IL PATTO PER IL PAESE DELLA UIL

Come riporta Askanews, nella tarda serata di ieri si è conclusa una riunione in videoconferenza con cui i vertici della Uil ha condiviso l’idea di proporre un “Patto per il Paese”. “Dovrà essere chiaro che la sanità, i trasporti, la scuola e le stesse pensioni non possono essere condizionati da logiche di mercato. E poi, una volta per tutte, bisognerà dire basta al potere limitante della burocrazia, valorizzando piuttosto il lavoro pubblico. Né le nostre scelte dovranno dipendere dalle ideologie”, ha detto Carmelo Barbagallo presentando la proposta. “Il nuovo modello di sviluppo non potrà essere la fotografia di quello vecchio, troppo timido e ancorato a prudenziali logiche di austerità. I lavoratori dipendenti e i pensionati hanno già fatto i loro sacrifici e l’economia nel suo insieme non ne ha tratto alcun vantaggio”, ha aggiunto il Segretario generale della Uil, che ha anche ricordato come “il carico fiscale più alto ricade sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati che, insieme, contribuiscono a versare all’erario, secondo i dati Mef sulle dichiarazioni 2019, il 95% del gettito netto Irpef”.



LA RICHIESTA DI ZOCCANO

Secondo Vincenzo Zoccano, “occorre intervenire immediatamente sulle pensioni d’invalidità, non soltanto con un cadeau nel ‘decreto maggio’, ma in maniera definitiva e stabile”. L’ex sottosegretario alla Famiglia e disabilità, secondo quanto riporta ecodaipalazzi.it, ricorda di aver già presentato, ai tempi del Governo Conte 1, “un piano per il raddoppio degli importi erogati con le pensioni d’invalidità, si trattava di un piano serio e studiato con i tecnici Inps. Mi fu detto chiaramente che non era considerato tra le priorità politiche del momento e che si sarebbe provveduto prima o poi, non appena le condizioni lo avrebbero permesso”. “Oggi, con l’emergenza sanitaria ed economica, mi chiedo come il governo potrà fare per rendere giustizia al mondo della disabilità, un mondo di cittadini fra i cittadini e non un mondo  a parte”, sottolinea il Senatore ex del Movimento 5 Stelle, ora esponente di Vox Italia, secondo cui occorre quindi un più strutturale intervento di riforma pensioni che guardi agli invalidi.



I “DANNI” DELL’AVANZO PRIMARIO

In un recente articolo lo Spiegel ha ricordato che l’Italia non è un Paese “cicala”, visto che ha un avanzo primario non indifferente. Truenumbers.it ricorda che nel 1997 fu raggiunto il record del 6,7% del Pil grazie a un aumento delle tasse e a una diminuzione della spesa pubblica, così da mettere in ordine i conti e guadagnarsi la possibilità di aderire all’euro. “Raggiunto l’obiettivo poi però vi fu una discesa. Per otto anni l’avanzo primario diminuì. Questo fu dovuto non tanto al fatto che la crescita, il denominatore, fosse sostenuta, non lo era, ma al fatto che gli interessi sul debito grazie all’ingresso nel’euro stavano crollando. Così per avere un deficit (avanzo primario meno interessi, ricordiamo) inferiore al 3% del Pil, non c’era più bisogno di tenere l’avanzo così alto come a inizio degli anni ’90. Questo permise ai governi di non fare riforme dolorose (ad esempio sulle pensioni) e di concedere crescite della spesa costanti, rinnovando in modo generoso per esempio i contratti del pubblico impiego”.



RIFORMA FORNERO: COSA PUÒ CAMBIARE PER 2021

Tra le domande che ci si pone parlando di riforma pensioni c’è quella che riguarda il destino della Riforma Fornero, in vigore dal 2020. Non è ancora chiaro se il legislatore vorrà metterci mano e abolirla una volta per tutte o se invece resterà in piedi. Cosa dobbiamo aspettarci allora per l’anno prossimo? Quota 100 sarà in vigore almeno fino al 31 dicembre del prossimo anno: quasi sicuramente verrà sostituita da una nuova misura di pensione anticipata. Secondo quanto riportato da Trendonline, tra le ipotesi che stanno circolando c’è quella di una pensione anticipata totalmente contributiva, che però potrebbe risultare penalizzante per i lavoratori che hanno avuto occupazioni discontinue. Si valuta anche la possibilità di innalzare l’età pensionabile, un’idea che però trova l’opposizione delle parti sociali. Tra le idee anche quella di creare un sistema pensionistico che si appoggi sui fondi pensioni, con agevolazioni a carico dello Stato. Nel breve periodo comunque non dovrebbero esserci variazioni. Si pensa però di accorpare tutte le misure che permettono di andare in pensione anticipata in un unico sistema, ottimizzando i requisiti, ma anche questa è ancora una proposta. (agg. di Silvana Palazzo)

LA RICHIESTA DI DURIGON SULL’INPGI

Le misure di riforma pensioni possono riguardare anche le casse previdenziali dei professionisti. In questo senso Claudio Durigon spiega che “la libertà di stampa si tutela anche assicurando ai giornalisti condizioni economiche dignitose, certezza del lavoro e un orizzonte previdenziale sicuro e sostenibile. Per questo, il Governo e le forze politiche sono chiamate a garantire una volta per tutte la definitiva stabilità del modello gestionale delle casse di previdenza, salvaguardando così anche Inpgi, la cui crisi rischia di assestare un colpo durissimo alla categoria, con conseguente rischio di impoverimento del pluralismo e della libertà dell’informazione”. Le parole dell’ex sottosegretario al Lavoro vengono riportate da inpginotizie.it, quindi dallo stesso Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani. Il deputato della Lega chiede anche che vengano “cancellate le norme che contemplano, ancor oggi, la carcerazione di un giornalista per i reati connessi alla professione, una follia che va abrogata”.

RIFORMA PENSIONI, L’EMENDAMENTO DI FORZA ITALIA

Il decreto liquidità sta affrontando l’iter parlamentare e i deputati di Forza Italia hanno presentato un emendamento riguardante le pensioni. Di fatto, come spiega Agenzia Nova, si chiede all’Inps e a tutti gli istituti di previdenza obbligatorio di diritto privato di erogare a maggio la tredicesima che normalmente dovrebbe essere pagata a dicembre, in modo da “aumentare la liquidità e la capacità di spesa delle famiglie”. Nell’emendamento si legge che, “premesso che tutte le pensioni prevedono una spettanza annuale divisa in tredici mensilità di cui la tredicesima corrisposta nel corso del mese di dicembre, quella dell’anno 2020 potrebbe essere ‘anticipata’ ad oggi senza che l’Inps e tutti gli enti che erogano pensioni (anche privati come le Casse dei liberi professionisti) ne abbiano alcun onere se non quello ‘di mera valuta per l’anticipata corresponsione'”.

LE PAROLE DI STIRPE

Intanto Maurizio Stirpe, Vicepresidente di Confindustria, intervistato dal Sole 24 Ore, spiega che la riforma pensioni Fornero “non va picconata. Piuttosto vanno introdotte eccezioni, con trattamenti diversi, su indicazione dell’Inail”. Dal suo punto di vista, inoltre, “il costo di questi trattamenti differenti non dovrebbe essere a carico della fiscalità generale, ma di chi utilizza il beneficio”. “Quota 100 e reddito di cittadinanza hanno generato criticità importanti”, aggiunge Stirpe, rimarcando quindi il non gradimento di Confindustria per due misure approvate dal precedente Governo e confermate dall’attuale.