I NUMERI SCELTI DA INFODATA
Infodata, la sezione del sito del Sole 24 Ore che vuole raccontare le notizie coi numeri, ha deciso di presentare i dati dell’Osservatorio Inps sulle pensioni attraverso tre numeri. Il primo riguarda la spesa pensionistica nel 2021, “pari a 218,6 miliardi di euro, di cui 195,4 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 23,2 miliardi da quelle assistenziali”. Il secondo è l’importo medio mensile degli assegni di pensione di vecchiaia, che “nel 2021 è stato pari a 1.285,44 euro e presenta il valore più elevato nel settentrione con 1.379,92 euro”. Infine, si dà spazio alla distribuzione delle pensioni, tenendo conto che “l’area geografica che registra la percentuale più alta di prestazioni pensionistiche al 1° gennaio 2022 è come sempre l’Italia settentrionale con il 47,85%, al Centro viene erogato il 19,31% delle pensioni mentre in Italia meridionale e nelle isole il 30,77%; il restante 2,06% (366.226 pensioni) viene erogato a soggetti residenti all’estero”.
LA RICHIESTA DI ANAP-CONFARTIGIANATO
Come noto, dal 1° aprile il pagamento delle pensioni agli sportelli di Poste Italiane non avverrà più anticipatamente in ragione della fine dello stato di emergenza fissata al 31 marzo. Anap-Confartigianato evidenzia che tale situazione “sta suscitando allarme e malumore tra i pensionati, specialmente quelli a più basso reddito per i quali gli aumenti delle utenze e il lievitare dei prezzi stanno rendendo ancor più duro far quadrare i conti in casa e far fronte al pagamento delle bollette. Molti di loro lamentano il fatto che l’imprevisto ritardo nell’accredito della pensione sconvolge i loro piani di spesa, con il rischio di subire delle penalità a fronte di ritardi dei pagamenti. Questo perché le loro magre pensioni sono già impegnate in anticipo”. Per questo, “sarebbe auspicabile un intervento del Governo affinché il ritorno alla ‘normalità’ nell’accredito delle pensioni fosse procrastinato di qualche mese, in modo di permettere a ciascuno di riprogrammare le tempistiche di spesa con la pensione ricevuta”.
LE PAROLE DI TRIPODI
In una nota riportata da latinacorriere.it, Angelo Tripodi, capogruppo regionale della Lega, spiega di aver chiesto “un’audizione urgente nelle commissioni Lavoro, Affari costituzionali e Risorse Umane per affrontare l’annosa questione sul trattamento economico degli ex dipendenti della Regione Lazio che furono dislocati alla Provincia di Latina, alcuni dei quali impiegati successivamente nella partecipata dell’ente ‘Latina Formazione e Lavoro’, in attuazione della legge regionale n.14 del 1999 sul decentramento amministrativo”. Infatti, “gli allora dipendenti pubblici, molti dei quali in pensione o ritornati in Regione con la legge Delrio, si sono visti recapitare una raccomandata dalla Provincia di Latina nella quale vengono richieste” delle somme ricevute sulla base di una sentenza della Cassazione. Cosa che “ricalcolerebbe sia le pensioni sia gli stipendi dei dipendenti che le reversibilità, nonostante proprio le istituzioni abbiano garantito tale diritto”. Ecco perché viene chiesta la massima attenzione da parte della Giunta della Regione Lazio.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GHISELLI
Il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni non è ancora ripreso. Roberto Ghiselli evidenzia che “non v’è dubbio che l’emergenza bellica e la gestione delle sue ricadute sul piano umanitario, politico ed economico in questa fase hanno la precedenza. Pensiamo all’obbligo dell’accoglienza e del sostegno a quella popolazione aggredita. Pensiamo anche all’emergenza prezzi e bollette energetiche, e le crescenti difficoltà di molte attività economiche e lavorative. In questo senso unitariamente il sindacato in questi giorni ha sollecitato il governo a dare risposte più incisive. Pensiamo comunque che il confronto sulla previdenza debba ripartire al più presto per arrivare a una riforma che parta dal 2023”.
LA SCADENZA DEL DEF
Intervistato da Collettiva.it, il Segretario confederale della Cgil spiega che “serve un intervento organico e strutturale, che dia un assetto stabile a tutto il sistema previdenziale. Una legge che sostituisca le regole della Fornero e superi le varie misure transitorie e tampone, tipo ‘quota 102‘ che è stata una vera e propria presa in giro. Per questo la scelta dei tempi è fondamentale”. Più nello specifico, secondo il sindacalista, “se vogliamo pensare alla riforma da far partire dal prossimo anno, è evidente che la previsione di questo intervento dovrà essere inserita nel Documento di economia e finanza che andrà approvato entro aprile. Comunque continueremo a sollecitare il governo e, dopo lo sciopero generale del 16 dicembre, dovremo dare continuità alla nostra iniziativa”.
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