L’INTERROGAZIONE A NUNZIA CATALFO

Con un’interrogazione alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva, eletto nella Circoscrizione Estero-Europa, chiede che il Governo verifichi le modalità dell’operazione promossa dall’Inps “per accertare la regolarità dei soggetti che percepiscono una pensione italiana all’estero”, “valutando l’opportunità di farla partire dalla prossima primavera a pandemia attenuata stante anche l’attuale stato di emergenza vigente in Italia e nei Paesi a maggior presenza di connazionali all’estero”. Ungaro, come riporta italiannetwork.it, non nasconde che l’operazione di controllo dell’Inps, che era stata sospesa lo scorso marzo, sia giusta e meritoria, ma “le nuove modalità previste, eccetto che per la modalità web, peraltro difficilmente applicabile a persone che vivono in aree remote e senza connessione o poco abili con lo strumenti informatico, non garantiscono sicurezza contro il contagio dal Covid-19”. Vedremo quale sarà la risposta che fornirà la ministra, che ha nel frattempo convocato i sindacati per riprendere il confronto sulla riforma pensioni il prossimo 14 ottobre.



RIFORMA PENSIONI, IL CAMBIAMENTO PER IL SITO INPS

Da domani l’Inps non rilascerà più nuovi Pin per accedere ai suoi servizi ed entro il 2021 occorrerà essere muniti dell’identità digitale Spid per usufruire dei molti servizi, compresa la presentazione di domande, all’Istituto nazionale di previdenza sociale. Vanna Giantin, Segretaria generale della Fnp-Cisl del Veneto, pone l’attenzione sul fatto che “non è stata prestata sufficiente attenzione agli anziani che più utilizzano i servizi dell’Istituto. Qualunque si scelga fra i nove provider, la procedura di attivazione è così complicata e con passaggi talvolta pure a pagamento, che si aumenta il divario digitale”. Per questo, a suo modo di vedere, “una soluzione è che l’Inps stesso diventi un provider per rilasciare lo Spid. Meglio ancora, che diventi ‘il’ provider per i pensionati”. Vedremo se tra le misure di riforma pensioni che verranno approvate nelle prossime settimane ce ne sarà qualcuna con l’obiettivo di meglio accompagnare gli anziani in questo passaggio tecnologico importante per poter accedere ai servizi Inps.



CONFINDUSTRIA PREPARA LA SUA PROPOSTA

Carlo Bonomi, parlando ieri a margine dell’Assemblea di Confindustria, ha spiegato di aver “chiesto alle parti sociali e al Governo di lavorare insieme” sulla riforma pensioni, perché “non vorrei a metà anno prossimo trovarci inchiodati 6 mesi a discutere la riforma”. Secondo quanto riporta Radiocor, per Bonomi è importante che non si accumuli “ulteriore debito sulle future generazioni. Siamo disposti a ragionare su una riforma delle pensioni perché ci vuole inevitabilmente”. Quindi ha fatto sapere che “entro fine ottobre saremo pronti a presentare la nostra riforma delle pensioni”, cui Confindustria sta lavorando. Intanto, intervistata dal Corriere della Sera, Laura Castelli, viceministra dell’Economia, ha evidenziato che su Quota 100 non c’è alcun “colpo di spugna. Abbiamo sempre parlato di una misura sperimentale, che favorisse anche il ricambio generazionale. C’è un termine di questa sperimentazione, e quello resta saldo”. Dunque il Governo conferma che Quota 100 non verrà prorogata dopo il 2021.



RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA DI DE PALO

Gigi De Palo interviene sul dibattito relativo a Quota 100 e Reddito di cittadinanza aperto dalle dichiarazioni di Giuseppe Conte, chiedendo che “diventino finalmente misure a dimensione familiare”. Come riporta l’agenzia Sir, il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo vorrebbe, per quanto riguarda la misura di riforma pensioni varata nel 2018, “che le somme risparmiate con la sua abolizione vengano messe in legge di Bilancio sull’assegno unico e universale per ogni figlio, tenuto anche conto che, ad oggi, il 17 per cento del Pil nazionale viene speso per le pensioni. Se vogliamo che il nostro welfare resti sostenibile nel prossimo futuro è urgente investire su famiglie e giovani”. Intanto Il Sole 24 Ore segnala che “nel 2019 gli investimenti domestici delle 20 Casse privatizzate si sono fermati a 34,8 miliardi (il 36% delle loro attività), con un calo del 3,9% rispetto al 2018. Gli investimenti all’estero sono invece cresciuti del 4,1%, raggiungendo i 48 miliardi. Anche i fondi pensione hanno continuato a puntare sull’estero con investimenti per 99 miliardi (65,9% dell’attivo netto), in crescita del 3,4%”.

QUOTA 100 SI PUÒ USARE DOPO IL 2021

In un articolo pubblicato su formiche.net Giuliano Cazzola commenta le parole del Premier a proposito di Quota 100. “L’ineffabile Giuseppe Conte si esibisce ad un Festival dell’Economia e annuncia ciò che era considerato pacifico da tutti Lega compresa: Quota 100 è una deroga sperimentale per un triennio a cui deve seguire un intervento di carattere strutturale (per il Capitano – ancora ‘folgorante in soglia’ sulla spiaggia del Papeete – si trattava del requisito di 41 anni di versamenti). Nessuno, neppure i sindacati che non si fanno mancare nulla in tema di pensioni, hanno mai chiesto di prorogare quota 100 oltre la fine del 2021. Anche perché – è bene tenerlo presente – chi matura il requisito (62 anni di età + 38 di versamenti contributivi) entro il 31 dicembre 2021, se lo porta appresso per tutta la vita lavorativa e può avvalersene anche in un momento successivo”, scrive l’ex deputato evidenziando che la misura di riforma pensioni varata nel 2018 non sparirà quindi del tutto dopo il 2021.

RIFORMA PENSIONI, ELSA FORNERO SU QUOTA 100

Secondo Elsa Fornero, Quota 100 “è solo una promessa per ottenere un consenso di breve periodo” e Matteo Salvini, quand’era al Governo, avrebbe potuto cancellare la riforma pensioni del 2011 invece che varare una misura sperimentale di tre anni, che oltretutto “non aiutava le persone disagiate ma solo chi un lavoro ce l’aveva già, peraltro abbastanza continuativo, e certo non anziano”. Dal suo punto di vista, “Quota 100 è un favore per alcuni ma anche un inganno perché molto diversa da quanto era stato annunciato”. L’ex ministra del Lavoro, in un colloquio con Adnkronos, ricorda poi che alle donne “è stata invece lasciata solo Opzione donna che dai calcoli è molto punitiva mentre Quota 100 per gli uomini non lo è per niente. Si è trattato dunque, ribadisco, solo di un favore per guadagnare consenso elettorale”.

I SUGGERIMENTI AL GOVERNO

Secondo la Fornero, l’attuale Governo “dovrebbe attivarsi per riprendere un percorso che era già iniziato: l’Ape social veniva esattamente incontro a quello che ieri il presidente del consiglio ha chiamato un disagio sociale. E il disagio non riguarda esattamente il percettore di pensione con quota 100 ma quelli che hanno perso il lavoro, che faticano a trovarne un altro”. In quel caso, secondo l’ex ministra, “è giusto intervenire con una valutazione come l’Ape sociale ha fatto in questi anni magari allargando l’ingresso ai lavori usuranti o gravosi. Oppure prendere misure che vadano nella direzione di aiutare le persone maggiormente in difficoltà”. Una mossa che il Governo sembra in effetti possa effettivamente intraprendere.