Parzialmente, ma cede. Per la prima volta: il governo francese fa retromarcia su uno dei pilastri della riforma pensioni che tante proteste sta generando nel Paese, bloccato dagli scioperi da ormai 38 giorni e alle prese con gli scontri e le manifestazioni che anche oggi hanno coinvolto migliaia di persone a Parigi e non solo. Il passo indietro, annunciato dal capo del governo Edouard Philippe in una lettera inviata ai sindacati, riguarda la cosiddetta età di equilibrio, la norma più contestata dell’intera riforma previdenziale, che prevede l’uscita dal mondo del lavoro all’età di 64 anni per avere accesso ad una pensione a tasso pieno. Se fino a pochi giorni fa era apparsa chiara la volontà anche da parte del presidente Macron di non cedere su uno dei temi cardine dell’intero impianto, oggi la missiva di Philippe ai sindacati apre alla possibilità di nuovi scenari.



RIFORMA PENSIONI FRANCIA, GOVERNO CEDE SU ETA’ D’EQUILIBRIO A 64 ANNI

Il premier francese ha messo nero su bianco la disponibilità dell’esecutivo a “ritirare” provvisoriamente l’età di equilibrio a 64 anni dal progetto di legge sulla riforma delle pensioni, pur mantenendo il principio di un’età di equilibrio. Philippe ha scritto: “Per dimostrare la mia fiducia nei confronti dei partner social e non pregiudicare il risultato dei loro lavori sulle misure da adottare per raggiungere l’equilibrio 2027, sono disposto a ritirare dal progetto di legge la misura di breve termine che avevo proposto, consistente a convergere gradualmente a partire dal 2022 verso un’età di equilibrio di 64 anni nel 2027”. Resta da capire come accoglieranno i sindacati questa apertura da parte del governo, dopo che ancora oggi migliaia di persone hanno manifestato per le vie di Parigi. Tra loro anche gilet gialli e black bloc che hanno dato vita a scontri con gli agenti di polizia e spaccato le vetrine di alcuni negozi della Capitale.

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