L’ALLARME SUI CONTI INPGI

Fiammetta Modena, secondo quanto riportato da meridiananotizie.it, ricorda che “l’Inpgi, l’Istituto di Previdenza dei giornalisti italiani, può garantire, in base alla riserva tecnica, appena 2 anni di pagamento delle pensioni correnti, ma la liquidità necessaria per far fronte alle prestazioni previdenziali e alle altre spese dell’Istituto potrebbe finire molto prima”. Secondo la senatrice di Forza Italia, occorre quindi ricercare con urgenza ogni soluzione necessaria per mettere al sicuro e garantire davvero le pensioni dei giornalisti italiani. Il bilancio di assestamento della gestione sostitutiva dell’agosto per il 2020, approvato (a maggioranza) dal Consiglio di amministrazione il 5 novembre scorso e dal Consiglio generale l’11 novembre, presenta uno squilibrio previdenziale di 197 milioni di euro e un rosso di bilancio di 253 milioni di euro”. Nei giorni scorsi si era tornati a parlare dell’ipotesi di una riforma pensioni per portare le posizioni previdenziali di tutti i lavoratori della comunicazione dall’Inps all’Inpgi: un accorpamento che gioverebbe a quest’ultimo.



RIFORMA PENSIONI, NIENTE SILENZIO-ASSENSO PREVIDENZA COMPLEMENTARE

Tra le misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio non c’è un nuovo periodo di silenzio/assenso che era stato richiesto, anche dai sindacati, per incentivare l’adesione dei lavoratori alla previdenza complementare, ma secondo Mario Padula, questo meccanismo dovrebbe essere ripensato, guardando ai dettagli, se l’obiettivo è quello di aumentare il numero di adesione ai fondi pensione. Intervistato dal Sole 24 Ore, il Presidente della Covip ritiene sia importante anche rivedere la fiscalità relativa ai rendimenti cumulati dai fondi, dato che si tratta di risparmio accumulato ai fini previdenziali. “Non si deve commettere l’errore di assimilare il risparmio previdenziale ad altre forme di risparmio orientate al breve periodo”. Intanto il quotidiano di Confindustria spiega che dal Movimento 5 Stelle è arrivato un emendamento alla Legge di bilancio per consentire una detrazione Ires pari al 40% per incentivare gli investimenti nelle piccole imprese di fondi pensione e casse previdenziali.



TITO BOERI ATTACCA IL M5S SULLA QUOTA 100

Intervenuto al Panel HGE7 – l’evento annuale di Eu News.it “How can we governo Europe?” giunto alla settima edizione – l’ex Presidente dell’Inps Tito Boeri ha rivolto non poche critiche alla riforma pensioni varata dal Governo Conte-1, dialogando con l’eurodeputato del Movimento 5Stelle Fabio Massimo Castaldo. «Il reddito di cittadinanza che ha mostrato limiti nell’obiettivo di reinserimento nel mercato del lavoro. Uno strumento che va rivisto come altri del welfare dell’assistenza sanitaria che vanno resi più efficienti finanziando la macchina e non la spesa corrente»; dal RdC alla Quota 100, il passo è breve «la riforma sul pensionamento anticipato è una trappola che ha reso fragile la nostra amministrazione di fronte alla pandemia». Non è ovviamente d’accordo Castaldo che in video collegamento con l’evento di Eu.News replica difendendo tanto la possibilità per migliaia di persone d poter andare prima in pensione, quanto i fondi del Reddito di Cittadinanza «In una riforma come quella del mercato del lavoro, che ha bisogno di grandi trasformazioni non si poteva pretendere di fare un salto di qualità in pochi mesi». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, IL NODO ESODATI

