I PENSIONATI CHE RICEVONO MENO DEL DOVUTO

Il Segretario generale della Fnp-Cisl Emilia Centrale Adelmo Lasagni ricorda che non pochi pensionati ricevono una pensione più bassa di quella che potrebbero percepire. “Questo succede a causa dei cosiddetti ‘diritti inespressi’, cioè aumenti, sgravi e agevolazioni applicabili alle pensioni solo attraverso un’apposita domanda da presentare all’Inps. Si chiamano ‘inespressi’ perché non è prevista l’erogazione automatica; pertanto, se il pensionato interessato non ne fa esplicita richiesta, il diritto viene ignorato”. Un fenomeno aumentato da quando l’Inps non invia più alcuna comunicazione ai pensionati. Per questo, sottolinea la Cisl, controllare la propria pensione non è solo consigliabile, ma spesso conveniente. Del resto un pensionato di Sassuolo si è visto riconoscere 400 euro lordi in più al mese sulla pensione grazie a un controllo della posizione previdenziale effettuato dalla Fnp-Cisl Emilia Centrale. Un modo per tutelare, spiega Lasagni, “una fascia di popolazione che negli anni scorsi è stata fortemente e ingiustamente penalizzata dal blocco della rivalutazione delle pensioni”.



FONDI PENSIONI, I DATI FINO AL 2021

Non saranno pensioni certe e sicure come quelle erogate dall’INPS eppure, con la crisi della previdenza italiana, le opzioni che offrono i vari fondi pensione potranno essere ben più di un semplice “ripiego” per il futuro dei pensionati.

Nell’ultima analisi della commissione di vigilanza sul settore, la Covip, sono stati presi in analisi i tassi al netto dei prelievi di fisco e costi di gestione: ebbene, come mostrano i primi risultati sui dati 2012-2021 – riportati oggi da “Il Fatto Quotidiano” – ad oggi è meglio aderire ad un fondo pensione che lasciare il proprio Tfr “parcheggiato” in azienda. Secondo Covip, «8,8 milioni di lavoratori hanno scelto di garantirsi un’integrazione dell’assegno corrisposto dall’Inps»; ebbene, in tutto sono stati investiti 212,6 miliardi di euro nella previdenza complementare, in attesa di avere risposte soddisfacenti su una riforma pensioni convincente a livello nazionale. Negli ultimi 10 anni hanno reso assai meglio i fondi pensione negoziali di categoria – circa una media del 4,1% annuo – contro invece il più basso 1,9% lasciano in azienda. (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI SBARRA

A margine del Congresso della Cisl Regionale del Trentino, Luigi Sbarra ha ricordato come lo scoppio di un conflitto in Ucraina “non solo avrebbe delle conseguenze disastrose per la vita di milioni di persone, ma porterebbe ancora più in alto i costi dell’energia in tutti i Paesi europei, facendo salire ancora un’inflazione che già sta mettendo a dura prova risparmi e potere d’acquisto, infierendo soprattutto su famiglie, lavoratori e pensionati deboli”. A proposito dell’inflazione, il Segretario generale della Cisl ha ricordato che l’Istat ha certificato un rialzo tendenziale a gennaio del 4,8% e ciò desta preoccupazione. Dal suo punto di vista “occorre una nuova politica dei redditi con un accordo triangolare e bisogna costruire un cantiere stabile e partecipato che punti al rilancio della crescita, di salari e pensioni, dell’occupazione, attraverso nuove politiche per la coesione, sostenendo comparti strategici industriali ad alta innovazione, rinnovando i contratti, sbloccando gli investimenti pubblici e privati. Bisogna ridurre le tasse a lavoratori dipendenti, pensionati e famiglie”.



IL PROBLEMA DEMOGRAFICO

Francesco Cavallaro esprime una certa preoccupazione per il trend demografico del nostro Paese: “Se nel 2020 la popolazione under 35 rappresentava il 33,5% e gli over 65 il 23,3%, nel 2040 ci sarà il sorpasso: 31% gli under 35, 32,2% gli over 6. Più anziani e meno nascite quindi. Due fattori di squilibrio strutturali che minano una delle condizioni principali per lo sviluppo economico e la sostenibilità dei nostri sistemi di welfare. E la strada per affrontare il problema è principalmente una: restituire ai giovani e alle donne un ruolo centrale per la crescita del Paese, favorendo il loro ingresso nel mondo del lavoro con azioni adeguate sulla loro competenza, interventi a sostegno della famiglia, delle giovani coppie ma anche sul sistema previdenziale”. Il Segretario generale della Cisal, intervistato da Italia Oggi, evidenzia che “a tal proposito, occorre osservare che gli interventi fatti finora sulle pensioni, quali l’introduzione del calcolo contributivo e l’innalzamento dell’età pensionabile, hanno largamente contribuito a creare questa situazione paradossale”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GHISELLI

Secondo Roberto Ghiselli, in tema di riforma pensioni “è arrivato il momento in cui il governo deve scoprire le sue carte, proposte concrete su cui confrontarsi con noi perché finora ai tavoli tecnici abbiamo avuto solo generiche disponibilità su tutti i temi trattati: lavori gravosi, giovani, donne, flessibilità, previdenza complementare”. Intervistato dal Manifesto, il Segretario confederale della Cgil evidenzia anche che il sistema di aggancio dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita “va cambiato. Quando fisseremo un’età di uscita con il Governo chiediamo che questa non venga più incrementata perché ora i pensionandi hanno una doppia penalizzazione legata all’adeguamento dell’aspettativa di vita: sull’età di uscita e sui coefficienti di trasformazione”.

IL RICONOSCIMENTO DEL LAVORO DI CURA

Il sindacalista spiega anche che riguardo la situazione specifica previdenziale femminile “deve esserci un riconoscimento generale, non solo del lavoro di cura, perché le donne sono penalizzate nel percorso lavorativo come dimostrano gli anni medi di retribuzione molto più bassi. Il lavoro di cura per i figli o i parenti non autosufficienti non riguarda solo le donne ma deve essere riconosciuto o con un anticipo dell’età pensionabile o con una pensione più alta”. Infine, ribadisce che “per noi il ricalcolo contributivo è inaccettabile. Attualmente è praticato per ‘Opzione donna’ – la possibilità di andare in pensione a 58 anni (59 anni le autonome) e 35 anni di contributi – e produce un taglio dell’assegno anche superiore al 30%”.

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