PROPOSTA LEGA SULLA RIFORMA PENSIONI

Copertura economica, eccessiva flessibilità in uscita e non piena discontinuità dopo la riforma di Quota 100: sono diversi i motivi per cui sta facendo discutere in questi giorni la proposta di legge presentata dalla Lega sulle pensioni cui potrebbe lavorare il Governo Draghi nei prossimi mesi. Si tratta, in pillole, di una Quota 102 con 64 anni di età e 38 di contributi (come minimo), considerando l’adeguamento all’aspettativa di vita calcolata con il sistema contributivo: in seguito, il disegno di legge a firma Claudio Durigon (Sottosegretario al Ministero Economia e Finanze) prevede anche la trasformazione della Quota 41 – al momento destinata solo ai lavoratori precoci – per tutti i richiedenti senza vincolo anagrafico o di tutele, con solo 41 anni di contributi in sostituzione della pensione anticipata. Da ultimo, la riforma in “quota Lega” vedrebbe Ape Sociale e Opzione Donna di fatto sostituire da fondi esubero. Pd e M5s storcono il naso, i sindacati sono divisi e il Governo Draghi avrà non più di qualche mese per provare ad innestare la riforma pensionistica anche a partire dalle proposte leghiate. (agg. di Niccolò Magnani)



APPELLO CISL SULLE PENSIONI

Anziani pensionati sempre più poveri, una pandemia che non finisce e una crisi economica sempre più vasta: l’appello del sindacato Cisl – in una nota dei responsabili Fnp Fermo-Ascoli-San Benedetto – mira al Governo Draghi per una importante e urgente riforma pensioni da lanciare nei prossimi mesi. Secondo la nota Cisl a firma Lanfranco Rocco, Marsilio Antonucci e Claudia Calvaresi i pensionati nelle loro province – e non solo – «stanno scivolando sotto la soglia di povertà e la situazione sta peggiorando a causa dell’emergenza pandemica, che tra l’altro ci costringe a restare in casa e a spendere risorse importanti per i dispositivi di protezione individuale». I numeri citati ad esempio sono esemplificativi: per la pensione di vecchiaia la media è di 1.010,92 euro, invalidità 689,59 euro e per il ‘superstite’ 544,67 euro. Su tutte le Marche, il 62% delle prestazioni previdenziali erogate ha un importo inferiore a 1.000 euro mensili lordi.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GHISELLI

La Proposta di legge in tema di riforma pensioni avanzata dalla Lega, primo firmatario Claudio Durigon, non convince Roberto Ghiselli. “Non mi convince il fatto che per poter andare in pensione dopo 41 anni di lavoro si sia costretti al ricalcolo contributivo, che comporterebbe una riduzione del trattamento fra il 20 e il 30%, e in certi casi anche più. Addirittura la proposta prevede la cancellazione della norma sui precoci che fino ad ora ha permesso a qualche decina di migliaia di persone di andare in pensione con 41 anni di contributi senza penalizzazioni. Inoltre si prevede il ripristino dell’innalzamento dell’età di pensione di anzianità al crescere della speranza di vita”, spiega in un’intervista a pensionipertutti.it il Segretario confederale della Cgil, secondo cui c’è una cosa ancora più grave.



LA CRITICA ALLA PROPOSTA DELLA LEGA

“Si prevede la cancellazione di quell’embrione di flessibilità in uscita, già prevista dalla normativa per chi è nel sistema contributivo a 64 anni,mentre andrebbe fatto proprio il contrario, allargare la possibilità di uscita dopo una certa età, per noi dopo 62 anni, a tutti, considerando che ormai il calcolo prevalente delle nuove pensioni sarà con il metodo contributivo e quindi compatibile in termini di costi”, evidenzia Ghiselli, che aggiunge: “Non c’è alcun riferimento ai giovani e alle pensioni future di chi fa lavori precari, poveri o discontinui, non si parla di lavoro di cura e delle donne. Praticamente non si prendono in considerazione i problemi previdenziali della parte più debole del mercato del lavoro”.