RIFORMA PENSIONI, L’ATTESA PER IL DEF

Attraverso un tweet, Ignazio Ganga ribadisce una posizione in tema di riforma pensioni già espressa in questi giorni e che è stata ripetuta anche nel corso di un webinar sulla previdenza coordinato dalla Cisl Lombardia cui il sindacalista ha preso parte: “Bisogna permettere a tutte le lavoratrici e lavoratori di accedere alla #pensione con regole più flessibili, senza creare ulteriori steccati, anzi, cercando di ridurre quelli esistenti”. Resta da capire quando il tema potrà essere affrontato dal Governo. In tal senso il ministro del Lavoro Orlando ha già detto che prima bisognerà occuparsi di altri temi più urgenti, in particolare legati all’emergenza occupazionale e alla riforma degli ammortizzatori sociali, lasciando in secondo piano la scelta sul da farsi per il post-Quota 100. Forse attraverso il varo del Documento di economia e finanza si potrà avere qualche indicazione in più sulle intenzioni del Governo dato che il Def viene considerato un primo indicatore sui saldi di finanza pubblica utile per capire come sarà la prossima Legge di bilancio autunnale.



CAZZOLA: “TREGUA ARMATA SULLE PENSIONI”

La riforma pensioni al momento appare “arenata” rispetto alle altre priorità del Governo Draghi, dai vaccini al Recovery Plan fino alle riaperture: «Mario Draghi, il suo governo e la sua maggioranza sembrano aver archiviato, almeno temporaneamente, la parola pensioni. Per adesso l’obiettivo prioritario è quello di vaccinare i pensionati, poi si vedrà. Ma si tratta di una tregua armata, perché nell’attuale legislatura si sono liberati troppi avvoltoi in attesa del fatidico ‘superamento definitivo della riforma Fornero», spiega il giuslavorista ed ex sindacalista Giuliano Cazzola in una intervista all’Adnkronos. «Prima o poi, l’argomento tornerà all’ordine del giorno anche in vista dello scadere a fine anno di quota 100 (di cui sembra condiviso il mancato rinnovo)», ribadisce l’esperto in materia previdenziale, aggiungendo «Col precedente governo erano circolate delle proposte, non solo di parte sindacale ma anche all’interno di tutti i partiti, tutte più o meno rivolte a superare all’indietro (a prima del 2011) la riforma Fornero. Draghi sa benissimo che quelle proposte sono insostenibili e che l’Unione raccomanda il ritorno alle regole introdotte nel 2011». Possibilità oltre alla Quota 100 che andrà in scadenza ve ne sono tante per il momento ancora nessuna pienamente scelta dal Governo: «alla fine dell’anno viene a scadere Quota 100 (salvo la possibilità di avvalersi del diritto anche successivamente per chi lo matura entro quella data). Non c’è un salto nel buio”, avverte Cazzola. “Rimarrebbero infatti due possibilità di andare in quiescenza per tutti quelli che sono nel sistema misto: la vecchiaia (67 anni e 20 di contributi); la vecchiaia anticipata (42 anni e 10 mesi e un anno in meno per le donne) almeno fino a tutto il 2026. Resterebbe appeso fino ad allora il ‘che fare’ dell’adeguamento automatico all’attesa di vita. Ma ci sarebbe il tempo per pensarci visti anche gli effetti della pandemia sui tassi di mortalità», conclude il giuslavorista. (agg. di Niccolò Magnani)



IL DIRITTO INESPRESSO PER ALCUNI INVALIDI CIVILI TOTALI

Sul sito della Cia Toscana viene ricordato che “gli ultra sessantenni invalidi civili totali hanno diritto all’incremento al milione anche per i periodi antecedenti il 20 luglio 2020” a seguito della “sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno, con la quale è stato sancito il principio per cui il diritto all’incremento al milione spetta anche agli invalidi civili totali di età compresa tra i 18 e i 60 anni”. Dunque, “gli invalidi totali, ciechi civili assoluti, sordomuti titolari di pensione o titolari di pensione di inabilità al lavoro, che al 20 luglio 2020 avevano già compiuto i 60 anni di età” hanno “diritto all’erogazione degli arretrati fino a cinque anni precedenti il riconoscimento del diritto stesso”. Tuttavia, “gli arretrati in questione rientrano nella categoria dei ‘diritti inespressi’, ovvero, diritti che se non espressamente richiesti dall’interessato non vengono liquidati dall’Inps e che si prescrivono nel limite di cinque anni”. Dunque se l’Inps non ha già versato gli arretrati è bene che gli interessati presentino una richiesta espressa.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GANGA

Secondo Ignazio Ganga, la riforma pensioni per il periodo post pandemico “dovrà essere disegnata con attenzione e coerenza: bisognerà innanzitutto coordinarla con la riforma degli ammortizzatori sociali per aiutare la gestione degli eventuali esuberi a seguito delle ristrutturazioni aziendali che si produrranno”. Per questo “ben venga un utilizzo calibrato dei fondi di solidarietà, del contratto di espansione, dell’isopensione ma senza dimenticare che l’impresa italiana è per lo più piccola e invece quei modelli sono ritagliati su imprese medio grandi se non grandissime”. Per il Segretario confederale del Cisl, inoltre, “bisognerà avere particolare riguardo per le donne, la cui previdenza è come noto debole a causa delle carriere lavorative discontinue e che infatti sono state colpite in modo macroscopico dalla ‘pandemia’ economica”.

L’ATTENZIONE A DONNE E GIOVANI

Ganga, le cui dichiarazioni sono state riportate da pensionipertutti.it, riprende quindi concetti già espressi nei giorni scorsi, evidenziando anche che “bisognerà avere il coraggio di affrontare il tema della pensione contributiva di garanzia per i giovani, o meglio per chi, rientrando interamente nel sistema contributivo ma scontando carriere di lavoro frammentate non può contare su di un assegno pensionistico dignitoso, non sarà facile trovare il giusto equilibrio ma è indispensabile impegnarsi in un ragionamento serio”. Il sindacalista si dice anche fiducioso che presto il ministro del Lavoro Orlando riaprirà il confronto sulla previdenza con le parti sociali.