Debora Serracchiani annuncia la presentazione di un emendamento alla Legge di bilancio per fare in modo che venga trovata una soluzione alla vicenda esodati. “Il Partito democratico vuole salvaguardare gli esodati rimasti esclusi da tutele e l’emendamento alla Legge di Bilancio che abbiamo presentato va esattamente in questa direzione”, sono le parole della Presidente della commissione Lavoro della Camera riportate da ilfriuli.it. “È un atto che consideriamo doveroso a maggior ragione in questo periodo in cui la durezza delle condizioni generali si somma alle difficoltà di persone senza reddito che non hanno ancora avuto accesso a tutele di base. Le loro istanze, i loro oggettivi bisogni rappresentati anche al tavolo con il Governo dai sindacati non possono rimanere senza risposta”, aggiunge la deputata. Gabriella Stojan, del Comitato 6.000 esodati esclusi, fa però presente che l’unica soluzione equa per gli esodati è la riapertura dell’ottava salvaguardia, “di conseguenza il PD non ha che da attenersi e votare la stesura dell’emendamento come presentato attualmente sia da On. Walter Rizzetto – FdI (59.11.) che da On. Deborah Bergamini – FI (61.024)”.

RINNOVATO SGRAVIO CONTRIBUTIVO PER AGRICOLTORI

Come ricorda pensionioggi.it, tra le misure di riforma pensioni contenute nella Legge di bilancio c’è anche il rinnovo dello “sgravio contributivo per promuovere forme di imprenditoria nel settore agricolo. Lo schema della legge di bilancio in discussione in Parlamento prevede, con una modifica all’articolo 1, co. 503 della legge 160/2019, la proroga dello sgravio sulle nuove iscrizioni alla previdenza agricola avvenute tra il 1° gennaio 2021 ed il 31 dicembre 2021 da coltivatori diretti e da imprenditori agricoli professionali con meno di quaranta anni”. “L’esonero sarà riconosciuto in un importo pari al 100% della contribuzione IVS (è escluso dall’esonero il contributo di maternità di 7,49€ ed il contributo Inail dovuto, quest’ultimo, solo dai coltivatori diretti) solo per i primi due anni di iscrizione alla gestione previdenziale dei coltivatori diretti. La misura resta vantaggiosa per l’assicurato perché non comporta la riduzione dell’aliquota di computo della prestazione pensionistica, dunque, in sostanza non danneggia la misura della pensione”.

RIFORMA PENSIONI, GLI EMENDAMENTI DELL’ANIEF ALLA MANOVRA

L’Anief è riuscita a fare in modo di presentare ben 68 emendamenti alla Legge di bilancio, tra cui alcuni dedicati ai temi di riforma pensioni. Marcello Pacifico, Presidente nazionale del sindacato, spiega che “non si può continuare a ignorare l’elevata percentuale di over 60 e di docenti e Ata potenzialmente fragili, con un indice di burnout derivante della maggiore vulnerabilità psico-fisica di chi lavora a scuola. È una condizione scientificamente riconosciuta, ma non dallo Stato. Per questo, sempre nella Legge di Bilancio, chiediamo pensioni anticipate per tali lavoratori, come avviene con le forze armate”. Già in passato l’Anief si era espressa chiedendo una finestra di pensionamento anticipato a 61 anni per insegnanti e personale della scuola.

LA RICHIESTA DI UN’INDENNITÀ DI RISCHIO

Come riporta orizzontescuola.it, secondo il sindacalista, “anche se la scuola è un luogo sicuro, rimane un dato di fatto incontrovertibile: esiste un rischio biologico effettivo a scuola, poiché c’è un elevato quotidiano numero di alunni e di personale. Quanto è garantito da tempo, sotto forma di assegno, al personale sanitario, ora va quindi attribuito pure al personale scolastico. Anche solo di 10 euro al giorno, rispetto ai 40 euro di un infermiere e ai 100 euro di un medico, andrebbero a costituire un riconoscimento importante”. Dunque, oltre alla richiesta di una forma di pensionamento anticipato c’è anche quella di avere riconosciuta un’indennità di rischio attraverso “l’avvio di una nuova sessione contrattuale”. Non resta che vedere se gli emendamenti verranno o meno approvati.