenuta riguarda 1/24 dell’importo totale erogato nel biennio, come spiegato dall’Inps nelle comunicazioni svolte a gennaio-febbraio 2020 (il recupero doveva cominciare ad aprile ma la pandemia Covid ha fatto slittare fino a ottobre).



RIFORMA PENSIONI, NANNICINI RICORDA QUOTA 92

Nunzia Catalfo ha partecipato a un incontro pubblico svoltosi a San Salvo, in provincia di Chieti, nel corso del quale, come spiega histonium.net, ha parlato anche di riforma pensioni, ribadendo che Quota 100 non verrà prorogata e che si cercherà di “cambiare il sistema pensionisticoN per renderlo più flessibile per lottare contro la precarietà e la fuga dei cervelli”. È poi intenzione della ministra del Lavoro realizzare “una staffetta generazionale che preveda l’accompagnamento alla pensione degli anziani in favore dell’assunzione di giovani”. Sulla propria pagina Facebook, intanto, Tommaso Nannicini, in un post con cui ha condiviso uno dei “ricordi” proposti dal social network, ha scritto: “Esattamente un anno fa lanciavo la mia proposta #PensioneEqua, #Quota92 per superare #Quota100 con una #riforma vera e strutturale, e non da vuoti annunci propagandistici. Dopo un anno i nodi restano non sciolti? Non basta dire “non rinnoviamo #Quota100 se, poi, non costruiamo un’alternativa. Nei prossimi giorni torneremo sul tema”.

LA SCARSA DIFFUSIONE DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Antonio Coviello, Ricercatore del Cnr-Iriss e condirettore del Master “Magrisk” all’Università di Napoli Parthenope, durante il workshop “Polizze vita: come proteggere il proprio futuro”, ha ricordato che “l’invecchiamento della popolazione e la bassa natalità, sono aspetti che condizionano profondamente le scelte di ognuno di noi in relazione al risparmio, alla previdenza, alla gestione dei rischi. La pandemia peraltro ha fatto emergere nuovi bisogni di protezione e assistenza cui occorre dare risposte con strumenti adeguati”. Tuttavia, “secondo gli ultimi dati Covip, a fronte di un valore della ricchezza finanziaria detenuta dalle famiglie superiore, nel 2019 ai 4.445 miliardi di euro, è ancora ridotta la diffusione della previdenza complementare (meno di un lavoratore su 3 partecipa al sistema; con riguardo ai più giovani – con meno di 35 anni -, il tasso di partecipazione si riduce a 1 su 5)”. Una situazione non ottimale visto che, anche per via delle misure di riforma pensioni succedutesi nel tempo e della precarietà nel lavoro, i giovani rischiano di andare in quiescenza con assegni di importo basso.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DELLA FORNERO

Elsa Fornero ha partecipato al Moby Dick Festival di Terranuova Bracciolini e, come riporta valdarnopost.it, è tornata a parlare del 2011 quando è stata varata la riforma pensioni che porta il suo nome. “Quando sei sull’orlo del baratro finanziario non puoi adagiarti sulla lentezza della norma, se la febbre sale devi prendere subito l’antibiotico. In quel caso la febbre era alta e non si poteva andare con gradualità”, ha detto l’ex ministra del Lavoro, aggiungendo che se la riforma “fosse stata spiegata nel modo giusto e fosse stata meno vilipesa e strumentalmente usata forse sarebbe stato possibile correggerla”, in modo “da smussarne le asperità maggiori e cercare di costruirci qualcosa”, evitando di diffondere “illusioni troppo facili”.

GLI EFFETTI DELLA LEGGE DEL 2011

La Fornero ha evidenziato anche che “le pensioni sono il grosso della spesa pubblica, più dei due terzi, il grosso della spesa va lì, la sanità in percentuale è molto meno, l’istruzione, poi, non parliamone. La voce di spesa è squilibrata e, al di là di una crisi finanziaria, aveva bisogno di essere messa in equilibrio. Per adesso posso dire che la riforma del 2011, quella che porta il mio nome, non ha portato disoccupazione giovanile. Alzare l’età di pensionamento ha fatto sì che le imprese abbiano una forza lavoro invecchiata, tenendosi persone che sarebbero andate in pensione, la risposta immediata sembrerebbe essere che le imprese non assumino più i giovani, ma hanno calcolato che ogni 10% di forza lavoro che non ha potuto andare in pensione per la riforma c’è stato un più 8% dell’occupazione di età intermedia”.