LA RICHIESTA DEGLI ARTIGIANI

Pasquale Vaia, Presidente della Federazione Nazionale Pensionati Artigiani di Casartigiani Verona, non può fare a meno di notare che in tema di riforma pensioni in questi giorni “fioccano le proposte, ma gli artigiani, come spesso accade, sono nel dimenticatoio”. Non manca molto alla scadenza prevista per Quota 100 e “la nostra proposta è quella di mettere a punto una riforma che consenta una nuova forma di pensione anticipata a una platea simile a quella che oggi ha diritto a quota 100, uscendo però dalla logica sperimentale. Un intervento quindi strutturale, che consentirebbe anche di superare altre misure, come Opzione Donna, includendo anche le categorie artigiane, diversamente penalizzate”, sono le sue parole riportate da daily.veronanetwork.it. Vedremo se nell’ottica di rimettere mano al sistema pensionistico, come annunciato dall’esecutivo, troverà spazio anche questa proposta. Probabilmente si capirà qualcosa di più in merito dopo l’incontro tra Governo e sindacati in programma lunedì prossimo.



PROIETTI RILANCIA QUOTA 41

Domenico Proietti ribadisce la posizione della Uil sul tema della riforma pensioni durante il vertice dei quadri e delegati delle categorie Uil area nord Toscana. “Sul fronte delle pensioni, crediamo che dopo 41 anni di contributi si debba poter andare in pensione a prescindere. Inoltre, serve una riforma capace di introdurre una flessibilità diffusa intorno ai 62 anni. Con la flessibilità e la volontarietà non è detto che tutti quelli che hanno diritto ad andare in pensione poi ci vadano, ma è altresì vero che se si cambiano le norme ogni 6 mesi poi appena si apre una finestra poi tutti cercano di ‘scappare’. Diciamo inoltre ‘no’ al ricalcolo contributivo che sarebbe un ulteriore danno”, sono le parole del Segretario confederale della Uil riportate da nove.firenze.it. Franco Borghini, Segretario generale Cst-Uil area nord Toscana, evidenzia la necessità di avere “un fisco più equo, rivisitare e rivalutare le pensioni”, mettendo pertanto “più soldi nelle tasche dei cittadini da poter spendere così da rilanciare i consumi e il mercato, creando un indotto positivo che generi nuovo lavoro”.



GUALTIERI STRONCA LA PROPOSTA DEI SINDACATI

L’appuntamento è già fissato per lunedì alle 11:00 presso il ministero del Lavoro. Ma sull’incontro Governo-sindacati sulla riforma pensioni arriva come un macigno la dichiarazione di Roberto Gualtieri. Secondo quanto riporta l’agenzia Dire, il ministro dell’Economia, intervenuto al programma Agorà in onda su Rai 3, ha infatti detto che la proposta dei sindacati sulle pensioni “non è concreta”. Gualtieri ha anche attaccato Matteo Salvini, spiegando che “quando governava ha fatto un intervento spot sulle pensioni molto costoso, molto limitato. Quota 100 è stata fatta per 3 anni lasciando poi il ripristino della riforma Fornero con uno scalone altissimo”. Dal suo punto di vista, quindi, affermare che il Governo alza l’età pensionabile è “propaganda, siamo su livelli altissimi di bugie”. Intanto l’Inps fa sapere che per accedere ai servizi online, tra cui la verifica della propria posizione contributiva o previdenziale, si potrà anche usare la carta d’identità elettronica, che, dotata di tecnologia NFC, potrà consentire l’accesso anche dagli smartphone abilitati.



BARBAGALLO SPIEGA L’ERRORE DELLA FORNERO

Intervistato da Italpress, Carmelo Barbagallo ha parlato di riforma pensioni in vista del confronto tra Governo e sindacati sul tema in programma lunedì prossimo. “Abbiamo fatto rimettere in pista le due commissioni che avevamo chiesto con il governo Gentiloni, poi abolite dal primo Governo Conte: quelle riguardanti la separazione della previdenza dall’assistenza e quella sui lavori gravosi e usuranti”, ha detto il Segretario generale della Uil, che ha poi aggiunto: “Purtroppo per ritornare a prima della Fornero occorreranno più Finanziarie. L’errore della Fornero era proprio quella di equiparare chi fa lavori usuranti a chi non li fa. I primi devono potere andare in pensione senza penalizzazioni, in base a quanto hanno versato”. Barbagallo, parlando poi delle diverse vertenze aperte nel Paese ha evidenziato che “abbiamo bisogno di ricostruire una nuova Cassa per il Mezzogiorno. Non sono un nostalgico, ma serve un contenitore pubblico per le aziende in crisi, altrimenti volta per volta bisognerà cercare soluzioni improbabili”.

LA SFIDA DELL’INVECCHIAMENTO

Il sito del Sole 24 Ore segnala come l’invecchiamento della popolazione sia un fenomeno che riguarda tutti i principali paesi mondiali sviluppati. E per alcuni, come l’Italia, pone dei limiti in tema di riforma pensioni. Il quotidiano di Confindustria riporta le parole di Oliver Adler, capo economista di Credit Suisse, che ha presentato a Davos uno studio proprio sul tema: “Ogni Paese si confronta con le problematiche per assicurare la perennità del suo sistema. In generale, un mix di misure è necessario per garantire il mantenimento in pensione del livello di vita abituale. Dobbiamo modificare la nostra visione del pensionamento e tutti possono contribuire allo sforzo collettivo per arrivare a un futuro equo e garantito”. Per affrontare questa situazione bisognerà fare i conti con un innalzamento dell’età pensionabile e la diminuzione dell’importo delle prestazioni pensionistiche future per salvaguardare la tenuta dei sistemi negli anni a venire. Non proprio un quadro roseo, insomma, quello che emerge.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GHISELLI

La proposta di riforma pensioni avanzata da Francesca Puglisi, già ribattezzata Quota 99 con all’interno una “Quota Mamma”, non convince Roberto Ghiselli, secondo cui si tratta di una proposta non condivisibile. Dal suo punto di vista, infatti, la soglia individuata di 35 anni minimi di contribuzione per accedere alla pensione “escluderebbe le categorie più deboli, soprattutto le donne che in media hanno un’anzianità contributiva di 25 anni”. All’Agi, il Segretario confederale della Cgil ricorda che i vari interventi sulla previdenza hanno finora penalizzato la platea femminile, per la quale l’anzianità contributiva sarà sempre più destinata ad abbassarsi. “Noi vogliamo una riforma che non regga per qualche anno, ma che resti valida in prospettiva”, aggiunge.

LE RICHIESTE SINDACALI

Ghiselli spiega che lunedì prossimo i sindacati torneranno a proporre una flessibilità pensionistica a partire dai 62 anni, lasciando libertà ai lavoratori di scegliere “sapendo che se si va in pensione più tardi, aumenta l’accumulo del montante e il coefficiente di trasformazione”. “In Europa l’età di uscita legale è tra i 62 e i 65 anni, solo in Italia e Grecia è fissata a 67 anni. Abbiamo i margini per ridurre questa soglia”, evidenzia il sindacalista, secondo cui il vero rischio nell’attuale situazione è che le donne, i giovani, i lavoratori discontinui rimangano “intrappolati nelle gabbie della legge Fornero, costretti ad andare in pensione a 70 anni”. Vedremo quindi quale sarà la posizione dell’esecutivo in occasione dell’incontro di lunedì con i sindacati.