DURIGON: GOVERNO SI È DIMENTICATO DELLE PENSIONI
Secondo Claudio Durigon, nella Legge di bilancio “il capitolo pensioni è stato completamente dimenticato dal governo, anzi mi pare che stiano considerando tutto ciò che riguarda il sistema pensionistico solo un costo”. Intervistato da pensionipertutti.it, l’ex sottosegretario al Lavoro evidenzia in particolare che “c’era la necessità che i risparmi ottenuti dalla facoltà di scegliere di andare in pensione con quota 100 venissero impiegati per dare risposte al mondo femminile, la nostra idea era di dare un anno di contributi per ogni figlio. Trovo imbarazzate invece la perequazione, che ha evidenziato nella fascia che vanno a ricalcolare, una vera e propria elemosina!”. Quanto alle spinte nella maggioranza per cancellare Quota 100, il deputato leghista dice: “Questo è il governo dell’incertezza, lo abbiamo capito, ma che non vadano a toccare la quota 100. Purtroppo si ascoltano continue dichiarazioni dai cosiddetti renziani che intendono aumentare le finestre per diluire le risorse… Non bastano le tasse che hanno inserito in questa finanziaria ora vogliono ledere anche i diritti dei lavoratori!”.
RENZI ATTACCA QUOTA 100
Matteo Renzi è tornato ad attaccare la riforma pensioni con Quota 100. Durante la presentazione di un libro all’istituto Sturzo di Roma ha infatti detto che “Quota 100 è la summa di tutti i mali”. Dal suo punto di vista, “dare 20 miliardi in tre anni per 200mila persone, è assurdo. Però se lo dici hai un pensiero unico, anche nei dettagli, un coro greco nei talk che ti accusa di voler toccare i pensionati”. L’ex Premier ha però evidenziato di non voler toccare i pensionati, ma ha ricordato che ci sono persone che possono lavorare anche oltre i 64 anni e che i 20 miliardi, anziché per Quota 100, possono essere usati per altri fini, come la famiglia. “Venti miliardi in tre anni buttati via in questo modo vi sembra o non vi sembra un’assurdità?”, ha detto rivolto alla platea il leader di Italia Viva, che ha poi concluso il suo intervento dicendo che sarà pienamente soddisfatto della Legge di bilancio quando ci sarà l’abolizione di Quota 100. In questo senso sappiamo che il suo partito è già pronto a presentare un emendamento per raggiungere tale obiettivo.
I PENSIONAMENTI ANTICIPATI DOPO LA LEGGE FORNERO
In un articolo in cui si parla della presentazione del Rendiconto sociale 2018 del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps pubblicato dal Sole 24 Ore si fa notare che “nei sette anni e mezzo trascorsi dalla riforma Fornero le diverse forme di flessibilità messe in campo dai governi che si sono succeduti hanno consentito un pensionamento agevolato a 364mila lavoratori, poco più del 16% del totale dei pensionamenti di vecchiaia e anzianità registrati tra il 2012 il primo semestre del 2019 (circa 2,2 milioni se si escludono le invalidità e i superstiti). Questi maggiori flussi in uscita hanno innescato 17 miliardi di maggiore spesa a carico della fiscalità generale e hanno avuto come capofila i cosiddetti ‘esodati’, un plotone di 130.185 lavoratori che hanno ottenuto l’anticipo grazie a otto provvedimenti di salvaguardia (costo 8,3 miliardi)”. Parole che non verranno condivise dagli esodati, anche perché è difficile parlare di “anticipo” nel loro specifico caso. Senza dimenticare che ancora 6.000 circa di loro sono ingiustificatamente rimasti privi di salvaguardia.
