INCONTRO GOVERNO-SINDACATI IL 27 GENNAIO
Nunzia Catalfo conferma che incontrerà i sindacati per parlare di riforma pensioni. Il ministro del Lavoro, intervenendo a Radio 1, come riportato da Lapresse, indica nel 27 gennaio il giorno in cui tenere tale confronto. “Dobbiamo ascoltare la loro proposta al tavolo. L’obiettivo è superare la Fornero e promuovere uscite flessibili”, aggiunge Catalfo. Anche Giuseppe Conte, intervistato dal Corriere della Sera, conferma che Catalfo “è già al lavoro per avviare un percorso organico di riforma della previdenza” e non nasconde di avere una preferenza su come si dovrebbe precedere per una riforma pensioni in vista della scadenza di Quota 100: “’La mia preferenza l’ho già chiaramente espressa: mi piacerebbe lavorare alla distinzione tra lavori usuranti e lavori non usuranti per poi operare, sulla base di questa distinzione, una revisione dell’intero sistema pensionistico”, ha detto il Premier. Va ricordato in merito che ci saranno i risultati della commissione preposta a rivedere l’elenco delle attività gravose.
SALVINI E DURIGON CONTRO QUOTA 102
La Lega si schiera contro una riforma pensioni con Quota 102 o un ritorno alla Legge Fornero. Secondo quanto riporta Askanews, infatti, Claudio Durigon ha detto che “mentre il governo giallo fucsia dà i numeri e studia quota 102 o 103 con l’innalzamento dell’età pensionistica per gli italiani, la Francia fa marcia indietro e passa da 64 a 62 anni. La Lega è pronta a fare le barricate per difendere il sacrosanto diritto, reintrodotto dalla Lega al governo cancellando la catastrofica legge Fornero, di andare in pensione. Quota 100 non è una forma assistenzialista, ma una misura di equità sociale che ha restituito il diritto a circa 200mila italiani di godere dei versamenti di una vita di lavoro, consentendo un importante ricambio generazionale che ha determinato 285 mila posti di lavoro di nuovi occupati in un anno”. Matteo Salvini, invece, secondo quanto riporta Agenparl ha dichiarato: “Se Conte, Di Maio e Renzi pensano davvero di portare in parlamento di nuovo la legge Fornero o comunque proporre l’innalzamento dell’età pensionabile sappiano che, come in Francia, faremo di tutto per bloccare questa iniziativa folle e scellerata”.
LA PROPOSTA DI QUOTA 100 RIVISITATA
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il Partito democratico vorrebbe, in vista del confronto interno alla maggioranza che si terrà dopo le elezioni regionali, fare in modo che Quota 100 venga superata definitivamente “con un decalage fino alla fine naturale della norma, a dicembre 2021”. Il quotidiano di Confindustria riferisce anche delle diverse proposte di riforma pensioni cui stanno lavorando alcuni tecnici ed esperti della previdenza, spiegando che c’è anche un “nutrito gruppo” secondo cui bisognerebbe alzare i requisiti minimi di Quota 100, “configurando l’assegno da erogare in versione esclusivamente contributiva”. Una proposta che, secondo Marco Leonardi, andrebbe valutata con attenzione. C’è anche chi ritiene si debba modificare il requisito anagrafico di Quota 100, portandolo a 64 anni, ma facendo contemporaneamente scendere quello contributivo a 36 anni. Una proposta che però comporterebbe con tutta probabilità una maggior spesa rispetto a quella dell’attuale Quota 100, che oltretutto alla fine dovrebbe costare meno del previsto.
RIFORMA PENSIONI, IL PROBLEMA SULL’IMPORTO DEGLI ASSEGNI
A quanto pare i problemi legati al corretto importo degli assegni erogati dall’Inps non sono limitati alla Liguria, com’era emerso alcuni giorni fa dalle pagine del Secolo XIX, ma sono più diffusi. Lo Spi-Cgil ha infatti potuto verificare la stessa anomalia negli assegni percepiti da alcuni pensionati della provincia di Monza e Brianza, come riporta ilcittadinomb.it. Inoltre, i sindacati dei pensionati hanno riscontrato importi errati anche in Friuli-Venezia Giulia, tanto che sul tema è intervenuta anche Debora Serracchiani. “L’Inps corregga subito l’errore nel calcolo delle pensioni e si scusi con le migliaia di persone che sono state danneggiate ricevendo meno del dovuto. Una struttura come l’Inps è al servizio dei cittadini e non sono accettabili errori di questo tipo, ma ancor meno un silenzio che sembra arroganza”, sono le parole della deputata del Pd riportate da ilfriuli.it.
INTERROGAZIONE IN ARRIVO
L’esponente dem dovrebbe presentare anche un’interrogazione al Mef e sottolinea come l’Inps debba dare “immediatamente dettagliata informazione su tempi e modi del rimborso a chi non ha percepito il dovuto. A parti invertite, quando è un cittadino a dovere anche una piccola cifra allo Stato, finisce in una morsa che calcola i minimi interessi sul ritardo. Faccia lo stesso l’Inps con i pensionati e valuti il danno del ritardo”. “Come apprendiamo oggi dal presidente dell’Inps Giuseppe Tridico è in corso una riorganizzazione dell’Ente: speriamo che possa contribuire ad evitare il ripetersi di simili brutti errori, oltre a eliminare sacche di privilegio nella dirigenza pubblica”, aggiunge Serracchiani.