LA SOLUZIONE WIN-WIN DEL CONTRATTO DI ESPANSIONE

Tra le misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio 2021 c’è anche la proroga e il potenziamento del contratto di espansione, che ora potrà essere usato anche dalle aziende con più di 250 dipendenti. Come ricorda Il Sole 24 Ore, tale misura “consente di programmare piani di esubero di personale tramite prepensionamento con risparmi fino al 60% del costo del lavoro per ciascun dipendente”. Oltretutto “si tratta di una strategia che potrebbe risultare win win poiché consentirebbe: all’azienda di ridurre i costi del lavoro del personale in esubero e ove necessario assumere con risparmio nuovi addetti; al lavoratore di ricevere un assegno come se fosse già in pensione, fino a cinque anni prima rispetto alla generalità dei lavoratori”. C’è comunque da ricorda che il contratto di espansione può essere utilizzato solo previo accordo tra azienda e sindacati in sede ministeriale, richiede l’adesione volontaria del lavoratore cui possono mancare al massimo 60 mesi al pensionamento.



SALVINI TORNA SULLA QUOTA 100

Mentre impazza ancora la crisi di Governo, con le trattative giunte agli sgoccioli alla Camera tra Fico e i partiti della maggioranza uscente, il leader della Lega Matteo Salvini torna sui temi caldi dei prossimi mesi – riforma pensioni, giustizia e fisco – giudicando praticamente impossibile trovare un accordo con le forze del Conte-2. «Il governo dei migliori varato dal parlamento dei peggiori, dei Ciampolillo, dei cambia bandiera è difficile ipotizzarlo. E poi, per far cosa? Noi siamo per il taglio delle tasse, per Quota 100, per la riapertura immediata in sicurezza di bar, ristoranti, piscine e palestre; dall’altra parte dicono l’esatto contrario. Faccio un governo per bisticciare? L’unica seria da fare, se salta, è ridare la parola agli italiani», spiega l’ex Ministro intenzionato a dar battaglia per ottenere il voto anticipato come vera alternativa ad una maggioranza ancora non composita. (agg. di Niccolò Magnani)



LA RICHIESTA DI INCA E CGIL A CATALFO

Il Presidente nazionale del Patronato Inca-Cgil Michele Pagliaro e il Segretario generale della Cgil Roberto Ghiselli hanno scritto una lettera a Nunzia Catalfo relativa alla misura di riforma pensioni introdotta con la Legge di bilancio 2021 nota come nona salvaguardia degli esodati chiedendo un suo intervento “affinché possano essere date le indicazioni operative per l’inoltro della domanda di salvaguardia”, considerando la scadenza ravvicinata del prossimo 2 marzo e “il fatto che attualmente è possibile inviare le istanze telematiche solo all’Inps (come da messaggio Inps n.195 del 18.01.2021). Inoltre, considerando anche l’emergenza sanitaria che ha importanti ricadute nell’organizzazione dell’attività degli uffici di Patronato, ricevere al più presto tali indicazioni consentirà agli stessi di gestire adeguatamente le richieste di assistenza che quotidianamente ricevono”. Come ricorda Gabriella Stojan, amministratrice del Comitato 6.000 esodati esclusi, “a un mese dall’entrata in vigore della Legge ancora questa circolare non è stata emanata mettendo a rischio gli Esodati di non poter esercitare il loro diritto previdenziale”.



AUMENTANO LE PENSIONE CANCELLATE PER AVVENUTO DECESSO

In un articolo sul Sole 24 Ore vengono riportati i dati Inps relativi alle pensioni cancellate l’anno scorso per avvenuto decesso, pari a 862.838, con un aumento del 16,1% rispetto al 2019. Una diminuzione frutto con tutta probabilità dell’impatto della pandemia negli scorsi mesi sulle persone in età più avanzata. “Nell’anno del Covid-19 le cancellazioni hanno superato le nuove pensioni entrate in decorrenza per 67mila unità, a fronte di un bilancio tra cancellazioni e nuove prestazioni che l’anno prima si era fermata ad appena 665 unità”, aggiunge il quotidiano di Confindustria, che specifica che “il numero di pensioni cancellate è fortunatamente inferiore a quello delle vite perdute, visto che oltre il 30% dei pensionati cumula nel nostro Paese più di una pensione (per esempio una pensione diretta e una di reversibilità)”. Il Sole 24 Ore spiega anche che solamente più avanti si potranno avere certezze sui dati, visto che potrebbero esserci stati anche casi di cancellazioni dovute alla perdita dei requisiti (come una vedova che si risposa e perde la pensione di reversibilità).

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GHISELLI

In un’intervista a colletiva.it, Roberto Ghiselli spiega che la crisi di governo “ha momentaneamente interrotto anche il confronto che si doveva riprendere in questi giorni sulla previdenza al Ministero del lavoro. Ci auguriamo che questo stallo si superi al più presto e che venga confermata dal nuovo esecutivo la volontà di fare una riforma che, dopo Quota 100 e quindi dal 2022, si basi sulla flessibilità in uscita, sul riconoscimento dei lavori gravosi, di cura e delle donne, sul dare una prospettiva a previdenziale anche ai più giovani e a chi fa lavori poveri o discontinui, che tuteli il potere d’acquisto delle pensioni in essere”. Dunque il tavolo sulla riforma pensioni resta in bilico in attesa di come si risolverà la situazione politica ed è però difficile immaginare che il nuovo esecutivo interrompa del tutto il confronto con le parti sociali sul punto.

L’INSOSTENIBILITÀ DELL’AUMENTO DELL’ETÀ PENSIONABILE

Il sindacalista evidenzia anche che “non vi è dubbio che la pandemia, ed in particolare il calo dell’occupazione e del Pil, in questo biennio qualche problema lo genera anche sui conti previdenziali, ma se guardiamo oltre, e soprattutto se considerassimo quella che è la reale spesa pensionistica nei confronti internazionali, noi siamo allineati alla media europea e il problema vero è che il nostro sistema previdenziale oggi è il più rigido e stringente dell’intero continente, perché solo noi e la Grecia già prevediamo l’età di pensionamento a 67 anni, destinato rapidamente a crescere nei prossimi anni. Tutto ciò è socialmente insostenibile”.