IL LAVORO PARLAMENTARE PER IL POST-QUOTA 100
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il Parlamento si sta preparando a dire la sua sulla riforma delle pensioni in vista del passaggio alla Camera e al Senato della Legge di bilancio. In commissione Lavoro alla Camera è stato avviato infatti un dibattito per cercare di arrivare a una proposta condivisa tra le varie anime della maggioranza e l’opposizione da cercare di inserire nella manovra, partendo da ben nove proposte di legge all’esame della Commissione. Come ha spiegato Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia, l’obiettivo è “giungere a concordare un testo unitario, su cui sollecitare l’assenso del Governo, evitando che il Parlamento giunga impreparato alla prossima sessione di bilancio”. Non sarà un compito facile, anche perché bisognerà capire quante risorse si vorranno dedicare al capitolo previdenza nell’ambito della manovra. Inoltre, ci sono diversi modi di vedere concretizzata la “flessibilità” tra i vari partiti. Sembra comunque difficile che si possa arrivare, come auspicato dalla Lega, a una proroga di Quota 100.
IL “PIANO” DI CONTE PER LA RIFORMA PENSIONI
«Io la rifarei Quota 100. Dobbiamo, come avevo chiesto e mi sembra si stia facendo, allargare la platea dei lavori gravosi, più impegnativi: un operaio ha delle speranze di vita, certificate dall’Istat, più brevi di un pubblico impiegato che lavora in ufficio»: così ha spiegato il leader del M5s Giuseppe Conte intervenuto negli ultimi comizi per le Elezioni Comunali all’interno del tour finale per le città più importanti (oggi a Milano, ndr).
Quota 100 – ha spiegato ancora l’ex premier – «è nata come una misura triennale, si sapeva che sarebbe venuta a scadere il prossimo dicembre. Il problema dello scalone che si crea c’è per chi andrà dopo in pensione, allora dobbiamo intervenire. Alcune misure vengono varate e poi si vede come si depositano a terra, è normalissimo». Per Conte serve allargare subito in Manovra la platea dei lavori più gravosi, permettendo l’uscita dal lavoro e l’assegno pensionistico anticipato: «è la soluzione più a portata di mano, più utile, tenendo conto anche degli effetti di Quota 100, che non ha avuto grande successo nella platea di coloro che potevano essere interessati». (agg. di Niccolò Magnani)
LA LOTTA DI ANP-CIA PER LE MINIME
A Campobasso si è tenuta Festa interregionale del pensionato dell’Anp-Cia e, come riporta molisetabloid.it, nell’intervento del Presidente nazionale dell’Anp Alessandro Del Carlo è stato ricordato che “le pensioni al minimo sono state dimenticate da tutti i governi, non c’è stato un decreto dall’inizio della pandemia che ha visto migliorare la condizione dei pensionati”. L’Anp ha raccolto oltre 100.000 firme per chiedere un aumento delle pensioni minime per portarle ad almeno 780 euro al mese, importo pari a quello del reddito di cittadinanza. Tuttavia finora non c’è stata una misura di riforma pensioni in questa direzione, se non, come ha ricordato il vicepresidente nazionale dell’Anp Franco Fiori, “l’estensione della quattordicesima mensilità fino ai 1.000 euro”. Per l’Anp-Cia è importante anche che l’attività agricola venga considerata come lavoro gravoso e usurante, che venga migliorata Opzione donna e che vi sia una riduzione del carico fiscale anche per i pensionati. Vedremo se e in che misura le istanze verranno accolte dal Governo.
LE PAROLE DI LANDINI
Ieri si è tenuto un incontro tra Mario Draghi e i sindacati. All’ordine del giorno non c’era il tema della riforma delle pensioni, ma, come riporta Adnkronos, Maurizio Landini ha spiegato, al termine del vertice, che “siamo stati informati che nei prossimi giorni il Consiglio dei ministri delibererà la Nadef. Abbiamo ribadito al Governo la necessità che sulla legge bilancio, e quindi sui punti che dovrà affrontare, dagli ammortizzatori sociali alla riforma fiscale, alla riforma delle pensioni, abbiamo chiesto l’impegno del Governo a un confronto preventivo, che coinvolga anche la parti sociali”. Considerando i tempi della stesura della Legge di bilancio (che va presentata a metà ottobre) non dovrebbe quindi mancare molto al confronti su questi temi. Non resta quindi che aspettare aggiornamenti in merito. Landini ha anche detto che l’esecutivo “si è impegnato, nei prossimi giorni, a convocare un apposito incontro, per affrontare il tema degli investimenti e del Pnrr, considerato importante dal sindacato.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GENOVESI
Alessandro Genovesi, Segretario generale della Fillea-Cgil, accoglie positivamente “la proposta di riconoscere la gravosità del lavoro edile riducendo a 30 anni di contributi la soglia per poter accedere alla cosiddetta Super Ape Social: gli edili sono infatti tra i lavoratori che più rischiano in assoluto infortuni e malattie professionali, con una delle più basse aspettative di vita media, in un settore dove lavoro nero e discontinuità sono caratteristiche endemiche. Così come positivo sarebbe il riconoscimento della gravosità del lavoro in falegnameria e dei verniciatori industriali”. Il sindacalista non nasconde tuttavia che l’obiettivo in tema di riforma pensioni sarebbe quello di “garantire un sistema di uscite flessibili e di garanzie universali come chiesto unitariamente da Cgil, Cisl e Uil per una riforma complessiva del sistema pensionistico“.
GLI EFFETTI DELLA MODIFICA PER I LAVORATORI EDILI
Genovesi specifica che “se venissero confermate le indicazioni di poter accedere all’Ape Social con 30 anni di contributi e con 7 su 10 degli ultimi anni lavorati nel settore, come Fillea Cgil Nazionale stimiamo in almeno 15 mila gli over 63 che potrebbero accedervi nei prossimi 3 anni, favorendo non solo un ricambio generazionale oggi ancora più urgente alla luce della domanda su rigenerazione, nuove tecniche costruttive e nuovi materiali, ma anche e soprattutto riducendo gli infortuni gravi e mortali”. Infatti, “un infortunio grave su 4 riguarda infatti lavoratori over 60” ed “è il momento che i nonni scendano dalle impalcature per godersi, dopo anni di fatica, i nipotini ed il meritato riposo”.
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