IL MESSAGGIO INPS SULLA RINUNCIA ALLE DETRAZIONIin

Come ricorda pensionioggi.it, l’Inps con un messaggio pubblicato ieri sul proprio sito ha spiegato che “i titolari di prestazioni previdenziali, che intendano rinunciare in misura totale o parziale alle detrazioni per reddito (ai sensi dell’articolo 13 del TUIR) sono tenuti a darne comunicazione all’Inps ogni anno”. Dunque “i beneficiari di prestazioni interessati al non riconoscimento in misura totale o parziale della detrazione in questione sono tenuti a darne comunicazione all’Inps ogni anno”. Intanto, come spiega l’edizione di Lucca della Nazione, nel Comune di Barga si è cercato di limitare la carenza di personale determinata non solo dalla normativa sulle riassunzioni, ma anche dagli effetti della riforma pensioni con Quota 100. “Un problema che si è ripercosso sui servizi offerti. Alla fine si è arrivati a reintegrare l’organico”. Il vicesindaco e assessore al Personale, Vittorio Salotti, ha spiegato che già nel mese di novembre l’organico comunale verrà ulteriormente ampliato dopo che a metà ottobre ha preso servizio un nuovo ufficiale della Municipale.



BONOMI STRONCA LA QUOTA 101

Intervenendo all’Arena di Verona a margine di un incontro di Confindustria Verona, il Presidente Carlo Bonomi torna a sferzare critiche al Governo sul fronte Manovra 2021 e sulle prossime ipotesi di riforma pensioni partorite dal Ministero del Lavoro: «Ci stanno spacciando per taglio del cuneo fiscale l’aumento del bonus dei 100 euro, che era il bonus degli 80 euro di Renzi già aumentato, con la soglia portata da 20mila a 40mila euro», attacca il n.1 degli industriali, «Con quota 100 continuiamo a rubare il futuro dei giovani, si parla di quota 101, non è la strada». Molto critico ancora Bonomi in merito alle prossime scelte del Governo sulla limitazione della pandemia Covid-19: «Dopo l’approvazione della manovra Gualtieri ha detto che si confronterà con i sindacati. Forse ha dimenticato che esistono le imprese e che forse sarebbe bene confrontarsi anche con loro per capire quali siano le vie migliori per pensare al futuro». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LA COMPLEMENTARE DA INCENTIVARE

Tra le richieste dei sindacati al Governo in tema di riforma pensioni vi è il rafforzamento della previdenza complementare, tramite un nuovo periodo di silenzio-assenso per destinare il Tfr ai fondi pensione. Nel primo numero della nuova rivista di Lavoro&Welfare intitolata “Sanità complementare” è pubblicato un articolo di Mauro Marè, Professore di Scienza delle Finanze alla Luiss, in cui si ricorda che “il tasso di adesione attuale alla previdenza complementare (il 31,4% a fine 2019) è sicuramente positivo, ma siamo ancora lontani dai livelli di adesione auspicati dal legislatore nel 1993 e nel 2006, che sarebbero fondamentali per garantire la tenuta del sistema pensionistico nei prossimi decenni. Un’adesione elevata alla previdenza complementare garantirebbe infatti ai futuri pensionati contributivi una pensione complessiva adeguata con rischi diversificati sul piano politico e demografico”. Oltretutto,  “la parte prevalente di aderenti risiede essenzialmente nel CentroNord, lavora nelle medie e grandi aziende sindacalizzate, ha un’età medio-alta”.



L’ANP CHIEDE AUMENTO DELLE MINIME

Come riporta vastoweb.com, nei giorni scorsi a Chieti si è tenuto un incontro interregionale dell’Anp-Cia dal titolo “Tutela del pensionato, una risorsa per la ripresa e lo sviluppo del Paese”, nel corso del quale è stato chiesto un intervento di riforma pensioni mirato ad aumentare le minime, visto che, come ha ricordato il Presidente regionale dell’Anp Dino Bruno, le pensioni degli ex agricoltori sono ferme a 515 euro al mese, “che non garantiscono uno stile di vita dignitoso”. Vedremo se con la Legge di bilancio ci saranno interventi che andranno in tale direzione. Intanto, come segnala pensionioggi.it, sono stati riaperti i termini per la presentazione delle domande di prepensionamento per i poligrafici grazie a una norma inserita nel decreto agosto. In particolare, la nuova scadenza è stata fissata a 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto, quindi al 13 dicembre 2020. Per accedere al prepensionamento occorre avere almeno 35 anni di contributi ed essere dipendenti di imprese che abbiano presentato al ministero del Lavoro piani di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale per crisi.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO

Venerdì scorso si è tenuto un webinar dal titolo “Pensioni fuori controllo? I conti da salvare tra crisi e Quota 100”, cui ha partecipato anche Elsa Fornero, secondo cui, come riporta il sito dell’Opinione delle libertà, è “sbagliato dire che in cima all’agenda politica debba esserci la questione delle pensioni, compito primario del governo deve invece essere quello di garantire la crescita economica del Paese: il sistema economico deve infatti essere capace di generare reddito. Se non c’è questa condizione non possono essere erogate pensioni ‘generose’”. Al webinar ha preso parte anche Giampaolo Galli, vicedirettore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, che “ha mostrato come in Europa ci sia preoccupazione per la sostenibilità del nostro debito pubblico anche a causa dell’elevato rapporto tra spesa per pensioni e prodotto interno lordo (17%)”.

LA RICETTA DI CAZZOLA

Presente anche Giuliano Cazzola, che “ha provato allora a dare qualche indicazione su come uscire da questo vicolo cieco. Sicuramente non bisogna continuare con politiche come Quota 100 che hanno favorito un indiscriminato abbandono del mondo del lavoro, ma occorre garantire il pensionamento anticipato solo per determinate categorie come ad esempio stabilisce l’Ape. Inoltre occorre ripristinare gradualmente le regole della ‘Legge Fornero’”. Vedremo in quale direzione procederà il Governo che intende intervenire in seguito al confronto con i sindacati anche per quel che riguarda il post-Quota 100.