EMILIANO E SENALDI SU QUOTA 100
Ospite in collegamento della trasmissione diMartedì in onda ieri sera, Michele Emiliano ha parlato di riforma pensioni, spiegando che “si cambia continuamente perché quelli che pensano ai cambiamenti non sono i politici ma le burocrazie che suggeriscono ai politici incompetenti idee sempre più balzane per pareggiare dei conti che in realtà bisognerebbe pareggiare avendo un’idea strategica su come gestire la fuoriuscita dal mondo del lavoro”. Il vicedirettore di Libero, Pietro Senaldi, anche lui ospite di Giovanni Floris, è intervenuto dicendo di dissentire dal Presidente della Regione Puglia, “perché un politico che non sa affrontare il tema delle pensioni, ed è vittima dei ‘mandarini’, un politiche che deve andare a casa. Perché qualsiasi politico è dovere che padroneggi le pensioni”. “Le pensioni con Quota 100 non potevamo permettercele”, ha aggiunto il giornalista, in quanto “sono soldi che stiamo pagando adesso con le tasse”. Chiaro il riferimento alle misure fiscali tanto discusse inserite nella Legge di bilancio.
ELSA FORNERO SUL FONDO TFR INPS
Ultimamente è emersa la volontà, nell’ambito degli interventi di riforma pensioni, di istituire un fondo di previdenza complementare pubblico gestito dall’Inps. Tuttavia c’è chi ricorda che già il fondo dove confluisce il Tfr dei lavoratori che l’hanno mantenuto in azienda, sia destinato al disavanzo. A questo proposito finacialounge.com ha raccolto il parere di Elsa Fornero, secondo cui “non si è tenuto nella giusta considerazione la discrasia che si crea tra entrate e le uscite. Le entrate sono garantite solo dall’accantonamento del Tfr quindi sulla retribuzione di un lavoratore dipendente con una trattenuta mensile. Solo che in questi anni l’occupazione per via della crisi economica si è ridotta, a partire da quella dei lavoratori dipendenti, a fronte di una crescita dei lavoratori autonomi. Le uscite invece hanno degli stock crescenti, dove ci sono accantonamenti pluridecennali”. L’ex ministra del Lavoro ha comunque voluto rassicurare sul fatto che “il Tfr è sempre garantito nel senso che lo Stato, anche se va in rosso, pagherà sempre quanto spetta al lavoratore”.
RIFORMA PENSIONI, QUOTA 100 NELLE BELLE ARTI
Come ricorda Avvenire, le novità di riforma pensioni introdotte lo scorso anno, come Quota 100, cominciano ad avere i loro effetti nel settore delle Belle Arti dallo scorso 1° novembre. “Per le necessità didattiche del settore – che è autonomo rispetto a quello della scuola – è unica e obbligatoria per tutti gli interessati la decorrenza dei pensionamenti alla data del 1° novembre. In compenso i nuovi pensionati di novembre trovano già un aumento dell’assegno nella seconda rata, quella di dicembre, migliorata grazie all’aggiunta di due ratei della tredicesima per il 2019. Anche la terza rata, quella di gennaio 2020, avrà un ritocco, tuttavia molto leggero, risultante dalla rivalutazione annuale che, secondo alcuni calcoli provvisori dell’indice Istat sul costo della vita, si aggira sullo 0,50% fino agli importi lordi mensili di 2 mila euro, e in aliquote via via ridotte sugli importi lordi superiori”, ricorda il quotidiano della Cei.
DATI DESTINATI AD AUMENTARE
Avvenire evidenzia anche che “il complesso dei nuovi pensionamenti presenta in questa tornata un notevole aumento delle cessazioni dal servizio di docenti e di personale amministrativo e tecnico”. Tutto questo “a causa del nuovo canale di uscita anticipata con Quota 100 e malgrado il più alto requisito di età per l’assegno ordinario (67 anni entro la data del 31 dicembre prossimo)”. Tra l’altro “è prevedibile un’ulteriore progressione di questa tendenza per effetto dei pensionamenti flessibili con Quota 100 e con ‘Opzione donna’ che saranno disponibili anche per il 2020”.